La quercia di Ferrero

Inviato da  sabo59 il 29/9/2009 16:15:22


Fino a non molto tempo fa, aggrappandosi con le unghie e con i denti alle allucinazioni di Gerald Posner, Federico Ferrero sosteneva con estrema convinzione la teoria secondo la quale il primo sparo di Oswald (collocato a Z160 circa) sarebbe stato deviato da un ramo della quercia sottostante.
Questa ipotesi serviva a giustificare in qualche modo l’errore imperdonabile del cecchino che mancava il bersaglio da una risibile distanza, ed inoltre consentiva di ritenere, con l’ausilio di non poca fantasia, che quella deviazione (vedi traiettoria gialla) avesse condotto il proiettile ad impattare il marciapiede dalle parti di Tague, procurando a quest’ultimo la ferita di striscio alla guancia.
Ma dopo aver riflettuto un po’, e magari essersi documentato meglio, mantenendo fede alle sue frequenti incertezze (da me puntualmente messe in evidenza) FF decide nuovamente di cambiare idea e di mettere da parte l’ostentata quanto presunta “specializzazione in balistica forense e affini”.
Infatti si sarà reso conto che un esile ramo non avrebbe potuto provocare una tale deviazione, e che solo un ostacolo molto rigido e imperforabile avrebbe potuto causare la scamiciatura del proiettile, a questo punto indispensabile per giustificare l’assenza di rame nel foro del marciapiede.
Attualmente, in attesa di opinioni definitive al riguardo, Ferrero mantiene viva la deviazione sul ramo modificandone sensibilmente l’entità, e ci informa che dopo l’impatto nella quercia la pallottola (vedi traiettoria rossa) colpì l’asfalto di Elm Street davanti alla limousine presidenziale, scamiciandosi e frammentandosi in modo che uno di quei frammenti raggiungesse la zona dove si trovava Tague.
L’evento incredibile, forse possibile in un mondo parallelo al nostro, è la traiettoria perfettamente a “pelo d’asfalto” intrapresa da questo frammento che avrebbe, dopo il violento impatto su Elm, fantascientificamente conservato l’energia necessaria per percorrere un altro centinaio di metri e bucare il cemento del marciapiede, anzichè schizzare violentemente verso l'alto per poi ricadere da qualche parte ormai privo di energia.
Ma il fatto ancora più incredibile è che Ferrero parli di “quercia della cospirazione” e di “quercia della discordia” quasi come se certe assurdità le avessero inventate i critici della tesi ufficiale. Nello specifico si fa direttamente riferimento a un articolo di Massimo Mazzucco, e indirettamente si accenna a ciò che il sottoscritto riferisce nel proprio sito nella sezione dedicata a johnkennedy.it.
Siamo spiacenti, signor Ferrero, ma coloro che lei definisce complottisti non sarebbero mai capaci di concepire e diffondere stupidaggini che offendono anche l’intelligenza del più ignorante degli esseri umani. Lasciamo volentieri al suo sito e a coloro a cui si ispira, la paternità di teorie che lei sarcasticamente, e questa volta giustamente, definirebbe “bufale”.

Giuseppe
www.jfkennedy.it

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