Re: Cosa è l

Inviato da  genfranco il 11/5/2014 9:37:58
Ciao, sei una noemamma o stai per diventarlo?
Ingoi gli "ALIMENTI ESSENZIALI"?
Hai sicuramente un GRANDISSIMO vantaggio
Ti propongo però un consiglio per tua alimentazione ideale onde tenere in SALUTE i tuoi figli.
Mi permetto di farlo correggendo i consigli che ritengo VERAMENTE NOCIVI come quello del CAFFE' che è DROGA, che va ASSOLUTAMENTE EVITATO SEMPRE ma a maggior ragione quando si allatta, poichè è sopratutto INSETTICIDA e dato che fà male a te, pensa ai tuoi figli.
Appena sotto il video che ti spiega per benino il VERO VOLTO di questo INSETTICIDA che in una videata ti riporta uno scaffale pieno di RAID INSETTICIDA e ti indica che la CAFFEINA fà parte di questi prodotti.
Invece vorrei correggere sul fatto dei POMODORI che fanno parte delle verdure e che quindi ingoiando ACIDO ASCORBICO non possono che essere sostanziosi.
Buona Lettura

Il video del CAFFE':
http://www.guidafinlandia.it/informazioni/curiosita-finlandesi/video-finlandia/caffe-video/

LA DIETA PER CHI ALLATTA
Mangiando nel modo giusto la donna che sta allattando tutela la salute del suo bimbo
Se il piccolo si attacca al seno con piacere è perché gradisce quel che… la mamma porta in tavola! Meno bizzarro di quanto possa sembrare: mangiando nel modo giusto, infatti, la donna tutela il proprio benessere, evita che l’alimento principe del bimbo nei primi mesi di vita – il latte materno, appunto – si ‘guasti’ e tutela la salute del suo bimbo.

Il menu ‘ideale’
Varia, per prima cosa. E completa di tutte le principali categorie nutritive: carboidrati, proteine, minerali, vitamine e grassi (pochi e buoni). È la dieta adatta alla mamma che allatta. Utile per prima cosa a garantire al suo organismo una corretta ripartizione di elementi nutritivi, quindi di energia utile a svolgere le tante incombenze quotidiane. Ma non solo. In questi ultimi anni ci si è accorti che alcuni alimenti, grazie alla loro particolare composizione, esercitano un’azione diretta e positiva sia sull’organismo della mamma, sia su quello del piccolo, attraverso il latte di cui si nutre.

Nella lista della spesa non dimenticare questi!
Al di là delle regole generali che è importantissimo seguire, ecco quali sono gli alimenti che non dovrebbero mancare sulla tavola della mamma che allatta.

Lo yogurt. Perfetto già per la prima colazione del mattino, lo yogurt è ricco di proteine e contiene un’alta quantità di calcio, un elemento indispensabile durante l’allattamento per ricostituire quello che viene utilizzato dall’organismo materno per la produzione del latte. Inoltre, i fermenti presenti nello yogurt aumentano la funzionalità dell’intestino, permettendo un miglior assorbimento dei sali minerali e dei fattori vitaminici che poi si ritroveranno, in parte, nel latte. Recenti ricerche, infine, indicano che lo yogurt possiede anche un alto potere saziante, cosa che farà piacere a quelle neomamme che hanno acquistato qualche chilo di troppo durante la gravidanza e desiderano sfruttare in pieno l’effetto ‘dimagrante’ dell’allattamento.

L’orzo. Se pasta e riso sono la nostra più comune fonte di amido, durante l’allattamento vale la pena di allargare l’orizzonte anche a un altro cereale: l’orzo. Il cibo, secondo Ippocrate, ‘più adatto al pensiero e all’esercizio fisico’. In effetti, oggi è dimostrato che l’orzo, grazie all’elevato contenuto di fosforo, magnesio e zuccheri, potenzia l’attività intellettuale e dà energia. Oltretutto, si rivela il cereale più ricco di proteine, essenziali per la costruzione del tessuto muscolare. Tra le sue virtù, poi, ci sono anche le sue proprietà remineralizzanti e rinfrescanti; oltre al fosforo e al magnesio, infatti, contiene buone quantità di potassio, ferro e anche di silicio, che stimola efficacemente la crescita e, nello stesso tempo, svolge un’azione blandamente sedativa, aiutando a combattere lo stress.

L’olio extravergine d’oliva. Non solo ha una composizione in acidi grassi diversa e migliore rispetto a ogni altro olio: l’olio extravergine d’oliva contiene anche una quantità di altre sostanze utili per la prevenzione di diversi disturbi. Per la neomamma costituisce una fonte preziosissima di antiossidanti (soprattutto polifenoli), in grado di aiutarla a mantenere l’efficienza cardiocircolatoria e a recuperare il giusto tono dei tessuti, stressati dalla gravidanza. Per il bimbo, invece, l’extravergine è una fonte preziosa di due acidi grassi essenziali: si tratta di veri e propri fattori vitaminici, l’acido linoleico e l’acido linolenico, che sono presenti nell’olio d’oliva in proporzioni assolutamente simili a quelle contenute nel latte materno.

Il salmone. Quello fresco rappresenta una tra le migliori fonti di acidi grassi omega 3: bastano 100 grammi di salmone a coprire largamente il fabbisogno giornaliero. Al di là della loro nota capacità di prevenire i disturbi cardiocircolatori, gli omega 3 sono particolarmente preziosi proprio nel periodo successivo alla gravidanza: veicolati dal latte materno, sono indispensabili per un corretto sviluppo del tessuto nervoso del piccolo.

