Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  mc il 9/7/2015 18:48:17
Slobby
Seguo il tuo ragionamento fino a che arrivi a dire che una scelta/azione non dipende da te, cioè che non segui l'espressione di te stesso ma rifletti il pensiero di un altro...
Ma sei te stesso quando stai valutando di comprare e sei te stesso nel momento in cui agisci e compri tale poster.
Il fatto che tu abbia scelto di agire dipende da te. Non la vedo come una sudditanza se attuata valutandone in profondità le conseguenze concrete. Per esempio, la staticizzazione di un periodo del proprio ciclo vitale in un ottica bolivariana, o marxista... Una staticità relativa alla proprio ciclo.
Essere influenzato non un è un comportamento passivo, ma del tutto attivo.

In questa maniera non esistono scelte giuste o sbagliate, ma scelte relative a se stessi.
Questo modo di vedere le cose, tra le altre cose, tende anche a definire un netto confine tra i pensieri astratti, quelli privati, personali, inaccessibili dagli altri, e le azioni concrete che ne derivano, liberandoci completamente da peccati di intenzione, pane quotidiano delle dottrine di tutto il mondo e abitudine castrante (perchè, in un ottica dinamica interna, la valutazione, anche se di pessime si trattasse, scelte accresce sicuramente la qualità intuitiva che si esprime in una scelta ponderata). In questo contesto, le azioni diventano il vero dato oggettivo concreto di convivenza di genere ed interspecie... Ed ambientale... che per definizione definiscono l'essere in questione.

L'io è quello che finalizza: un essere dinamico che crea azioni statiche e relative al suo tempo.
Azioni che da un punto di vista interiore, risultano essere riferimenti oggettivi reali, indiscutibili e coerenti con una visione relativistica della propria esistenza.

Impostando il discorso sui massimi sistemi, partendo da astrazioni speculative, tutto il controllo logico sulle azioni personali, allargando a quelle di specie, non ha più nessun apporto concreto perché disperse nell'indeterminabilità del Tutto... Ed i ragionamenti che ne scaturiscono, da tale indeterminabilità, non possono che esprimere la stessa distanza tra l'oggettività di azioni concrete indiscutibili e la soggettività relativa nell'astrazione sui massimi sistemi... sul quale, ricordo, potremmo non avere nessuna possibilità di influenza.

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Per quanto riguarda il discorso intuito, penso sia solo una questione di abitudine... Abitudine razionale, suppongo si possa definire così. Che poi può diventare una predisposizione...

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Criticare la razionalità descrivendola come castrante, nella supposizione che una scelta logica-razionale ed una conseguente azione finalizzante, possa escludere implicazioni emotive a priori è, a mio avviso, una distorsione culturale che le ha sempre descritte, antropomorfizzandole, come una personalità in contrasto con l'altra, ma non v'è motivo di pensare che un bilancio razionale non prenda in considerazione implicazioni emotive.

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...L'ho buttata lí...


mc

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