Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  invisibile il 16/12/2014 10:27:54
Citazione:

zeppelin ha scritto:
@invisibile

Questo è un sunto del suo pensiero, appunto, sulla realtà.
Come ho detto, son nove pagine, e ci si impiega cinque minuti per scorrerlo; mi piacerebbe avere un tuo parere.

Il mio parere è che sta ad Adamo ed Eva, la mela ed il serpente, e che non se ne rende nemmeno conto (o forse si ma in quel caso mente a se stesso).

E' posseduto dal più antico desiderio dell'uomo: il desiderio di possesso (il serpente).

Il desiderio di possesso, tipico dell'ego, viene dalla paura e dalla pigrizia, viene, in definitiva, dal rifiuto di assumersi le proprie responsabilità (stiamo parlando a livello spirituale).

Ed ecco che io (noi) sono (siamo) Dio, così possiamo fare come cavolo ci pare, sempre e ovunque.
Che la cosa sia poi rivestita di vernici di vario colore non cambia la sostanza.

La sua è una teoria che DEVE avere come assunto arbitrario (dogma) che Dio non esiste, che noi siamo Dio. Altrimenti crolla tutto.

Quindi, essendo io Dio, mi creo il mio mondo virtuale come mi fa più comodo.

E' una visione infantile e molto limitata, che non tiene conto di infiniti indizi che questo supposto mondo virtuale ci ha dato, ci continua a dare tutti i santi giorni e presumibilmente continuerà a darci.

Sembra le due scimmiette che non vogliono ne vedere ne sentire.... parlare si!

Nello specifico:

Citazione:
Bisogna subito chiarire che la difficoltà nel capire come stiano realmente (o virtualmente) le cose è dovuta principalmente al fatto che il mondo virtuale non è inesistente, ma esiste ed è reale, poiché è stato creato da qualcuno.

Che è quello che sto dicendo ad alroc.
Se il mondo virtuale esiste, non è virtuale.

E come si cava d'impiccio Malanga?

Citazione:
... si tratterebbe, pertanto, di scegliere tra l’essere ed il non essere, ma tra l’essere reale e l’essere virtuale, tra il vivere ed il credere di vivere, tra il soffrire ed l credere di farlo.
Oggi molti pensatori credono di poter sospettare che si sia tutti immersi in un mondo virtuale che ci appare, però, reale: insomma un inganno bello e buono in cui gli esseri umani sarebbero solo degli sprite di una memoria di computer.
Giustamente, se fosse così, le regole del gioco sarebbero interpretate dagli sprite come le regole fisiche dell’Universo, cioè sarebbero interpretabili come le leggi della fisica.
Non ci sarebbe il libero arbitrio, appunto, perché ci sono le leggi della fisica: qualsiasi tipo di fisica, da quella classica a quella relativistica od a quella quantistica, negherebbe, infatti, l’esistenza del libero arbitrio.
Ma qui casca l’asino: il semplice fatto che ci si chieda se abbiamo o non abbiamo il libero arbitrio ci fa capire che non siamo in un mondo prettamente virtuale.

Senza poi spiegare cosa sia questo "prettamente"...
... eh... ma così so' boni tutti...

Come dicevo, fa e disfa come gli pare.

Ecco il barbatrucco:

Citazione:
Ma in un gioco virtuale, dove non esiste che finta coscienza, non potrebbe esistere, da parte della pedina, nemmeno una variazione della conoscenza di se stessa. In parole povere la nostra pedina non potrebbe essere dotata dell’interesse a stabilire se sia immersa in un mondo reale o virtuale, poiché questo provocherebbe un upgrade di programma totalmente inutile ad un essere virtuale, il quale deve solo essere convinto di pensare, senza, in realtà, poterlo fare, in quanto è il giocatore, fuori dal gioco, a pensare
per lui. A stabilire la differenza sarebbe la Coscienza di Essere, infatti la Coscienza di Essere è propria soltanto di un essere reale e non è posseduta da un essere virtuale.
Possiamo dire che la Coscienza è l’unica proprietà che non può essere virtuale.

