Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  zeppelin il 24/1/2015 12:29:03
Dapprincipio anch'io avevo sottovalutato "il giochino", che sembrava più un trampolino verso qualcos'altro piuttosto che fine a sé stesso. Invece è (o può essere) fine a stesso e pertanto l'espressione "giochino" è inesatta e fuorviante.

Un giochino è un indovinello, dove si mettono in moto gli ingranaggi della parte sinistra del cervello e si deve giungere ad una risposta in base ad un ragionamento logico o un imbroglio; in questo caso la risposta è -in sé- la dimostrazione stessa. Soluzione e dimostrazione coincidono.

In questo caso, invece, la risposta è inifluente; ciò che conta è la dimostrazione. Non si chiede un qualcosa di razionale, ma di metafisico: non si ragiona sulla realtà fisica delle cose ma sulla loro essenza. La parte del cevello che lavora è il destro. La parola koan è orientale, in linguaggio occidentale si potrebbe definire, più che un "paradosso", una reductio ad absurdum.

Pensiamo però che TUTTA la comunicazione si svolge su espressioni del pensiero, che questo "giochino" dimostra non dimostrabili in sé; ciò che rende vera un'affermazione è il supporto di altre informazioni (altre espressioni non verificabili) o di comportamenti (oggettivi). Cioè: posso dire "ti amo" ad una donna, ma questo non è di per sé sufficiente a lei per credermi. Una serie di comportamenti (oggettivi) rendono la mia affermazione coerente o incoerente con l'affermazione.
[edit] ed inoltre, posto che la donna accetti la mia affermazione come "vera", il mio concetto di amore potrebbe non coincidere con il suo, quindi -per quanto assodata come "sincera"- l'affermazione non è di per sé sufficiente a fargliela accettare.

Da sottolineare come la maggior parte delle affermazioni siano "credenze". Ogni opinione, critica, valutazione (si pensi ad un opera d'arte, ad un gioiello, a chi ti vende la fontana di Trevi). Eppure un "non ci credo" rivolto ad un critico d'arte che valuta un Jackson Pollock un milione di dollari è più che legittimo. Che ne so io veramente del processo mentale, della convenienza, dell'onestà intellettuale di chi fa una determinata affermazione.

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