Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  invisibile il 30/1/2015 10:09:58
@Ste

Sulla realtà condivido in pieno quello che ha detto incredulo, ma vorrei approfondire degli aspetti che si riallacciano a certe cose di cui abbiamo discusso.

Citazione:
Se tu mi chiedi che cosa è la realtà oggettiva, io sinceramente non ti so rispondere. E' un concetto troppo ampio per essere sperimentato tutto insieme in modo da conoscerne ogni suo singolo aspetto.

La realtà è quello che esiste in sé, effettivamente e concretamente, come dice bene la Treccani.

Qui tu parli di "Realtà ultima", del "Noumeno universale" e dici bene che non è possibile "conoscerne ogni suo singolo aspetto".
Ma perché non è possibile? Eppure molti mistici, illuminati e profeti affermano che è possibile farlo e queste affermazioni esistono realmente nel corso dei millenni e in molte culture diverse.

La chiave per comprendere questa apparente contraddizione sei tu.

Chi è IN TE che cerca senza riuscirci a compiere questa sfida suprema?

Tutto ha un limite, compresa la nostra mente.
Noi filtriamo la realtà attraverso la nostra mente e noi occidentali in particolar modo, con la mente razionale.
Tutta la nostra civiltà è basata sul sapere, sul controllo e la "conquista" della natura. Sul possesso, sulla competizione.
Tutte caratteristiche dell'ego e della mente razionale.

La mente razionale è solo una piccola parte (ma proprio piccola) della mente stessa, che a sua volta è solo una parte di ciò che siamo come totalità: Essere umano.

Tutte le scuole spirituali, le filosofie antiche orientali (ma anche altre), ma anche Gesù stesso, affermano che per entrare nel regno dei cieli, per conoscere i misteri dell'esistenza, per conoscere se stessi, per conoscere la Verità (quindi la realtà ultima), è necessario andare oltre l'ego, oltre la mente razionale ma anche la mente tutta.

Questo non significa che devi buttare la mente e basta, anche perché non avrebbe senso, essendo una parte di noi.

La prima cosa che viene indicata è "conosci te stesso".
Ma che significa?
Molte cose.
Tanto per iniziare significa conosci te stesso così come sei REALMENTE ORA.

E qui troviamo il primo vero grande ostacolo verso la vera conoscenza: noi non vogliamo vedere come siamo veramente ORA.
Perché, in genere, siamo messi assai male, in genere quello che si trova è un disastro.
Siamo squilibrati, irrazionali, incapaci di mantenere le nostre stesse decisioni, bugiardi... e mi fermo qui anche se ho solo iniziato.

Chiaramente sto generalizzando ma anche il solo fatto che praticamente NESSUNO, che non abbia fatto un serio lavoro su se stesso, è in grado di arrestare il proprio flusso di pensieri, la dica lunga sullo stato reale in cui viviamo.

Siamo stati condizionati ad essere molto diversi da quella che è la nostra vera natura, e per cui questo ci rende ciechi alla realtà, proprio perché tutto viene filtrato e fortemente distorto dalla mente razionale e dall'ego.

E come guardare il tuo tramonto con un millesimo della capacità visiva di un solo occhio.

La realtà non si può sapere, perché "sapere" è una funzione della mente razionale, quella piccola parte della mente stessa.

La realtà si può conoscere, e "conoscere" in senso assoluto, "ultimo", è uno stato dell'Essere. non un sapere. Il sapere fa parte di questo stato dell'essere, ma ne è solo una parte infinitesimale, come la puntina magnetica che registra i dati su di un hard disk, niente di più.

Invece per noi è diventata l'unica cosa che conta.

Per vivere tale stato dell'Essere tu devi stare a posto, devi essere unito in te stesso, completo nel presente, pienamente consapevole, devi essere in equilibrio, in Armonia secondo la tua Natura e in Armonia con il Tutto universale (che io chiamo Tao).

In questo stato dell'Essere è possibile conoscere la Realtà, la Verità.

Citazione:
Esiste o non esiste una realtà oggettiva è un falso problema,...

E' vitale avere chiara la propria visione a riguardo, altro che falso problema.

E lo è in moltissimi modi, per moltissime ragioni e per vai aspetti e piani dell'esistenza.

Partiamo dal "materiale", dal concreto.

Abbiamo un esempio, proprio qui che è chiarissimo: nessuno può dimostrare a cosa ha pensato al punto B.

Questa è una piccola parte della realtà ultima, ma che se esaminata con attenzione, rivela che non è così piccola come sembra, ma al contrario va molto lontano.
Questa è una frazione piccolissima della realtà ultima.
Quindi è possibile anche con la mente razionale, conoscere certi aspetti della realtà ultima.

