Re: Assassinio di un antiproibizionista, Aldo Bianzino

Inviato da  florizel il 8/11/2011 23:00:19
Proprio oggi, sulla pagina Fb del Comitato Verità per Aldo Bianzino, è apparsa la notiza della morte del senegalese Saidou, soffocato da una crisi d'asma e non soccorso.

"Grida per chiedere aiuto, picchia le mani contro la porta della cella, disperato. Le dita che escono dallo spioncino. Quando il carabiniere lo fa uscire, inizia una lenta, atroce agonia: 8 minuti durante i quali l'uomo è paralizzato dal dolore, il respiro spezzato, lo sguardo moribondo. E nessun militare interviene. Lo lasciano lì, da solo, con la morte che lo sta strappando via dalla porta di ferro alla quale si aggrappa mentre a fatica si toglie i vestiti e tira fuori lo spray dalla tasca dei pantaloni, in un ultimo, inutile, tentativo di riuscire a respirare. Poi si accascia a terra, e muore."

L'asma ha ucciso il senegalese arrestato?

Senegalese morto in caserma a Brescia, avvocato: “Riaprite inchiesta”.

"A porre l’attenzione sul caso è proprio il legale Manilo Gobbi, che afferma: “Chiediamo nuove indagini”.
Sono tanti i punti interrogativi sulla vicenda, ad esempio Gobbi chiede: “Perché i Carabinieri hanno detto che Gadiaga è morto in ospedale e non in cella”, e “Per quale motivo il pm ha chiesto l’archiviazione del caso?”.

Il polverone si alza, gli animi si riscaldano e si ascolta la voce di Andrei Stabinger, il vicino di cella di Saidou: “Picchiava contro la porta e chiedeva aiuto gridando. Dopo un po’ di tempo ho sentito che qualcuno apriva la porta della cella”.

Immagini alla mano, l’arco di tempo a cui fa riferimento il testimone bielorusso, spazia dalle 7:44 alle 7:46, esattamente due minuti e 35 secondi all’arrivo del carabiniere, la cui attenzione è stata richiamata dalle dita che Saidu ha fatto fuoriuscire dallo spioncino. Alle ore 7:52 il senegalese ha smesso di vivere accasciandosi sul pavimento del carcere, mentre i soccorsi sono giunti sul luogo due minuti dopo.

Saidou ha attraversato otto lunghissimi minuti di disperazione. È stato abbandonato al duro destino che gli ha impedito di respirare. Si reggeva alla porta della sua cella e nel frattempo cercava, senza l’aiuto di nessuno, lo spray che avrebbe potuto salvargli la vita. L’asma ha vinto e lui è deceduto non in ospedale come emerge nella relazione inviata alla Procura, bensì nello stesso carcere dove si trovava dall’11 dicembre, giorno in cui è stato fermato in quanto sprovvisto del permesso di soggiorno.


In carcere dal dicembre scorso per non avere il permesso di soggiorno...
Non riesco a trovare le parole giuste per non imprecare.

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