Re: Cosa è l

Inviato da  genfranco il 13/11/2014 21:08:55
Ciao, da questo articolo sotto ho estrapolato quattro punti molto importanti che ci debbono servire ad eliminare gli eventuali dubbi che ancora abbiamo ad ingoiarli.
Buona Informazione

Dell'articolo allegato sotto voglio far rilevare QUATTRO PUNTI che devono essere tenuti a mente da ognuno di noi poichè chiariscono alcuni dubbi e contraddicono moltissimo ALLARMISMO GRATUITO che si trova molto facilmente sul web e non solo. Già altri articoli riportano parte di questi punti, ma un'altra conferma non può che giovare.
Questo punto PRIMO elenca una parte di malattie causate dalla CARENZA, quindi ognuno di noi può rilevare con certezza se il proprio problema è fra questi. A parte che sono certo questo ORMONE influisca su TUTTE le malattie al mondo, quindi insieme all'ACIDO ASCORBICO ed al CLORURO DI MAGNESIO riusciranno a dare quella QUALITA' DI VITA che ognuno di noi sogna.
"Gli effetti positivi della Vitamina D che sono attualmente sotto investigazione riguardano diverse patologie: Ipertensione, Sistema cardiocircolatorio, Diabete, Influenza, Frattura dell'anca, Cancro della mammella, Sclerosi Multipla, Malattia di Raynaud, Problemi mestruali, Rischi di parto cesareo e della maternità, Basso peso alla nascita, Malattia renale cronica, Fibrosi cistica, Artrite reumatoide, Tubercolosi, Rachitismo, Infezioni del tratto respiratorio, Lupus, Anemia falciforme, ulcera alle gambe, lesione cerebrale traumatica, morbo di Parkinson, Insufficienza cardiaca congenita (bambini), Infezioni dell'orecchio medio (bambini), gengiviti, miglior trofismo muscolare (anziani), uso degli antibiotici (anziani), bassa statura (bambini), Diabete gestazionale, miglioramento della pompa cardiaca dopo un attacco di cuore, Cancro della prostata, Asma, Depressione, Vitamin D nel latte materno, Fibromialgia, Orticaria cronica, Psoriasi, Colesterolo, Perdita di peso, Stanchezza cronica, Broncopneumopatia cronica ostruttiva, Qualità della vita, Sopravvivenza in unità di terapia intensiva, Sindrome della gambe senza riposo, Epatite C."
Il punto SECONDO rende comprensibile a tutti che NON PUO' esservi un eccesso di questo ORMONE in quanto il corpo, CHE NON E' STUPIDO, col fegato lo rende IDROSOLUBILE, " la prima volta dal fegato diventa idrosolubile e quindi la quantità in eccesso è regolata e smaltita con le urine per cui sembra difficile avere effetti indesiderati".
"La quantità eventualmente in eccesso viene immagazzinata nel fegato e nel tessuto adiposo pronta per essere usata quando ve ne fosse bisogno. Dopo che è stata idrossilata la prima volta dal fegato diventa idrosolubile e quindi la quantità in eccesso è regolata e smaltita con le urine per cui sembra difficile avere effetti indesiderati se la funzionalità renale è buona e il PTH si mantiene su livelli accettabili."
Questo TERZO punto riporta quali parametri si devono richiedere nella richiesta degli esami del sangue per poter avere un quadro della eventuale CARENZA come già consigliato, che sono.
vitamina D
PARATORMONE
CALCIO
POTASSIO
FERRO
FOSFOREMIA
"Il test per valutare un eventuale deficit di vitamina D3 sierica misura la forma idrossilata dal fegato e cioè il calcidiolo, 25(OH)D3. L'esame in genere può costare tra le 15 e le 40 E circa ed è il marker di vitamina D3 con il miglior compromesso qualità/costo. Le tempistiche per avere i risultati del test possono variare da una a tre settimane a seconda dei laboratori. In genere si consiglia di rilevare, oltre alla vitamina D anche il PTH, la calcemia e la fosforemia in quanto il complesso di queste quattro sostanze possono dare indicazioni di massima già molto importanti riguardanti una eventuale necessità di integrare in modo sicuro la Vitamina D. Quando si innalza la vitamina D si abbassa il PTH. Per cui bassi valori di vitamina D e PTH o alti valori di entrambi sono casi strani che necessiterebbero di ulteriori indagini presso uno specialista. Al contrario un basso valore di vitamina D, in genere si correla con un alto valore di PTH (non necessariamente sopra soglia). Questo non controindicherebbe a una eventuale supplementazione, anzi sarebbe l'indicazione di norma.
Per ultimo il punto QUARTO che dà una indicazione di quanti UI si devono ingoiare giornalmente per ottenere un risultato soddisfacente, consigliati in 8800 UI che è poco distante dai 10000 UI consigliati dal dottor Coimbra.
"Ma quale dovrebbe essere la dose giornaliera raccomandata (RDA) di VItamina D da integrare con l'alimentazione o l'integrazione in mancanza di una sufficiente esposizione solare (specie alle nostre latitudini nei mesi invernali) ? Su questo non c'è accordo tra lo IOM (Institute Of Medicine) e l'ES (Endocrine Society), il primo raccomanda 600 UI/die, la seconda 2000 UI/die. Per garantire un contributo positivo oltre che al sistema scheletrico anche al sistema immunitario studi recenti hanno corretto al rialzo l'RDA ipotizzando valori di circa 8800 UI/giorno, dose che garantirebbe appunto un livello di 50 nmol/L di 25(OHD) nel sangue (invece che i canonici 30 ng/mL)."