E il "prettamente" è sparito come per magia.
Un vero Dio vivente

E se non sbaglio il "prettamente", così comodo in quel punto del ragionamento, ha finito la sua recita. E' in camerino a struccarsi che c'è la biondina in terza fila che gli fatto gli occhi dolci.
Scusa il sarcasmo, ma è un modo di ragionare che così vale tutto e niente...

Infantile, come dicevo.

Altro periodo che rivela un altro barbatrucco:

Citazione:
...
Dobbiamo, allora, cercare di capire se abbiamo coscienza di noi stessi durante il periodo in cui l’ipotetica macchina-uomo è accesa e, così facendo, si scopre che l’uomo, o forse, più propriamente, alcuni uomini, durante la loro esistenza si chiedono se si sia immersi in una realtà virtuale od in una realtà reale. Non basta più la frase “Cogito ergo sum” del filosofo a convincerci di quello che ci circonda, perché qui non si discute sull’essere o sul non essere, ma su cosa essere: realtà o virtualità?
Può una creatura virtuale porsi questa domanda?
NO!
Tra il mondo reale e quello virtuale esiste una differenza sottile: nel mondo del virtuale non esiste la coscienza del Sé. Se, infatti, essa esistesse, non ci sarebbe nessuna differenza tra il virtuale ed il reale e ciò vorrebbe dire che esiste una cosa sola: il reale. Il virtuale, infatti, non potrebbe esistere, perché il virtuale è un sottoprodotto del reale, nasce come imitazione del reale ed è il reale che lo costruisce.

Certo che "cogito ergo sum" non basta, lo avevano compreso migliaia di anni fa i mistici orientali, perché "cogito" è una funzione della mente razionale, quindi limitata entro i suoi ristrettissimi limiti. Ma lui usa questa cosa come base del ragionamento successivo, come se il "cogito" fosse l'unica cosa che ci permette di dipanare la matassa.
Se mi rompo un alluce, non cogito manco per niente... fa un male boia.
Non è una prova, è solo per mostrare come, progressivamente, mette dei paletti totalmente arbitrari.

Nel supposto mondo del virtuale, certo che non esiste la coscienza di Sé, ma, sempre perché a noi piace ascoltare e vedere, oltre che parlare , si rivela un fenomeno "sorprendente": nel supposto mondo virtuale avviene un fenomeno che è l'apparizione e la crescita della coscienza... !
Se così non fosse, lui non avrebbe potuto scrivere niente.

Di nuovo, non è una prova, è sempre Chuang Tzu che sogna di essere una farfalla, ma quando si sveglia non può sapere se ora è una farfalla che sogna di essere Chuang Tzu. Coi barbatrucchi cerca di affermare che l'uno è vero e l'altro è falso, cosa che nessuno mai potrà sapere, ma solo esperire.

Pigrizia e paura. Lui non vuole bagnarsi il culetto e andare a toccare il muro. Non vuole rischiare di perdere il suo sapere, vuole possedere con la mente la realtà.
Buona fortuna... nessuno ci è mai riuscito, perché è una cosa (ad oggi) impossibile.

Citazione:
Tra il reale ed il virtuale c’è la stessa differenza che esiste tra l’uomo e la sua ombra. L’uomo è l’aspetto reale delle cose, il soggetto pensante, mentre l’ombra è del tutto virtuale, infatti dipende da dove è posta la sorgente luminosa e nemmeno tanto da chi la provoca. Si potrebbe pensare che l’ombra faccia tutte le cose che può fare l’uomo, ma la coscienza è nell’uomo vero e non nella sua immagine e solo chi possiede la Coscienza sa di possederla.

Questa è una forzatura (altro barbatrucco).
Al massimo si può dire che è una metafora, non che "c’è la stessa differenza".
Infatti noi abbiamo forti indizi che l'ombra sia anch'essa reale, visto che lei stessa influenza e cambia il mondo. All'ombra fa più freddo, nell'ombra molte piante non crescono o muoiono... etc.
Se tu uomo, ti metti tra il sole ed una piantina coprendola con la tua ombra e rimanendo li qualche giorno, quella soffre.

