Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  invisibile il 10/5/2015 19:03:26
Un utente mi ha chiesto di parlare di nuovo sull'educazione dei bambini che fa parte della tradizione cinese (tradizione che purtroppo si sta velocemente perdendo, a causa della diffusione del modello occidentale di vita), riconducibile alla visione taoista, visto che è questa visione l'origine della filosofia, della sapienza popolare e delle tradizioni cinesi.
Ho cercato quel post per indicarglielo ma si è perso nel casino, quindi lo riscrivo e approfitto per farlo in modo più esteso e completo, anche perché ha a che vedere con il furto della magia e mostra come un certo tipo di educazione contribuisca a realizzare tale furto, disequilibrando e indebolendo l'Essere che siamo fin dalla più tenera età e così facendo, danneggiare e rallentare la crescita interiore.

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Ci sono due cose che i cinesi fanno con i bambini e che sono collegate tra loro.

Quando feci un viaggio in Cina, all'inizio degli anni '90 quando la Cina era ancora tale, dopo la prima settimana sentivo un qualcosa di "strano" che non riuscivo ad identificare, mi mancava "qualcosa"....
Ad un certo punto ho capito: non si sentiva praticamente mai un bambino piangere e non si vedeva mai un bambino fare i capricci.
Chiesi ala guida come mai di tanta pace ed ecco quello che mi spiegò.

Fin dalla culla nessun adulto risponde al pianto dei bambini, quando non si tratta di un vero bisogno (fame, cacca, dolore, troppo caldo [EDIT: Amore / grazie @sonsokh ...).
Se un bambino ha tendenze capricciose, lo lasciano piangere per tutto il tempo necessario affinché capisca che piangendo non si ottiene nulla.

La mamma, chiaramente, si occupa dei suoi bisogni, ma se il bambino piange per richiedere altro, non gli presta la minima attenzione, lo ignora totalmente fino a quando non smette di piangere, il che avviene in genere in poco tempo, perché i bambini sono si piccoli, ma non sono affatto stupidi (nessuno nasce stupido...).
Magari dopo qualche giorno il bambino ci riprova e il "trattamento", o per meglio dire l'assenza di trattamento, si ripete, ma in genere bastano pochissime volte prima che il bambino rinunci a tentare di usare quel sistema.

La guida mi raccontava che per loro era FONDAMENTALE far capire il più presto possibile ai bambini che piangendo non si ottiene nulla.
A noi occidentali questo può apparire crudele, invece ho capito che è un grande atto di Amore, perché così facendo i bambini crescono senza essere minimamente viziati e sanno che per ottenere quello che vogliono devono fare qualcosa e che piangere non è il sistema adatto. Inoltre il piangere, se confermato come metodo efficace per ottenere qualcosa, assume nel tempo molte forme, anche non palesi e spesso inconsce, rendendo il carattere della persona debole e vulnerabile.
Questo li fa crescere molto sicuri di sé, perché grazie a questo sistema diventano anche molto abili a FARE in giovanissima età, ed è anche l'abilità di fare che conferma a noi stessi la nostra esistenza, che aiuta a formare la nostra capacità di esprimersi ed interagire con il mondo, il che rappresenta un aspetto fondamentale della crescita.

Il secondo metodo consiste nel non DIRE mai di no ai bambini, soprattutto se piccoli e questo me lo spiegò successivamente il mio Maestro, un giorno che discutevamo di questi aspetti dell'educazione.

Il "no" non va MAI detto a parole ad un bambino piccolo, ma sempre e solo con dei fatti concreti.

Un bambino vede la mamma preparare la cena. Ha un grosso coltello in mano che usa per spezzettare le pietanze prima di cucinarle (che è uno spettacolo affascinante visto che spesso sono molto abili in tale compito).
La mamma lascia il coltello sulla tavola e si gira verso i fornelli per mettere sul fuoco il preparato.
Il bambino, ovviamente allunga la manina per prendere il coltello, perché anche lui vuole usare quel magico strumento (ha già pensato di ridurre a brandelli le pantofole del nonno ).

La mamma vede con la coda dell'occhio la manina avvicinarsi pericolosamente al coltello, ma invece di dire il classico "NO!", lascia immediatamente ogni altra cosa che stava facendo per intervenire con un fatto concreto e lo fa anche a costo di buttare per terra il cibo che aveva in mano, se necessario.

Lo fa ad ogni costo.

Non dice assolutamente nulla, prende il coltello e lo mette su un ripiano in alto dove il bambino non ci può arrivare in nessun caso e, cosa molto importante, non trasmette in nessun modo, né verbale né con espressioni né con EMOZIONI, un messaggio di biasimo o contrarietà verso il desiderio del bambino.

ZERO COMUNICAZIONE = neutralità assoluta = nessun giudizio di nessun tipo.

NON lo nasconde alla vista, ma lascia che il bambino possa vederlo e così capire che lassù proprio non ci può arrivare.

Qui arriva in "appoggio" il primo insegnamento di cui parlavo, perché protestare, piangere o fare i capricci, è già appurato che non funziona.

Quindi ora il bambino è SOLO di fronte al nuovo problema di come arrivare fin lassù per prendere lo strumento magico, e questo comporta che si stimoli in lui anche la facoltà riflessiva, altra facoltà fondamentale dell'Uomo.

