Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  alroc il 20/12/2014 20:30:23
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doktorenko ha scritto:
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alroc ha scritto:
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doktorenko ha scritto:
@alroc

Se per te la religione e` di conforto, spiegami il grido di Gesu` in croce “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” oppure i vari salmi come il 6- L'anima mia è tutta sconvolta, ma tu, Signore, fino a quando...? 13 - Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi? Fino a quando mi nasconderai il tuo volto? Fino a quando nell'anima mia proverò affanni, tristezza nel cuore ogni momento? 88 - Perché, Signore, mi respingi, perché mi nascondi il tuo volto?


Quelle parole sono la dimostrazione che la storia di Gesù è una favola.

Ma davvero non vedi l'incongruenza del testo?



Il fatto e` che favola o non favola, vera o non vera la religione cristiana e` questa: cioe` il suo fondatore ha sperimentato l`abbandono di Dio nel momento in cui ne aveva maggiormente bisogno, Dov`e` il conforto in una religione di questo tipo? Se lo vedi come incongruenza vuol dire che pensi anche tu che il cristianesimo non sia una religione propriamente `confortevole`.

Citazione:

È assurdo che si creda ancora oggi a frasi costruire ad arte da chi sa come agire su certe corde dell'animo umano.


Per S.Paolo la croce è “scandalo per i giudei e stoltezza per i greci”, cioe` completamente assurdo per l`epoca, su quale corda volevano agire? Sul grottesco? Sul tragicomico?


Certo come in un melodramma, prima abbandona, apparentemente, la sua creatura per farla sentire sola e disperata, poi la fa "resuscitare" dandole un posto in cielo accanto a lui.

Una bella telenovela non c'è che dire.

Dramma, ma poi il lieto fine.

Le corde che tocca sono:

-l'uomo si identifica nel Cristo assorbendo tutto il suo dolore, è profondamente partecipe della sua sofferenza;

-in qualche modo il fedele confronta la sua condizione con quella di Cristo e pensa che se dio ha abbandonato addirittura suo figlio, perchè lui dovrebbe essere più importante? A quel punto, lamentarsi del suo triste destino gli sembrerebbe esagerato in confronto a quello che ha passato Cristo.

-nel frattempo dice a se stesso: "Non sono nessuno in confronto a questo essere superiore che si fa agnello per l'umanità, l'unica cosa che posso fare è amarlo e in suo nome seguire ciò che mi dicono di fare (preghiere, cerimonie, festività in suo onore, etc.)

E qui avviene l'aggancio emotivo. L'uomo ama chi si è sacrificato per lui, lo sente come suo salvatore e in suo nome ripete tutte le pratiche che gli vengono suggerite dai padri della chiesa.

L'uomo ama, non può fare a meno di amare, con questa storia così ben ideata trova ogni risposta alle sue domande e ogni appagamento nel suo bisogno di amare.

Poco importa se in fondo al suo cuore sa che non può davvero essere tutta così la faccenda.

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