Re: Assassinio di un antiproibizionista, Aldo Bianzino

Inviato da  florizel il 24/4/2008 16:16:06
“E' sempre reato la coltivazione domestica di piantine di cannabis, anche se si tratta di uso personale. Lo hanno stabilito le sezioni unite penali della Cassazione sposando la linea dura nel perseguire chi tiene qualche piantina di marijuana sul balcone o nel giardino di casa."

Il collegio ha sposato la linea proibizionista: "Costituisce condotta penalmente rilevante - si legge nella nota diffusa dal presidente Vincenzo Carbone - qualsiasi attività di coltivazione non autorizzata di piante dalle quali siano estraibili sostanze stupefacenti, anche nel caso che il prodotto ricavato sia destinato a uso personale".

E alla fine di Aldo Bianzino, nemmeno un accenno.

E' utile ricordare le vergognose parole di gianfranco fini, a proposito della legge contro le droghe "leggere":

"Datemi nome e cognome di un solo ragazzo finito in prigione per un pezzetto di fumo e mi dimetto da deputato."

C'è una PERSONA che in prigione E' STATA AMMAZZATA.

"In un anno gli incarcerati per detenzione di cannabis ad uso personale sono stati più di 130. Naturalmente Fini non si è dimesso e l’Unione, che nel programma si era impegnata a superare la legge e ad istituire un garante a tutela delle persone private della libertà, non ha concretizzato le promesse. E così oggi, la repressiva legge ha al suo attivo anche un morto: Aldo Bianzino un pacifico falegname di Pietralunga colpevole di coltivare qualche piantina per uso personale."

"E la nebbia di Capanne tenta di oscurare anche l’incredibile vicenda dei cinque ragazzi arrestati nell’operazione Brushwood a Spoleto.
Centodieci carabinieri dei reparti operativi speciali guidati dal generale Ganzer, quattro elicotteri, il Procuratore capo Miriano che formula accuse pesantissime come l’associazione con finalità di terrorismo anche internazionale, eversione dell’ordinamento democratico, invio di una missiva minatoria con due proiettili alla governatrice Lorenzetti.
Sono passati tre mesi e non si hanno notizie di uno straccio di prova ma Andrea e Michele sono in carcere in regime di elevato indice di vigilanza cioè isolamento totale e censura sulla corrispondenza come i capi mafiosi."


Mentre i capi mafiosi se la passano molto meglio, anche in galera.

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