Recenti studi hanno aumentato di molto l'RDA di Vitamina D
La Vitamina D è un ormone che viene prodotto in massima parte dalla pelle quando è esposta ai raggi solari (precisamente agli ultravioletti della banda B, 315-280 nm) ma può essere anche assunta tramite la dieta ( senza poter mai superare il 10% del fabbisogno ) per cui spesso si può ricorrere a una eventuale supplementazione con varie posologie e dosi. L'RDA giornaliera è stata corretta a 8800 UI contro le precedenti 600 UI a causa di errori trovati nei calcoli degli studi precedenti (vedi links a fondo pagina). L' argomento non è di minore importanza se si pensa che solo riguardo ad una malattia come l'osteoporosi in Europa soffre circa una donna su 3 nonostante il largo uso di latticini e la relativa abbondante assunzione di calcio (anche se animale e quindi molto meno biodisponibile di quello vegetale).
La funzione più nota della Vitamina D è infatti quella di essere un fattore fondamentale per l'assorbimento intestinale del Calcio (oltre ad altri minerali) per cui un suo deficit favorisce il rachitismo e l'osteomalachia. I recettori per la vitamina D non sono però solo negli osteoclasti ma anche in altri 30 diversi tipi di cellule per cui un suo eventuale deficit si potrebbe ripercuotere negativamente non solo a carico dell'apparato scheletrico ma anche in altri organi e funzionalità e specificatemente causando un deficit di immunomodulazione.
La vitamina D è stata oggetto negli ultimi 5 anni di circa 5000 studi e ricerche, un numero davvero rilevante. Le risultanze positive sono state davvero incoraggianti e stanno confermando un ruolo importante in molte problematiche oltre al rachitismo di cui già si sapeva. Tali novità hanno ribadito la necessità di esporsi al sole in modo corretto poichè questo, da solo, basterebbe a produrre circa l'80% del fabbisogno di vitamina D di cui necessita il corpo.
Gli effetti positivi della Vitamina D che sono attualmente sotto investigazione riguardano diverse patologie: Ipertensione, Sistema cardiocircolatorio, Diabete, Influenza, Frattura dell'anca, Cancro della mammella, Sclerosi Multipla, Malattia di Raynaud, Problemi mestruali, Rischi di parto cesareo e della maternità, Basso peso alla nascita, Malattia renale cronica, Fibrosi cistica, Artrite reumatoide, Tubercolosi, Rachitismo, Infezioni del tratto respiratorio, Lupus, Anemia falciforme, ulcera alle gambe, lesione cerebrale traumatica, morbo di Parkinson, Insufficienza cardiaca congenita (bambini), Infezioni dell'orecchio medio (bambini), gengiviti, miglior trofismo muscolare (anziani), uso degli antibiotici (anziani), bassa statura (bambini), Diabete gestazionale, miglioramento della pompa cardiaca dopo un attacco di cuore, Cancro della prostata, Asma, Depressione, Vitamin D nel latte materno, Fibromialgia, Orticaria cronica, Colesterolo, Perdita di peso, Broncopneumopatia cronica ostruttiva, Qualità della vita, Sopravvivenza in unità di terapia intensiva, Sindrome della gambe senza riposo, Epatite C.
Il dato allarmante è che più del 50% dei giovani adulti italiani in buona salute di razza caucasica, pelle bianca, ha un deficit di vitamina D. Nella figura sottostante, a titolo puramente esplicativo, sono riportati i dati di alcuni paesi.