I finocchi. Sono tra le verdure più indicate nell’allattamento per il loro contenuto di fitoestrogeni, sorta di ormoni vegetali che esercitano un’attività equilibratrice sul sistema ormonale femminile, cui si deve la capacità di questa verdura di assecondare al meglio le esigenze dell’organismo materna dopo il parto. Inoltre, mangiando finocchio, il latte acquisisce un sapore leggermente dolce che può renderlo ancora più gradito. Come se non bastasse, ha anche un potere carminativo: grazie agli oli essenziali che contiene, ostacola le fermentazioni intestinali e riduce lo sviluppo di gas. Anche assunti per via indiretta, attraverso il latte della mamma, questi oli essenziali possono contribuire a ridurre il problema delle coliche gassose del bambino

L’uva. Grazie alla sua ricchezza in acido fosforico e silicio, è un ottimo ricostituente del sistema nervoso e vanta anche preziosi effetti protettivi sulla pelle e sui capelli. Perfetta per ritrovare il tono psicofisico dopo il parto, stimola le ghiandole dell’apparato digerente, aiutando pancreas e fegato a liberarsi degli eccessi di succo pancreatico e di bile. Tra i costituenti più interessanti dell’uva (soprattutto della varietà nera) vi sono poi gli antociani: forti antiossidanti capaci di migliorare la circolazione sanguigna materna e, al contempo, di potenziare le difese del neonato.

I mirtilli. Quanto a contenuto di antociani, sono dei veri campioni. È per questo che sono capaci di agire sui capillari sanguigni, rinforzandoli e migliorandone l’elasticità e si rivelano perfetti per la mamma che ha problemi di circolazione venosa e di fragilità capillare. Ma sono anche ricchi di vitamina A e C, acidi organici e sali minerali: sostanze che rivestono un ruolo importante per la composizione del latte.

Il germe di grano. Grazie al suo contenuto di vitamina E, esercita un importante effetto contrastando efficacemente l’azione dei radicali liberi. Per lo stesso motivo, riesce inoltre a proteggere dall’ossidazione altri importanti componenti del latte, come la vitamina A e gli acidi grassi polinsaturi. Per la neomamma, poi, i benefici apportati dal germe di grano si sentono anche sulla pelle: aiuta infatti a mantenerla idratata, conserva l’equilibrio del naturale film idrolipidico e garantisce un’azione nutriente e ristrutturante, particolarmente importante contro le smagliature che spesso compaiono dopo la gravidanza e il parto. La dose giusta di germe di grano? Uno-due cucchiaini al giorno, che si possono mischiare nello yogurt, oppure utilizzare per condire ottime insalate, minestre e macedonie.

Gli alimenti che guastano il latte
Le proibizioni in questo senso sono pochissime. Vediamole insieme.

È da limitare al minimo, o meglio ancora da evitare completamente, il consumo di bevande alcoliche, perché l’alcol ha un effetto dannoso sul lattante.

Per quanto riguarda le cosiddette bevande nervine (come caffé, tè, cioccolata) è sufficiente non consumarne un’esagerazione. In dosi normali (2-3 espressi al giorno, o un paio di tazze di tè), la quantità di caffeina assunta non causa particolari problemi al piccolo.

Alimenti che è bene evitare sono quelli confezionati con molti additivi. In particolare, leggendo l’etichetta conviene cercare i prodotti senza polifosfati, nitrati, glutammato e coloranti in genere.

È sconsigliabile anche un consumo abbondante di quei cibi che più facilmente possono indurre reazioni di sensibilizzazione. Qualche esempio: cioccolato, crostacei, pomodori, arachidi.

Infine, c’è il problema degli alimenti che possono influenzare il sapore del latte, senza peraltro modificarne negativamente la composizione. A questa categoria appartengono aglio, cipolle e cavoli in primo luogo. Vale la pena di provare: se mangiarli non induce il piccolo a rifiutare il latte, non c’è motivo di escluderli dalla dieta. È diverso, invece, il discorso per gli spinaci e le verdure a foglia: spesso contengono nitrati (nocivi per il piccolo) ed è effettivamente opportuno limitarne il consumo.

Dieta e allattamento: è vero che…
… la birra fa latte?
In realtà no. Ha tanti pregi, ma non stimola in alcun modo la produzione delle ghiandole mammarie. Anzi, è bene ribadire che, per il suo contenuto di alcol, va consumata con estrema moderazione durante l’allattamento, se non evitata.

… bere tanto latte aumenta la quantità di latte per il piccolo?
Al contrario, un consumo di latte esagerato può avere effetti controproducenti: rischia infatti di indurre reazioni di sensibilizzazione nel bambino predisposto.

… anche bere acqua aumenta la quantità di latte materno?
Anche in questo caso si tratta di un luogo comune privo di fondamento. Se, da un lato, il suo fabbisogno aumenta con l’allattamento, dall’altro, nell’organismo della neomamma, si attivano meccanismi che permettono una migliore regolazione dell’equilibrio idrico. I liquidi non vanno introdotti a forza: si beve perché si fa latte e non viceversa.

…allattando, la mamma è autorizzata a mangiare di più?
È una convinzione comune, ma infondata. In realtà, se è vero che la produzione di latte comporta un dispendio di energia e nutrienti, è anche vero che il fisico della mamma si prepara per tempo alle fatiche che lo attendono: quei 4-5 chilogrammi di sovrappeso che dovrebbero rimanere dopo il parto, servono proprio a garantire riserve sufficienti per aiutare l’allattamento. In media, si può considerare che l’incremento calorico giornaliero, necessario per condurre l’allattamento, non superi le 500 calorie. Una quota non eccessiva che, se necessaria, va distribuita nell’arco della giornata, aumentando solo di un pochino le normali porzioni di consumo.
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ciaooo Franco

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