Citazione:
Chi non ha la Coscienza non solo non sa di possederla, ma non sa nemmeno che cosa essa sia: in tal caso non sarebbe vero che l’uomo vive in una realtà virtuale credendo di vivere in una realtà reale, ma egli, invece, vivrebbe in un mondo del tutto reale, credendo o sospettando, a volte, che tale mondo sia virtuale.
Dobbiamo chiederci perché l’uomo si ponga questa domanda.
Ma come! Non si è detto che ha la coscienza e quindi sa?
Sì, l’uomo ha la coscienza e quindi sa, ma in effetti quale grado di coscienza possiede?
Si scopre, così, che esistono diversi gradi di coscienza ed, a seconda del grado raggiunto, si avrebbe una percezione della realtà che ci circonda sempre più reale e sempre meno virtuale. Sarebbe, dunque, la nostra vista distorta a farci vedere la realtà in modo differente, del tutto virtualmente. Man mano che il livello di consapevolezza aumenta, i nostri sensi non verrebbero più ingannati...

Si scopre?

Si è scoperto migliaia di anni fa.
Ma lui DEVE dirlo per sostenere la sua tesi, dimenticando però, di completare la conoscenza millenaria: è la visone distorta della mente razionale che crea l'illusione, non una non meglio precisata "vista distorta".

Infatti, nella tradizione spirituale, è detto fino alla nausea che per progredire nel cammino della conoscenza è necessario andare oltre la mente.
Ma lui questo non può dirlo, altrimenti la teoria crolla.

Citazione:
A questo punto dell’analisi è fondamentale notare che solo il corpo non possiede l’asse della Coscienza; il corpo, di conseguenza, non solo non si chiede se è reale o virtuale, ma non ha nessun bisogno di farsi questa domanda.

Altro barbatrucco.
Certo che il corpo non se lo chiede, perché lo sa benissimo di esistere e di essere reale. Il corpo ce l'ha eccome una coscienza, altroché se ce l'ha. Non solo, ha anche una intelligenza ed una sapienza. La differenza sta nel fatto che sono diverse da quelle mentali così come lo sono quelle della mente da quelle dell'Essere e spirituali.

E' la "somma" (per così dire) di queste coscienze che portano alla consapevolezza (ecco perché questo termine per me è corretto), e sono tutte reali. E' la visione che è distorta, perché parziale (solo mentale e razionale), non che le cose non esistono.

Siamo sempre li, non ho prove ma la mia esperienza mi ha dimostrato oltre ogni dubbio, che il corpo ha una sua coscienza, intelligenza e sapienza.
Nemmeno lui ha le prove. Ma io lo dico, lui fa finta di niente

Citazione:
Le tre componenti che possono avere una vaga idea della realtà sono, dunque, le stesse
che possiedono l’asse della Coscienza, perché è solo quest’ultima ad avere reale
coscienza di Sé.
In altre parole, volendo geometrizzare la descrizione dell’uomo rispetto al concetto di reale o di virtuale, si deve dire che, dei quattro assi che caratterizzano l’Universo, l’unico ad essere veramente reale sarebbe l’asse della Coscienza, mentre gli altri (Spazio, Tempo, Energia) sarebbero totalmente virtuali.

Di nuovo il problema di cui sto parlando con alroc.
Non esiste una cosa "veramente reale". Una "cosa" o è reale o non lo è.
Se ammettiamo che ci siano cose "parzialmente reali" o "veramente reali" (o "non veramente reali" allora... perché no?), siamo fritti

Uno può avere una visione di una cosa parzialmente reale, non che la cosa lo sia. Ecchecazz...

In definitiva è quello che dice incredulo: Malanga sostiene che "Io" (coscienza) è Dio.

Teoria con molte falle, come vedi.

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