Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  invisibile il 12/2/2015 7:06:06
Citazione:

Ste_79 ha scritto:

La teoria dei tipi logici è una teoria che poi è stata ripresa dalla scuola di Palo Alto che indagava i paradossi della comunicazione.
Questi autori, in breve, si sono resi conto che tal volta le comunicazioni diventano paradossali, e che diventando paradossali creano problemi irrisolvibili (dato che il paradosso è irrisolvibile) dal punto di vista comunicativo, andando così a generare inutili sofferenze tra le persone.
Essi si sono chiesti se non era il caso di studiare la comunicazione in sé anziché la psiche umana per rintracciare i problemi che ci attanagliano nella vita di tutti i giorni.

La mia soluzione non è una soluzione definitiva al problema che tu hai sollevato. Soltanto ti indica un modo di risolvere il paradosso, che è quello della teoria dei tipi logici in cui si devono tener distinti i livelli logici per evitare i paradossi.
Quindi il livello dell'esperienza vissuta, è il livello 1. Quando noi parliamo dell'esperienza vissuta è il livello 2. Se poi vogliamo salire possiamo parlare del linguaggio con cui l'esperienza vissuta viene descritta, e allora il livello è 3.

In questo caso non si risolve il paradosso, perché "TUTTO" è un contenuto.
In questo caso il paradosso è nel contenuto e nel modo in cui viene descritto (è relativo), non nel contenitore, perché "tutto" non è interpretabile visto che "tutto" significa "niente escluso".

Citazione:
è perché insisti su qualcosa su cui qui nessuno ha mai detto niente? Qui nessuno si è messo a predicare. Qui tutti hanno solo esposto le loro idee e visioni. Quindi, perché insisti su questa cosa?

Perchè è il problema principale che interessa a me. Come ti ho già detto, quando si prendono delle verità astratte e le si oggettivizzano, le si assolutizzano, si creano i presupposti per ....
Tu invece pensi di no, che al contrario sia il relativismo a creare la maggior parte dei problemi per cui, in questo, non siamo d'accordo.

Io non penso questo.
Io penso che il relativismo sia parte di un sistema di potere, e ne abbiamo parlato di questo, in quanto strumento mentale che permette di avere la giustificazione etica per fare come cazzo ci pare, sempre e ovunque (luciferismo).

In questo senso è creatore di male perché, come sai, per me male equivale a disarmonia e se vai contro le leggi naturali (fare come cazzo ti pare) crei disarmonia.

Ma io non nego la relatività, quindi non ha senso pensare che la relatività è male e basta. Sappiamo che la relatività esiste perché la soggettività esiste.
Esistono entrambe le realtà, quella oggettiva e quella percepita, nel senso che ciò che io soggetto percepisco, lo percepisco come reale, ma questo da solo non dimostra che lo sia in senso oggettivo.

Citazione:

Non sto dicendo che tu stia predicando, sto dicendo che, come scritto anche a incredulo, io vedo nel mondo più una volontà di avere ragione sull'altro in base ad una verità oggettiva (qualsiasi essa sia) che una normale e sana discussione sulle proprie relative verità. Noto questo io nel mio mondo.


Questo per me non ha alcun senso.
Per me non esistono "verità soggettive" o "relative".
La realtà è UNA. La "Verità" è UNA.

La realtà è "ciò che esiste in sé, oggettivamente e concretamente".

Come io soggetto mi pongo o uso questa realtà, è un discorso completamente diverso.

Se Dio esiste, in sé, concretamente ed effettivamente (definizione della realtà), e io dico "Dio esiste", sto semplicemente esprimendo una realtà.
In che modo questa mia descrizione della realtà, è in sé una volontà di avere ragione sull'altro?

Stai mischiano le cose. La volontà di avere ragione fa parte del desiderio di potere, che è proprio quello che io identifico come causa prima della creazione del male da parte dell'uomo.

Io posso usare anche della realtà per sconfiggerti, per avere ragione, per acquisire potere su di te, ma questo non fa si che una realtà diventi non-reale, perché la realtà è "ciò che esiste in sé" e quindi noi non ci possiamo fare proprio niente, è qualcosa di molto più grande di noi, a prescindere che Dio esista o meno, perché che il leggero sale e che il pesante scende, mica lo abbiamo deciso noi.

E' così.

Le "normali e sane discussioni" le facciamo sulle nostre diverse visioni sulle cose, ma anche su quello che secondo me e te è realtà o meno, proprio come stiamo facendo.
Io non ho nessuna volontà di "avere ragione" su di te, perché a me interessa solo una cosa: la Verità.
Quindi se hai "ragione" tu o io, per me è uguale.
Hai ragione tu se quello che dici, se la tua visione, è aderente alla Verità, e viceversa.

Citazione:
Se non ci fosse questo pericolo, dovuto al fatto che non c'è misura che possa dirimere le questioni astratte, non avrei nulla da ridire con chi vuole attestare una verità oggettiva.

Ma questo dipende dal comportamento degli uomini, non dalle Verità.
Siamo sempre li.

Non ha senso avere timore di dire la Verità perché ci sono persone che usano la Verità (in realtà sempre e solo parte di essa, omettendo quello che non è funzionale al loro desiderio di potere) per avere potere sugli altri.
Che facciamo, neghiamo la realtà perché ci sono gli stronzi?

