Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  invisibile il 22/12/2014 8:47:17
Avrei voluto confrontarmi con @ alroc, che appare essere l'unica Malanghiana che partecipa qui, ma mi fa il muso perché ho detto che Malanga è dogmatico...

Vabbè... riassumo le incongruenze che ho trovato, specificando di nuovo che lo conosco poco e per cui è possibile che mi sono perso qualche cosa.
Se qualcuno che conosce meglio di me il suo pensiero (ma anche chiunque) vuole rispondere ne sarei felice.

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-Malanga afferma che l'unica cosa reale (non virtuale) è la coscienza (noi).

Come sa che la coscienza è reale e non è anch'essa virtuale?
Malanga ne parla di questa obiezione, ma la scarta dicendo che "Possiamo dire che la Coscienza è l’unica proprietà che non può essere virtuale" sostenendo che non avrebbe senso che il creatore dia la possibilità alle sue creature di essere coscienti, in quanto potrebbero fare un "upgrade di coscienza" e mettere a rischio tutta la creazione.

Quindi lui presuppone che il creatore non voglia che le sue creature facciano l'upgrade e da questo assunto arbitrario trae la sua conclusione.
Ma lui (tutti noi) non sa cosa vuole il creatore, la sua è solo una supposizione.

Appunto personale: a me sembra la classica proiezione inconscia; lui non lo farebbe...

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-L'assunto è che l'unica cosa reale siamo noi (coscienza) e che siamo non-duali (quindi indifferenziati).
Le esperienze che facciamo nel mondo virtuale sarebbero però reali.
Queste esperienze vengono registrate nei campi morfogenetici, ma se questo è vero, significa che il "supporto di registrazione" deve essere reale, perché non è possibile registrare niente su qualcosa di puramente virtuale.
Quindi quel supporto di registrazione, secondo il suo assunto (l'unica cosa reale siamo noi), siamo sempre noi.

Ma se noi siano non-duali, non è possibile che esista qualcosa che sia "campo morfogenetico" o "registrazione", perchè sarebbe una differenziazione nel non-duale.

L'unico modo di risolvere il paradosso, mi sembra che sia quello di dire che le esperienze (reali), modifichino direttamente la coscienza (noi) diventando contestualmente parte del non-duale, parte della coscienza e che le registrazioni e i campi morfogentici non esistono.

Ora io non so se non ci ha pensato o se questa soluzione vada a contraddire un altra parte della sua visione, ma al momento non vedo altra soluzione logica.
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I campi morfogenetici (il supposto supporto delle registrazioni delle nostre esperienze nel mondo virtuale), non possono essere il DNA, perché, essendo il DNA un fenomeno fisico e quindi virtuale secondo la sua visione, non ci si può registrare nulla che sia reale.
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Poi c'è la questione della mente di cui stavo parlando alroc, ma di questo non ho letto nulla di cosa eventualmente affermi Malanga.

L'ipotesi è che l'unica cosa reale siamo noi (coscienza) e che tutto il resto è virtuale.

La mente sarebbe lo strumento che ci permette di calarci nel mondo virtuale per fare esperienza.

Ma visto che noi siamo reali, per poter usare un qualsiasi strumento questo deve essere anch'egli reale, almeno in parte.
Noi, reali, non abbiamo nessun modo di usare qualcosa di puramente virtuale.

Quindi, assumendo che il mondo è virtuale e che noi facciamo esperienza di esso tramite la mente, questo significa che la mente è, almeno in parte, reale.

Ora, visto che anche la mente è reale, essa per fare da tramite con noi delle esperienze (informazioni) dal mondo virtuale (fisico), da questo mondo virtuale deve arrivare qualcosa di reale alla mente, "qualcosa" che la mente possa elaborare per poi "passarla a noi".

Questa trasmissione non può essere totalmente virtuale, almeno qualcosa di reale ci deve essere, così come un computer riceve informazioni reali (bit), da un mondo virtuale (esecuzione di un programma), che poi elabora e registra sul suo supporto reale (processore-hard disk).

Quindi almeno qualcosa di reale deve esistere nel mondo virtuale (fisico), altrimenti nessuna informazione reale può arrivare alla mente.

Quindi in tutto ciò che è manifesto, deve esserci almeno un aspetto reale.

Quindi la materia esiste ed è reale, almeno parzialmente.

Come la materia sia nelle Realtà (Verità ultima), rimane in discussione, ma in questo non c'è assolutamente niente di nuovo, siamo sempre alla domanda plurimillenaria degli antichi filosofi e mistici.

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