Continua l'attacco a Putin.

Inviato da  Freeman il 26/10/2007 12:19:42
Dopo il caso Litvinenko, dopo l'assassinio della Politkovskaya, ed altri episodi più o meno rilevanti utilizzati strumentalmente dai servizi USA e UK in combutta con la nota lobby per screditare Putin, continua la campagna di attacco alla leadership russa con il grimaldello Mikhail Khodorkovsky, divenuto famoso per il caso Yukos, ed ora detenuto in Siberia. Khodorkovsky ha sempre denunciato le manovre del Cremino per l’acquisizione della Yukos, e si dichiara prigioniero politico.
Il che potrebbe non essere lontano dalla realtà, ma il punto non è questo: è l’uso che si fa della sua vicenda.
E' di oggi, infatti, l'ennesimo articolo sul Corriere della Sera, titolo "Khodorovsky è il nuovo Sakharov", a firma di André Glucksmann, un filosofo ebreo, guerrafondaio ma paladino dei diritti umani (a senso unico, ovviamente, infatti dichiara di interessarsi “alle guerre, ai gulag, alla fame nel mondo e all’Aids"), uno che ha dichiarato che "i pacifisti sono dei pericolosi illusi".
Di Glucksmann il Corriere ha già pubblicato altri articoli (15/04/07), martellando ossessivamente sulla pericolosità di Putin.
Ora, sicuramente c'è del vero nelle sue accuse a Putin (che di certo un santo non è) ed ai suoi "maneggi" più o meno evidenti.
Il problema con Glucksmann è che, leggendo i suoi articoli e la sua biografia su Wikipedia, qualche dubbio sui _motivi_ dietro tanto fervore giustizialista, peraltro estremamente selettivo, magari sorge.

Leggiamo:
Negli anni Ottanta pubblica altre opere e segue per la stampa francese la caduta del muro di Berlino. Di norma, giustifica le prese di posizione americane e israeliane in politica estera, soprattutto durante la guerra in Iraq. Nel 2003, dalle colonne del quotidiano Le Monde, fustiga il "campo della pace" e sottolinea che Saddam Hussein dispone di armi di distruzione di massa. André Glucksmann è noto anche per aver appoggiato, con altri intellettuali come Bernard-Henri Lévy, l'intervento della NATO contro la guerra in Kosovo nel 1999.

È conosciuto altresì per il suo sostegno alla causa cecena (dove ha soggiornato illegalmente per un mese) e denuncia regolarmente l'atteggiamento compiacente dei paesi occidentali verso la politica di Vladimir Putin.


Ah, ecco, l'ennesimo filosofo ebreo "maoista liberal di sinistra" (?) che però poi è un po' di destra, anzi molto, anzi dipende dall'oggetto del contendere (leggasi Israele). Sarà per questo che è amico di Lévy…

Del resto, leggendo cosa il filosofo aveva dichiarato nelle settimane successive agli attentati dell’11 settembre, si capisce bene come è schierato. E la sensazione viene rafforzata da questa sua presentazione del suo libro “La terza morte di Dio”.
Doppiopesismo sottile allo stato dell’arte.

Ecco perché bisogna prendere con le molle quello che scrive contro Putin e il suo “regime”.

Ma la domanda vera è: come mai il Corriere si scaglia contro Putin un giorno sì e uno no? Come mai, quando c’era il Cavaliere, Putin era “un amico dell’occidente” e adesso è diventato un “dittatore”? Quali sono gli “ordini di scuderia” che hanno ricevuto i quotidiani lacché del potere? Cosa è cambiato negli ultimi due anni nei rapporti dell'occidente con Putin?

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