Re: Situazione rifiuti Napoli

Inviato da  florizel il 22/4/2008 1:18:15
L'argomento principale dell'assise è stato, come dicevo, l'allarmante registrazione di un elevato numero di persone ammalate di tumore, nella zona di Pozzuoli e Bacoli.

La realtà delle cose, drammatica, è che questa zona si è aggiunta "ufficialmente" alla lista di quelle colpite dal connubio politica-criminalità-massoneria, anche se tra la società civile si sta riuscendo a sapere le cose come stanno esattamente, solo ora. E quindi, a mobilitarsi.

La storia è questa:

"La vicenda comincia ad aprile 2003 quando i carabinieri del Noe di Caserta si presentano per effettuare dei controlli presso la ditta Pellini e alla cava di Baia della Pozzolana Flegrea Srl, legale rappresentante Vincenzo Lubrano Lobianco. La ditta possiede anche un'altra cava a Giugliano, nella zona di Settecainati, e anche lì scattano i controlli. Così, nel centro cittadino, a due passi dal mare dei Campi Flegrei, dove d'estate si prende il sole e si fa il bagno, gli agenti vengono accolti da un forte odore d'ammoniaca, il giallo del tufo cancellato dalla presenza di rifiuti tossici altamente pericolosi come fanghi industriali, ceneri volatili, scaglie di alluminio e ferro, traversine ferroviarie impregnate di creosoto.

Non solo, accertano anche l'assenza di «sistemi atti a separare i rifiuti dal suolo sottostante, né vi sono sistemi di drenaggio e raccolta dei liquidi percolanti», come dagli atti del processo. Nulla che impedisca la dispersione delle ceneri tossiche nell'aria. Risultato: concentrazioni molto oltre il limite consentito di cloruri, cromo, cadmio e una massa di polveri derivate dallo smaltimento di limatura e trucioli di alluminio."


"Da dove arrivano gli scarti industriali? La risposta la fornisce un mucchio di big bag trovate sia a Baia che a Giugliano, siglate Nuova Esa, una ditta di Marcon in provincia di Venezia.
(...)

Un giro d'affari che coinvolge quasi l'intera penisola, seguendo il quale il Noe di Venezia arriva alla Esa e alla Servizi Costieri di Mestre. Secondo il pm Giorgio Gava le due società smaltivano illegalmente amianto, solfuri e idrocarburi per migliaia di tonnellate, trattati in modo illecito a Venezia e spedite in discariche di mezza Italia, soprattutto in Campania.


Per contare sul silenzio bisogna avere la capacità di controllo della camorra, che per decenni ha utilizzato la zona come rifugio per i latitanti di serie B e C. Niente pizzo, usura, prostituzione o eroina, solo tranquillità, sole e mare in un territorio vicino a Napoli, con pochi varchi d'accesso controllabili e un alto flusso di pendolari, l'ideale per i camorristi alla macchia.

A questo punto, Giacomo Perreca ha sottolineato come il Comune di Bacoli abbia scelto di NON costituirsi parte civile nel processo: ovvio, no?

Nonostante ci fossero tutte le condizioni e gli "appoggi" da parte della società civile, per difendere quel territorio, ricchissimo di risorse archeologiche, storiche e naturalistiche.

Per cominciare, durante l'assise è stata proposta la creazione di un REGISTRO, presso la ASL, da tenere sempre aggiornato sul numero di ammalati (che si spera vivissimamente che non aumenti), allo scopo di continuare a tenere sotto controllo ciò che alle istituzioni colluse converrebbe non diffondere.
In secondo luogo, e questa pare essere la novità più importante, si sta decidendo per un coordinamento di tutte le popolazioni in lotta, affinchè la protesta e le proposte possano unificarsi in un lavoro "autorganizzativo" (ed autorganizzato) più articolato, che garantisca VERA INFORMAZIONE. Tutto questo, in prospettiva di quello che ci aspetta con l'apertura di questa "nuova" (?) stagione politica, ed in contrappsizione ad ogni tipo di manipolazione politica.

Mi scuso per la forse eccessiva sinteticità, ma, insieme agli altri, si sta ancora studiando ed organizzando la quantità di dati e di materiale relativi a questi ultimi sviluppi.
In ogni caso, da parte delle popolazioni, resta irremovibile e chiarissimo il comune NO agli inceneritori.

Intanto, segnalo che anche ad Eboli continuano le proteste, e precisamente in località Coda di Volpe (che è anche il nome dato ad un vino bianco straordinario, non si sa per quanto ancora...).
E pensare che per questa regione era stata decisa anche la realizzazione di un Polo Agroalimentare.

La certificazione di qualità ambientale e l’individuazione di una discarica provinciale che allontani lo spettro dei rifiuti per strada una volta chiuso l’invaso di Serre.

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