Ponte sullo Stretto, si riparte
Matteoli: "Struttura prioritaria"
l governo riapre il capitolo Ponte sullo Stretto. Il ministro delle infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli ha scritto al presidente della società Stretto di Messina Spa, Pietro Ciucci, sollecitandolo a rimettersi al lavoro. "Il collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente - scrive il ministro - è tra le infrastrutture che rivestono carattere prioritario; la sua realizzazione ha già costituito oggetto di affidamento al contraente generale. E' pertanto necessario porre in essere nei tempi più brevi tutte le condizioni per la ripresa delle attività inerenti alla costruzione del manufatto".
ROMA — «Se dovessi dare un parere sulla capacità dell'Italia di tornare al nucleare, sarebbe negativo. Solo per un motivo: l'assenza di un deposito nazionale per le scorie». È severo il giudizio dell’ingegner Raffaello De Felice, ultimo responsabile del settore «Impianti nucleari» dell'Enel alla fine degli anni '80, e consulente per le iniziative dell'Enel nella costruzione di impianti nucleari all'estero.
Le nuove centrali ora preannunciate dove potrebbero sorgere?
«Prima del referendum era stato fatto un gran lavoro per selezionare i siti del vecchio programma nucleare. Si erano indicate località come Leri Cavour e Alessandria (provincia) in Piemonte, Viadana e San Benedetto Po in Lombardia, Manduria e Nardò in Puglia. Si potrebbe cominciare col riverificarne i requisiti geologici, che allora apparivano idonei e che tali dovrebbero essere. Potrebbe essere cambiata la popolazione: una centrale nucleare ha bisogno di un’ampia zona di rispetto disabitata».
Perché punta l’accento sulla necessità del deposito?
«Il deposito è indispensabile sia per raccogliere l’eredità del vecchio nucleare, oggi sparsa in diversi siti, sia per mettere in sicurezza le scorie future. Non è possibile — e parlo a titolo personale — avviare un nuovo programma senza risolvere questo problema».
Come e dove dovrebbe essere realizzato il deposito?
«Non in profondità, come si voleva fare a Scanzano, dove ci fu la rivolta popolare, ma in superficie, dove costa molto meno. E non al Sud, ma al Centro-Nord, per facilitare il trasporto delle scorie»
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