Re: Assassinio di un antiproibizionista, Aldo Bianzino

Inviato da  Mkb il 2/11/2007 10:39:18
ciao,
grazie per il link al blog...

Giovedi' 1 Novembre 2007


CASO BIANZINO, MANCONI A RADIO3MONDO: NESSUN RISCHIO INSABBIAMENTO
PRESTO A PERUGIA NOMINA GARANTE CIVILE PER I DETENUTI


Intervenendo alla trasmissione odierna di radio3mondo condotta da Edoardo Cimurri su Radio3, il sottosegretario alla giustizia Luigi Manconi, parlando del caso di Aldo Bianzino, il cittadino trovato morto nel carcere Capanne di Perugia domenica 14 ottobre, ha detto di considerare che non esista “nessun pericolo di insabbiamento” e di considerare l’accertamento della verità un “punto d’onore irrinunciabile”. Manconi ha aggiunto che la magistratura perugina che si sta occupando del caso “deve essere sostenuta nella sua opera di accertamento della verità “ sulle cause e la dinamica della morte di Bianzino.
La garante civile per i detenuti della provincia di Milano Patrizia Giardiello, intervenendo in trasmissione, ha detto essere imminente la nomina di un garante civile anche per la città umbra ma che comunque queste figure “hanno poteri limitati”.
Patrizio Gonnella presidente di Antigone ha ricordato che sull’istituzione di un difensore civico nazionale per i detenuti c’è invece un progetto di legge arenato al senato e che pure il progetto di legge sulla tortura è fermo al senato dopo l’approvazione alla camera. E’ intervenuto inoltre Sebastiano Ardita, direttore dell’Ufficio centrale detenuti e trattamento del Dap.

IL 10 NOVEMBRE UNA MANIFESTAZIONE PER ALDO A PERUGIA 1/11/07
Organizzata dal ''Comitato verità per Aldo Bianzino''

Em. Gio.

Giovedi' 1 Novembre 2007

La voce corrente è che tutto sia cominciato con una mail a perugialife.it, sito perugino di intrattenimento e non solo. Era il 20 ottobre ed erano passati sei giorni dalla morte nel carcere di Capanne di Aldo Bianzino, ucciso nella notte tra sabato e domenica nella cella dove era stato rinchiuso dopo l'arresto e dalla quale è poi uscito senza vita. La mail l'aveva spedita Tommaso Ciacca, un antiproibizionista storico della città umbra, dopo aver letto le cronache dei giornali. In men che non si dica sul suo messaggio “postato” erano arrivati un migliaio di contatti.
E' nata così, sotto traccia, la mobilitazione della gente che ha sentito, nella storia di Aldo, gli echi di una cultura del carcere che a Capanne si è declinata con la morte. E ne è uscito il ''Comitato verità per Aldo Bianzino'' dove c'è un po' di tutto: Arci, radicali, amici di Aldo, associazioni e circoli. “Il comitato - spiega Luca Boccardini, uno dei promotori - è aperto a tutti senza distinzione”. Ci sono forse anche quelli che intanto si sono indignati per il caso dei cinque “terroristi” spoletini arrestati con una mobilitazione di forze spropositata a quella che appare come un'operazione con gambe indiziarie molto fragili. Si moltiplicano le azioni di solidarietà: piccole e grandi iniziative nate in modo spontaneo ma sempre più organizzato. Tra le piccole c'è quella di Carla Fiacchi, ad esempio, un'insegnante di Perugia che si è portata a scuola tutti i giorni il giornale per far conoscere la vicenda di Capanne e raccogliere denari da mettere sul conto corrente intestato alla compagna e al figlio di Aldo. Tra le grandi c'è invece la manifestazione indetta per sabato 10 novembre a Perugia dal comitato. Una manifestazione che, nelle intenzioni degli organizzatori, vuol andar oltre le mura di Capanne e oltre quelle dell'Umbria.
Nella testa dei promotori il 10 novembre sarà infatti un ''appuntamento nazionale contro tutte le intolleranze, perché un paese intollerante - hanno detto ieri alle agenzie di stampa - tutto è tranne che un paese sicuro''. Secondo il comitato ''la vicenda di Aldo Bianzino sembra simile a quella di altri, vittime del proibizionismo e di una generale paranoia securitaria che agisce violentemente, psicologicamente e fisicamente. Dal G8 di Genova in poi – dicono - i comportamenti fuori dagli schemi vengono criminalizzati in nome di una sicurezza vista come maggiore controllo e non intesa come rispetto e garanzia di quei diritti che permettono una vita meno precaria, casa, reddito e salute''. La manifestazione si svolgerà a partire dal primo pomeriggio di sabato e si articolerà in un corteo per le vie del centro storico. Appuntamento dunque tra una decina di giorni.
Intanto, proprio mentre si decideva della manifestazione, nel carcere di Capanne si svolgeva la festa provinciale della polizia penitenziaria dedicata al patrono del Corpo, S. Basilide. Festa con cerimonia e presenza di poliziotti, funzionari e prelati come monsignor Giuseppe Chiaretti, arcivescovo di Perugia che nella sua omelia ha invitato gli agenti di polizia penitenziaria a ''non dimenticare mai di trovarsi in ogni caso davanti a delle persone umane, non dinanzi a degli individui. La persona – ha detto - è una realtà che pensa, che ama, che desidera la libertà, che desidera lo sviluppo”. Parole sante. Ma nel carcere di Capanne qualcuno non ha fatto tesoro di questi insegnamenti. Sta ora alla procura, che sta indagando per omicidio, capire chi ha ucciso ma anche accertare le eventuali responsabilità di chi ha coperto una verità che stenta a venire a galla in una vicenda dai contorni ancora molto oscuri.
Anche il direttore del carcere, Giacobbe Pantaleone vuole dire la sua. E' la sua prima uscita pubblica: "Capanne non è un Hoetel Ruanda". Assioma per ora difficile da dimostrare

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