Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  alroc il 22/12/2014 22:12:19
da Evideon:

"L’universo dentro di noi.
Il mondo delle particelle subatomiche è piuttosto complesso così come lo hanno, fino ad oggi, saputo descrivere i fisici atomici. La nostra sfida era dimostrare che tutto questo mondo è già implementato nella nostra mente e non c’è bisogno di effettuare calcoli per verificarne l’esistenza. In altre parole se l’universo è virtuale, non esiste nessuna misura da effettuare perché non esiste nessuna cosa da misurare poiché tutto è olografico e mutevole, secondo il volere della coscienza. Tale mutevolezza però è ben visibile o evidenziabile da un modello mentale comune a tutti gli esseri di questo universo. Il modello mentale descrittivo dell’universo può essere estrapolato dalla simulazione mentale detta TCT o triade color test che, sulla base di leggi di simmetria dello spazio dei colori archetipico di Pulver e Lusher, ne trascrive le regole di comportamento.
In altre parole, all’interno del TCT, devono evidenziarsi le regole che descrivono il tutto e nel tutto c’è anche il mondo della fisica subatomica."



Io aggiungo che la scelta è già fatta, ogni scelta possibile esiste già, si ha l'illusione di scegliere perché non si ha ricordo, nella virtualità, di aver già creato a priori (prima di nascere) tutte le scelte possibili.

Se le scelte sono già state fatte, perché vivere l'esperienza di cose già decise prima di nascere?

Si sceglie di riviverle, fotogramma per fotogramma, allo scopo di capire come si è arrivati a tali scelte.

Tale operazione potrebbe sembrare inutile, visto che la coscienza è tutto.

E in effetti è così, che bisogno avrebbe la coscienza di capire, non è forse dio? Che bisogno ha dio di capire chi è?

Infatti non c'è alcun bisogno.

Lo fa perché dividersi e unirsi, sperimentare e capire è un processo eterno, come il pulsare infinito di un cuore. Non c'è scopo.

Noi che viviamo nella virtualità cerchiamo uno scopo, la coscienza-dio non ha bisogno di uno scopo, lei è dio, che bisogno ha di avere uno scopo?

Non ne ha bisogno, infatti. La struttura dei nostri pensieri ci induce a trovare delle risposte, delle motivazioni a tutto questo, ma non ce ne sono.

Il una realtà reale (fuori dalla virtualità) in uno stato dove niente ha una fine e un inizio, non c'è bisogno di uno scopo.

Lo scopo nasce lì dove inizia il tempo.

La virtualità esiste da eoni. Tutto il processo di divisione e unione lo abbiamo fatto in miliardi di combinazioni possibili.

Tutto è già stato fatto.

La ripetizione di tali processi continuerà in eterno, perché non esiste la morte nel non virtuale.

Pur avendo già compiuto tutto, si ripete e ripete ogni volta, come un film che ci è piaciuto, ma poi ci piace pure il remake dello stesso film ed anche il remake del remake. Tutte queste ripetizioni, continuano ad attrarci perché contengono gli archetipi fondamentali capaci di farci "ri-vivere" esperienze importanti.

Perché questo ripetere?

Perché la "struttura" della coscienza è questa.

E' come un cuore pulsante che si contrae e si espande, non è solo contratto, non è solo espanso, è entrambe le cose. Non è solo un essere umano che fa esperienza nella virtualità, non è solo coscienza immutabile, è un essere-non essere, è tutto-nulla.

Ok sono pazza avete tutto il diritto di inveire.

Non ho armi per difendere ciò che penso, sono solo idee e come tali contestatele come vi pare. Mi riservo solo di non rispondere.

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