Perché "ciò che è reale, che esiste in sé" è UNO, quindi anche le parti di esso sono sempre collegate, facendo parte di un unicum.

E' come un puzzle. Ogni pezzo può stare solo in un preciso posto ed è proprio grazie a questo che è possibile ricomporre il quadro di insieme.

Se si inizia ad esaminare l'esistenza con i suoi infiniti fenomeni, si scopre ben presto che in realtà moltissimi "pezzi del puzzle" sono evidentissimi, indiscutibili, e sono miliardi quelli anche alla portata della sola mente razionale, ma per fare questo è necessario essere totalmente onesti con se stessi,
il che serve ad eliminare il filtro dell'ego e della mente razionale, tra le altre cose.

Se metti i tuoi testicoli su di un tavolo di legno massiccio e gli dai una martellata, provi dolore?
Realtà, un pezzetto di realtà.

Il leggero sale, il pesante scende. Realtà, un grande pezzo di realtà.

Prova, indaga come farebbe un bambino, senza sapere, senza pregiudizi, vedrai quante cose reali troverai.

Se non sai se la realtà esiste, e tu vuoi andare a Parigi, verso dove dirigi i tuoi piedi?

Se non sai se la realtà esiste, e tu vuoi conoscere aspetti dell'esistenza, come fai a sapere dove rivolgere la tua consapevolezza?

Altroché se è un "problema", è fondamentale.

Infatti se è vero (reale) che la nostra mente non può conoscere la realtà ultima, e se è vero che noi possiamo conoscerla, questo significa che non è con la mente che possiamo farlo, o almeno non solo con essa.

Semplice, logico e reale.
Ora manca la verifica.

Citazione:
Esiste o non esiste una realtà oggettiva è un falso problema, nel senso che noi esseri umani non agiamo in base alla realtà oggettiva, ma attraverso le rappresentazioni che ci facciamo, e attraverso di esse facciamo la nostra esperienza.

Questa è una illusione parziale.
Perché se inizi ad esaminare con attenzione la tua vita, quello che fai tutti i giorni compresi i gesti più semplici, capirai che tu basi praticamente tutto quello che fai proprio sulla realtà oggettiva. Non ne sei consapevole, questo si, ma di fatto è proprio quello che fai in continuazione.

Poi c'è una "strato di comportamento" (per così dire) ulteriore, in cui quello che hai detto è assolutamente vero.
E qui ci riallacciamo al discorso di prima: chi è in te che vive e fa esperienza "attraverso le rappresentazioni che ci facciamo" ?

Il tuo corpo? Non sopravviveresti un giorno.

Infatti è la tua mente che vive così e per la precisione proprio la tua mente razionale e l'ego, quello che abbiamo eletto a Re di noi stessi.

Quando un Uomo si rimette a posto, quando rimette i suoi pezzi del puzzle che è, ognuno al posto suo, quindi il suo posto REALE, cambia tutto, perché non si vive più in base alle proprie rappresentazioni, ma in base alla realtà, di se stessi e del Mondo.

Personalmente cerco di esaminare ogni singola cosa che faccio e che incontro, per vedere se è una mia rappresentazione della realtà o se è la realtà, perché ho scoperto che vivere secondo la propria rappresentazione è proprio quello che crea infinito dolore a tutti noi.

Sto parlando in termini assoluti perché DEVO farlo, per essere chiaro.
Anche io ho le mie debolezze, le mie incertezze (sempre di meno), e momenti di confusione. Sono un umano cresciuto storto, non "a posto", con i pezzi del mio puzzle un po' nei posti giusti ma molti a casaccio, come tutti noi e rimettere a posto le cose è un gran lavoro. è un processo lungo e profondo.

Citazione:

Ed è importante che noi umani facciamo questa esperienza, come il maestro zen ha mostrato al sacerdote. Se ci fermiamo alla teoria, rischiamo di confondere il discorso sulla vita con la vita stessa, e ci perdiamo tutto il processo.

Giusto ma... per chi è importante?

E' importante per il nostro sacerdote della storia Zen, non per il Maestro.

Il Maestro non ha nessun bisogno di fare quel tipo di esperienza, o per meglio dire, non ha nessun bisogno di fare quel tipo di esperienza a quel livello dell'esistenza, perché è già oltre.

Se lo facesse, farebbe proprio quello che dici tu: sarebbe fermo ad una teoria, perché la realtà che vive è ben oltre quel bisogno.
Lui lo sa che la realtà esiste e vive in essa.

Ecco perché noi lo chiamiamo Maestro.

Lui è già a Parigi.


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