Re: Chi siamo veramente, cosa siamo veramente?

Inviato da  mc il 9/7/2015 21:31:44
Citazione:
Insomma...riassumo..tu fai un ragionamento puntando l'aguzzo del compasso come staticità di un presunto te stesso, poi allarghi o restringi il cerchio...e no caro..! Riciclo Shavo...

Vuoi la guerra?

Ahahaha...

Allora. Si! Ci puoi scommettere le chiappe che allargo e stringo perché sono due prospettive completamente diverse. (Naturalmente scherzo!)
Seriamente:
Perché non riesci a vedere i ritmi diversi di scansione degli istanti?

Ecco perché mi piace l'idea dei flussi che si intersecano: si presta a questa visione relativa.

Citazione:
Noi siamo una potenzialità intrecciata con quello che ti passa il convento!

Non regge. Mi dispiace.
Adattamento individuale confuso con identità individuale, non é realistica (vedi alla voce codice comportamentale).
È l'apoteosi del conformismo una visione del genere. Ovviamente, nella sua potenzialità assoluta, sto generalizzando!
Non è il contesto a gestire l'individuo, sono le azioni dell'individuo a decifrare l'individuo stesso.
Che ha in pugno, in base alle sue nozioni personali, le redini del gioco.

Questo è quello di cui parlavo prima. Non c'è inerzia ci sono, semmai, delle scelte d'inerzia.

La degenerazione del contesto sublima nel momento in cui l'emotività viene contrapposta alla razionalità nelle scelte. Non è uno scontro è un bilancio individuale... personale non impersonale!

Tornando al compasso, riesci sicuramente a capire l'intensità di un confronto interiore rispetto alla relativa tranquillità temporale di eventi esterni (il famoso contesto), considerando di valutare un livello medio di situazione quotidiana per un singolo individuo (in linea teorica, per semplificare il ragionamento).
Torniamo ai flussi per un attimo.
L'io rappresenterebbe, nel mio ragionamento, l'incrocio di questi diversi flussi vitali. Dove i vari parametri differenti convergono per essere analizzati e per reagire di conseguenza ad essi in direzioni opposte, nel verso interiore, ed in quello esteriore.
Poi, che il flusso sia unico o un numero illimitato, per un punto d'incrocio non c'è differenza. Deve "solo" cercare di capire e riconoscere i vari flussi e adattarvi le proprie risposte, modulandole nell'esperienza individuale.
Citazione:
....io sono un mucchio di "voci" che ...fanno quello che possono/vogliono..litigano e agiscono indipendentemente a situazioni certe, ben distinte!...le varie scelte che mi sfoggio come potenziale, in realtà è in tutti noi..il vantaggio è saperlo dagli 11anni in avanti....ma noi siamo di certo una poltiglia con una linea di massima..nulla di più ..

Non capisco su quale piano contestuale imbastisci questo ragionamento...
Ci provo: sul piano delle scelte personali, come dicevo, penso sia una questione di abitudine ... E poi di attitudine, certo. Quindi, è una considerazione da verificarsi soggettivamente.
Personalmente, vivo le tensioni interiori come singolo individuo. L'indole evocativa é chiaramente di tipo emotivo, per lo più, ma é il sottobosco della valutazione finalizzante, insieme a tutto il resto del proprio io, razionalità compresa. È un brodo unico... Un brodo di flussi ... Il famoso incrocio che deve "solo" imparare a rispondere omnidirezionalmente...

Va da sè che allontanarsi, come ho mi sono permesso di fare anch'io, da quest'incrocio determina un indeterminabilità intrinseca alla distanza relativa. Che capisco suoni come una supercazzola, ma mi ci vorrebbe un mese per riformulare...

mc

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