Re: La verità e le versioni ufficiali nella storia italiana

Inviato da  black il 13/11/2013 17:01:50
Citazione:
la cosa strana è che il CLN aveva stabilito che Mussolini dovesse essere processato, così che il processo divenisse un atto d'accusa contro il fascismo in sè e dunque chi sparò contravvenne palesemente a quell'ordine


io sapevo un'altra versione che è quella dichiarata da longo e pertini,nessun processo omicidio immediato:

Citazione:
Altrettanto noti sono i particolari della fucilazione del Duce e della Petacci in località Giulino di Mezzegra (Como) su ordine del CLNAI (Comitato Nazionale per la Liberazione dell’Alta Italia, ndr). La decisione era già stata presa dal Comando generale del CVL in uno scambio di opinioni avvenuto all’inizio dell’insurrezione, sulla sorte da riservare a Mussolini nel caso fosse stato catturato dai partigiani. <Lo si deve accoppare subito, in malo modo, senza processo, senza teatralità, senza frasi storiche> fu la proposta di Luigi Longo che aggiunse: <E’ da tempo che il popolo italiano ha pronunciato la sentenza, non si tratta che di eseguirla>. Gli altri membri del comando furono tutti concordi”.



vi lascio qui la citazione completa:

Citazione:
Ma veniamo ai drammatici giorni dell’aprile 1945 (25-30) che hanno caratterizzato la fine della guerra di librazione combattuta per liberare l’Italia dalla tirannide nazifascista. Sul Web (www.resistenze.org. I siti Internet citati sono reperibili per via telematica) si legge: “Alle ore 20,30 del 27 al Comando generale del CVL (Corpo Volontari della Libertà, ndr) perviene dalla 52a Brigata Garibaldi (Luigi Clerici) il messaggio: <Mussolini, Pavolini, Bombacci sono stati arrestati. Seguiranno altre notizie>. Queste arrivano due ore dopo con i nominativi dei catturati. Sono noti i particolari dell’arresto di Mussolini e della sua banda. Un distaccamento di garibaldini in missione per andare a cercare qualche pacco di sigari trova invece... Mussolini. Le vie del tabacco, come quelle del Signore, sono veramente infinite. Altrettanto noti sono i particolari della fucilazione del Duce e della Petacci in località Giulino di Mezzegra (Como) su ordine del CLNAI (Comitato Nazionale per la Liberazione dell’Alta Italia, ndr). La decisione era già stata presa dal Comando generale del CVL in uno scambio di opinioni avvenuto all’inizio dell’insurrezione, sulla sorte da riservare a Mussolini nel caso fosse stato catturato dai partigiani. <Lo si deve accoppare subito, in malo modo, senza processo, senza teatralità, senza frasi storiche> fu la proposta di Luigi Longo che aggiunse: <E’ da tempo che il popolo italiano ha pronunciato la sentenza, non si tratta che di eseguirla>. Gli altri membri del comando furono tutti concordi”.

“Tuttavia l’esecuzione della sentenza non fu facile perché ci fu chi cercò di mettere il proverbiale bastone tra le ruote. Appena giunta al comando del CVL la notizia della cattura di Mussolini vengono immediatamente inviati il colonnello Valerio (Walter Audisio) e Aldo Lampredi (Guido) con un plotone di garibaldini dell’Oltrepò pavese appena giunti a Milano; il plotone ha l’ordine di fare giustizia. All’indomani mattina racconta Luigi Longo, <mentre mi trovavo al comando fui chiamato al telefono da Como. Era Valerio che voleva informarmi della situazione. Un vociare, un intrecciarsi di strida, risuonavano nella stanza da cui Valerio telefonava. Ad un tratto sento Valerio gridare come un ossesso: <Fuori di qui altrimenti vi faccio fuori io>. La situazione era questa: quelli del CLN (Comitato di Liberazione Nazionale, ndr) di Como erano più terrorizzati che onorati della cattura di Mussolini. Sollevavano ogni possibile eccezione per non guidare Lampredi e Valerio dove si trovava Mussolini. Si capiva che era giunto qualche agente americano per fare valere particolari diritti sulla persona di Mussolini. Valerio chiedeva istruzioni. La risposta che diedi fu semplice: <O fate fuori lui o sarete fatti fuori voi>. Non ci fu, conclude Longo, bisogno di altro. <Sentii sbattere il ricevitore sull’apparecchio telefonico e mi immaginai il colonnello Valerio filare dritto, dritto, senza più esitazione alcuna per la missione cui era stato comandato>”.