deficit di Vitamina D in alcuni paesi

Avere meno di 20 ng di calcidiolo (la forma sierica della vitamina D attivata dal fegato) significa avere un deficit serio.
La vitamina D prima di poter esplicare la sua funzione benefica deve essere attivata in due fasi, la prima da un enzima prodotto dal fegato e la seconda da un enzima prodotto dai reni dipendente dal PTH (paratormone prodotto dalle paratiroidi) per cui non basta avere a disposizione una dose sufficiente ma anche di non avere difficoltà nella sua duplice attivazione (idrossilazione) e di non esprimere fenomeni di 'resistenza' ai suoi effetti positivi nei vari recettori cellulari. Ovviamente il prerequisito è che non vi sia deficit nell'organismo.
La vitamina D è presente in due forme, D2 (di origine vegetale) e D3 (di origine animale), la D2 ha una capacità funzionale 1000 volte inferiore rispetto alla D3 per cui per la determinazione dei valori sierici si considera utile principalmente la D3 e si ragiona sulla D3 (che è quella in massima parte prodotta dalla pelle).
I bambini, dal momento della nascita, hanno un fabbisogno doppio rispetto a quello di un adulto, si arguisce che anche negli ultimi mesi di gravidanza il fabbisogno di vitamina D della madre sia di circa 3 volte la dose (due dosi per il feto che in utero è al buio e, per la vitamina D, dipende completamente dalla madre). La vitamina D che passa la barriera placentare e raggiunge il feto al buio dell'utero materno è della forma già attivata dal fegato materno (il calcidiolo, 25(OH)D3, la forma idrossilata della vitamina D) probabilmente perchè il feto non ha ancora un fegato in grado di attivarla e quindi si deve procurare la forma già idrossilata. Dal latte materno invece passa la forma di vitamina D inattivata e difatti già dopo il terzo giorno di vita il fegato del neonato inizia a funzionare ed è quindi teoricamente in grado di attivarla in modo autonomo. Gli anziani hanno una resistenza agli effetti positivi della Vitamina D del 30% in meno quindi si ritiene che si debbano esporre al sole in modo maggiore rispetto ad un adulto. Per intenderci chi fa vita da ospizio dovrebbe prevedere un'esposizione al sole senza filtri per un tempo sufficiente ogni giorno e poi, alle nostre latitudini, nei mesi invernali, anche un'integrazione orale.
Nella figura sottostante è riportato lo schema riassuntivo di come ci si appovvigiona, si immagazzina, si espelle e quale forma di Vitamina D è utile.

vitamina D nel corpo

La vitamina D nativa usata per l'integrazione è liposolubile viene assunta in maniera più efficace durante i pasti e comunque in presenza di grassi in quanto è meno idrosolubile delle forme attivate idrossilate (calcidiolo e calcitriolo) per cui vi possono essere problemi di assorbimento. La quantità eventualmente in eccesso viene immagazzinata nel fegato e nel tessuto adiposo pronta per essere usata quando ve ne fosse bisogno. Dopo che è stata idrossilata la prima volta dal fegato diventa idrosolubile e quindi la quantità in eccesso è regolata e smaltita con le urine per cui sembra difficile avere effetti indesiderati se la funzionalità renale è buona e il PTH si mantiene su livelli accettabili.
Il test per valutare un eventuale deficit di vitamina D3 sierica misura la forma idrossilata dal fegato e cioè il calcidiolo, 25(OH)D3. L'esame in genere può costare tra le 15 e le 40 E circa ed è il marker di vitamina D3 con il miglior compromesso qualità/costo. Le tempistiche per avere i risultati del test possono variare da una a tre settimane a seconda dei laboratori. In genere si consiglia di rilevare, oltre alla vitamina D anche il PTH, la calcemia e la fosforemia in quanto il complesso di queste quattro sostanze possono dare indicazioni di massima già molto importanti riguardanti una eventuale necessità di integrare in modo sicuro la Vitamina D. Quando si innalza la vitamina D si abbassa il PTH. Per cui bassi valori di vitamina D e PTH o alti valori di entrambi sono casi strani che necessiterebbero di ulteriori indagini presso uno specialista. Al contrario un basso valore di vitamina D, in genere si correla con un alto valore di PTH (non necessariamente sopra soglia). Questo non controindicherebbe a una eventuale supplementazione, anzi sarebbe l'indicazione di norma. Ovviamente il tutto deve essere sempre sottoposto al vaglio di un medico, meglio se specializzato in endocrinologia.
Ma quale dovrebbe essere la dose giornaliera raccomandata (RDA) di VItamina D da integrare con l'alimentazione o l'integrazione in mancanza di una sufficiente esposizione solare (specie alle nostre latitudini nei mesi invernali) ? Su questo non c'è accordo tra lo IOM (Institute Of Medicine) e l'ES (Endocrine Society), il primo raccomanda 600 UI/die, la seconda 2000 UI/die. Per garantire un contributo positivo oltre che al sistema scheletrico anche al sistema immunitario studi recenti hanno corretto al rialzo l'RDA ipotizzando valori di circa 8800 UI/giorno, dose che garantirebbe appunto un livello di 50 nmol/L di 25(OHD) nel sangue (invece che i canonici 30 ng/mL).
http://digilander.libero.it/genfranco2/Immagini/vitaminadmalattie.htm

ciaooo Franco Genre
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