La mia decisione di vivere il più vicino possibile alla realtà, mi ha portato solo un gran bene.
E' molto difficile, perché il mondo degli uomini è basato sulla falsità ed è il mondo che mi ha formato quindi me la sono ritrovata in casa, per così dire, ma con il lavoro ed il tempo possiamo fare cose straordinarie, anche con noi stessi.

Lo ripeto, a me non interessa avere ragione su di te, non mi interessa nemmeno minimamente avere ragione su mc, dico davvero anche se sembra il contrario.
Se mc mi dimostra che può dimostrare di aver pensato "imbecille" al punto "B", io sono contento, perché mi indica un mio errore e siccome ho deciso anni fa di essere totalmente onesto e di essere il più possibile vicino alla realtà, ogni realtà che comprendo è per me fonte di grande gioia e gratitudine verso chi mi ha aiutato a vederla.

Per me questo è qualcosa di molto serio, è la base delle mie scelte esistenziali e non transigo nemmeno con me stesso su questa cosa.

Citazione:
La libertà invece è un qualcosa di oggettivo.

Ah si? parlamene... Se poi scopriamo che abbiamo due concetti diversi di libertà ? che cosa facciamo? Chi stabilisce se è la mia idea di libertà o la tua ad essere oggettiva?

Il mio concetto è quello comune (Treccani):

In senso astratto e più generale, la facoltà di pensare, di operare, di scegliere a proprio talento, in modo autonomo; cioè, in termini filosofici, quella facoltà che è il presupposto trascendentale della possibilità e della libertà del volere

che possiamo riassumere con libertà di scelta.

Se mi dici il tuo concetto poi possiamo discutere, con piacere.


Citazione:
Io sono più libero del verme equatoriale, perché ho un mondo di scelte e di esperienze possibili in più rispetto a lui

ti faccio notare che già nel "rispetto a lui" è implicita una relatività.

Certo che si. Ma questo non cambia la realtà che io sono più libero di lui.
(segue)

Citazione:

E poi, Dal punto di vista del verme il problema proprio non si pone, perchè lui non ha nessuna minima idea dell'esistenza di altro rispetto quello che sente, per cui non ha possibilità di scelta quindi neanche libertà di scelta.

Anche qui confondi le cose.
Il fatto che lui non sappia che esiste un altra dimensione, dove esiste maggiore libertà per chi ci vive, non cambia la realtà dell'esistenza di tale dimensione e della maggiore libertà che si ha in essa.

Lui non lo sa, tutto qui.

---> La mente umana non sa (e non può "saperlo") che esiste un altro mondo, quello spirituale, dove esiste una libertà più grande rispetto al suo mondo. Questo non significa che tale mondo non esista, significa solo che la mente non lo sa.

Citazione:
Per lui magari la libertà si configura come un andare a sinistra piuttosto che a destra e in questa scelta vede la realizzazione della propria libertà..

Infatti io non ho mai detto che il nostro amato "verme" è scemo.
Lo è solo se crede che la sua è l'unica realtà possibile e che oltre la destra e la sinistra non c'è niente, senza avere le prove oggettive che sia così.

Avrai capito che sto descrivendo l'assurdità del pensiero materialista e l'assurdità del paradigma scientifico quando vogliono essere i paradigmi universali.

Citazione:
Che chi vive con la sfera abbia maggiori possibilità, e per cui maggiore libertà di chi vive nel foglio, è oggettivo.

Io non la vedo tutta questa oggettività.

Tu non la vedi perché non ci hai riflettuto bene, ma è così.
Chi vive nel foglio può scegliere, partendo dal punto in cui si trova, le direzioni comprese nelle due dimensioni (cerchio).
Chi vive nella tridimensionalità può scegliere, partendo dal punto in cui si trova, le direzioni comprese nella sfera.

Fai un po' il conto...

(qui c'è un altro bel Koan... vediamo chi lo capisce...)

Citazione:
Io non la vedo tutta questa oggettività. Io semplicemente vedo un altro livello, e basta. anche perchè una volta che hai raggiunto il livello sfera, ovvero sei salito ad una comprensione più elevata, non hai più la possibilità di tornare indietro, quindi la possibilità dei mondi "inferiori", è persa per sempre.

Sbagliato.
Per rimanere nell'esempio, io che vivo nella tridimensionalità, posso decidere di muovermi su un piano bidimensionale, chi me lo impedisce?
La differenza è che so, grazie all'esperienza del mio nuovo mondo, che posso anche fare altrimenti, quindi sono più libero.
Guardando la sfera, io posso vederla come sfera (la parte esposta alla mia vista, limite della tridimensionalità quindi magari c'è una quarta... ), ma posso anche vedere un cerchio limitando la mia osservazione ai contorni della sfera. Mica che se vedo la sfera non posso più vederla come un cerchio.

Nel mondo bidimensionale è compreso quello unidimensionale, quindi fa parte delle esperienze possibili (libertà).
Nel tridimensionale è compreso quello bidimensionale.

E così via?

Possiamo dire che è una supposizione sensata

PS
Dimenticavo...

Citazione:
E poi, Dal punto di vista del verme il problema proprio non si pone, perchè lui non ha nessuna minima idea dell'esistenza di altro rispetto quello che sente, per cui non ha possibilità di scelta quindi neanche libertà di scelta.

Ma quand'è che l'omino che vive nel foglio è diventato un verme?

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