Non avendo ricevuto nessun giudizio di biasimo per il suo desiderio, nel bambino non si crea nessun conflitto, perché nessuno gli ha detto che "non si fa", semplicemente si trova in una situazione in cui "non può" ottenere quello che desidera.
Col tempo il bambino capisce che deve trovare il modo "in cui potere" ed il processo di crescita ed elaborazione rimane pulito, senza aggiunte di visioni soggettive da parte di "altri" e quindi senza l'ombra di condizionamenti, che, proiettati nel futuro, possano diventare parte di una "morale".
Una morale imposta e non scelta in modo autonomo e consapevole.

Noi pensiamo, ma così si creano frustrazioni, pensiamo che bisogna spiegare al bambino il perché non può prendere il coltello etc.

Grande errore.

Il bambino, soprattutto se piccolo, in questi casi non capisce nulla di quello che gli si cerca di spiegare, basta guardare la loro espressione quando gli si spiegano cose simili per rendersene conto, è evidente che sta a sentire la mamma solo perché gli vuole bene ma mica capisce la spiegazione, al massimo il bambino arriva a capire le parole che la mamma gli sta dicendo, che non può avere il coltello e (lei dice) che è perché se lo prende si farà male. Ma per lui quel concetto è troppo complesso per arrivare a capirlo, non ha mai avuto la verifica dell'esperienza di farsi male con il coltello, quindi rimangono solo parole vuote, per lui l'unica cosa che conta è che non è riuscito ad impossessarsi del magico strumento e questo a causa di un "NO" incomprensibile, ed è per lui incomprensibile perché a quell'età non ha la consapevolezza e la formazione mentale adatta per comprendere appieno il motivo della negazione, negazione che si cerca di trasmettere con il "NO" verbale, e quindi esclusivamente per via RAZIONALE, MENTALE.

Questo si, al contrario, che crea frustrazione ed incomprensione, fino ad arrivare alla perdita della fiducia in quello che dicono i "grandi" perché a furia di sentire spiegazioni incomprensibili, la perdita della fiducia è cosa praticamente certa.

Negargli il coltello con un fatto concreto, e fare in modo che lui veda che non è alla sua portata, è un messaggio chiaro e senza possibilità di fraintendimento e, cosa fondamentale, comunicato al bambino in un linguaggio armonioso e completo che lui può comprendere appieno. Sta a lui poi interpretare a seconda delle sue capacità e rispetto alla fase di crescita che sta vivendo, questo fatto concreto.
Inoltre questo metodo stimola il suo desiderio di diventare "grande", di crescere, perché capisce che l'unico modo per poter un bel giorno arrivare ad avere il magico strumento, è quello di diventare alto come mamma e papà.

Si... c'è la sedia... che messa sotto al ripiano gli permette di arrivarci e ben presto sarà uno dei tentativi che farà... ma c'è anche il ripiano ancora più alto dove, sempre con l'ausilio della sedia, la mamma mette il coltello ancora più in alto

Quando crescerà un po', all'ennesimo messaggio concreto di negazione, sarà lui a domandare alla mamma "perché non posso prendere il coltello?"
Ecco che ci sta dimostrando di aver elaborato da solo le varie esperienze e di essere pronto a capire anche mentalmente e razionalmente, i motivi di tale negazione e a quel punto è importante spiegargli il perché, magari facendogli vedere come funziona un coltello, che taglia le cose più morbide del metallo con cui è fatto e che le sue dita sono molto più morbide della lama affilata del coltello, e quindi può farsi molto male. come quando si è tagliato un dito giocando in giardino con quel pezzo di ferro vecchio che aveva ripescato dalla fogna puzzolente

Questo sistema richiede molta attenzione da parte degli adulti, rinuncia alla pigrizia (dire "no" è molto comodo), pazienza, comprensione e Amore, ed è perfettamente a misura dell'Essere che siamo, perché considera la nostra parte mentale-razionale per quello che è e non come la cosa più importante in noi o come un semplice "computer dove immagazzinare ed elaborare informazioni".

E' un sistema che considera la realtà di chi siamo veramente, perché guida il bambino all'apprendimento con fatti concreti e completi, lasciandogli il suo tempo naturale di crescita in ogni sua parte e senza forzarlo in alcun modo.

Ecco una preziosa applicazione pratica di certe cose di cui abbiamo discusso qui, che è preziosa anche per noi adulti, visto che può arrivare a cambiare il "suono di sottofondo" di una intera civiltà

Quindi mamme, DIFFONDETE per carità!

EDIT
@sonsokh, in privato, mi ha fatto riflettere sulla questione "lasciare piangere il bambino", quindi chiarisco che questo metodo si applica solo se non si tratta di un vero bisogno e nei bisogni fondamentali di ogni bambino c'è l'Amore, la protezione, il contatto umano e la risposta a questi bisogni è indispensabile, perché come ho già detto nella discussione, l'Amore è il più importante nutrimento per i bambini, e non solo per loro...
E' proprio la negazione dell'Amore che provoca i terribili danni che le persone si portano dentro,, spesso per tutta la Vita, ed è proprio questa negazione l'arma più efficace e terribile con cui viene effettuato il furto della magia da chi vuole comandare sugli altri.

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