Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  benitoche il 30/1/2015 7:25:07
La pura contemplazione
Gli occhi pieni di avidità sono torbidi e deformanti. Solo se non desideriamo nulla, solo se per noi guardare diventa pura con- templazione, si manifesterà l’anima delle cose, la Bellezza. Se osservo un bosco che voglio comprare, affittare, ipotecare, usare per far legna e andare a caccia, non vedo in realtà il bosco ma solo le sue relazioni con il mio volere, con i miei piani e le mie ansie, con il mio portafoglio. Allora è fatto di legno, è giovane o vecchio, malato o sano. Ma se dal bosco non voglio nulla, se guardo nel suo profondo verde senza pensiero alcuno, il bosco è bosco, è na- tura, è creatura, è bello.
La stessa cosa avviene con gli uomini e i loro volti. La persona che guardo con ti- more, con speranza, con desiderio, con aspettative, con pretese, non è una persona ma solo lo specchio torbido del mio volere. La osservo, consciamente o inconsciamente, con una serie di interrogativi riduttivi e mistificanti: è una persona affabile o altera? Ha considerazione per me? Gli si può chie- dere denaro in prestito? Mastica qualcosa di arte? Con mille domande del genere guardiamo la maggior parte delle persone con cui abbiamo a che fare, e passiamo per psicologi e conoscitori dell’animo umano se riusciamo a individuare nel loro aspetto e nel loro comportamento ciò che asseconda o contrasta i nostri intenti. Ma è un atteg- giamento riduttivo, meschino; è una sorta di psicologia in cui il contadino, il vendi- tore ambulante, l’avvocatuccio, superano di gran lunga i politici o gli intellettuali.
Nel momento in cui il volere si placa e subentra la contemplazione, la pura os- servazione e l’abbandono, tutto cambia. L’uomo cessa di essere utile o pericoloso, interessante o noioso, gentile o villano, forte o debole. Diventa natura, diventa bello e degno di attenzione come tutto ciò che è oggetto di contemplazione pura. Perché contemplazione non è ricerca, non è criti- ca: non è altro che amore. È la condizione piú elevata e piú desiderabile della nostra anima: amore senza desiderio.
Hermann Hesse

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