“Il quartier generale alleato immediatamente informato della cattura di Mussolini, al mattino del 28 fa pervenire al CLNAI due pressanti messaggi; il primo dice: <Per CLNAI stop Comando alleato desidera immediatamente informazioni su presunta locazione Mussolini dico Mussolini stop Se est stato catturato si ordina egli venga trattenuto per immediata consegna at comando alleato stop Si richiede che voi portiate queste informazioni subito et notifichiate formazioni partigiane che avrebbero effettuato cattura del suddetto ordine che riceve assoluta precedenza>. Due ore dopo arriva il secondo messaggio: <Per CLNAI dico CLNAI stop XV gruppo d’armate desidera portare Mussolini et Graziani dico Mussolini et Graziani at sede comando alleato stop Se voi siete disposti a rilasciarli est possibile inviare quadrimotore per prelievo>. Gli alleati non avevano mai avuto così grande fretta nelle loro operazioni, ma gli italiani avevano più fretta di loro. Nel momento in cui incalzano con i loro messaggi, giustizia è già stata fatta. Ed è importante sia stata fatta dagli italiani in nome del popolo italiano” (a quei due radiomessaggi, provenienti dal comando interalleato di Siena, il CVL rispose che Mussolini era già stato fucilato a Milano nello stesso luogo dov’erano stati massacrati, l’anno prima, quindici patrioti antifascisti, ndr).


c'è poi la versione del partigiano bill

Citazione:
La lettura delle righe soprascritte ci permettono di affermare che Luigi Longo, la mattina del 28 aprile del 1945, era a Milano nella sede del comando del CVL. Molti Autori, invece, dicono che quella telefonata è stata una bufala inventata da Longo per mascherare una ben altra verità. Per loro Longo sarebbe partito di volata dopo l’Audisio e si sarebbe recato a Bonzanigo dove avrebbe fucilato di persona sia il Duce che Claretta Petacci (F. Bandini. Vita e morte segreta di Mussolini. Mondadori, 1978; U. Lazzaro. Dongo. Mezzo secolo di Vergogne. Mondadori, 1997; L. Garibaldi. La pista inglese. Ares, 2002; P. Tompkins. Dalle carte segrete del Duce. Il Saggiatore, 2004; G. Pisanò. Gli ultimi cinque secondi di Mussolini. Il Saggiatore, 2004; P. Maccarini. Claretta e Ben. La fine. Edizioni Guardamagna, 2005). Riportiamo, ad esempio, la seguente notizia telematica (it.altermedia.info): “E’ morto ieri sera, nell’ospedale di Vercelli dove era da qualche giorno ricoverato, Urbano Lazzaro (Bill), il partigiano della 52° Brigata Garibaldi che il 28 aprile 1945, a Dongo, arrestò Benito Mussolini. Il Duce, indossato un cappotto tedesco, si era nascosto su un camion della colonna e stava tentando l’espatrio in Svizzera (affermazione ormai seza significato perché provatamente non vera, ndr). Il Lazzaro scrisse anche un libro su Mussolini, a quattro mani con Pier Bellini delle Stelle (Pedro, ndr), comandante della brigata garibaldina in cui militava. Nel saggio sosteneva che a fucilare Mussolini non sarebbe stato il colonnello Valerio, bensì Luigi Longo, smentendo così una fotografia pubblicata sul Corriere della sera dell’epoca che avrebbe immortalato Longo, in quelle stesse ore, durante un comizio a Milano”. Urbano Lazzaro non ha mai deflettuto. Anche nel 2004 ha confermato in Televisione che ad uccidere il Duce è stato Luigi Longo (M. L., Forenza, P. Tompkins. Mussolini: L’ultima verità. RAI TRE, 30 Agosto, 2004. Idem. Il carteggio Churchill-Mussolini: L’ultima verità. RAI TRE, 7 Settebre, 2004).


mussolini se non fosse stato ucciso si sarebbe salvato come il boia graziani

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