Re: Situazione rifiuti Napoli

Inviato da  florizel il 24/5/2008 3:09:35
Bertolaso lo aveva detto: "Non guarderemo in faccia a nessuno".

Detto, fatto.

Le cariche di stasera hanno colto praticamente di sorpresa tutti i presidianti, che da SETTIMANE hanno il loro punto di incontro e discussione in un angolo della rotonda "Titanic".

Come a Serre, Pianura, Savignano, ovunque le popolazioni hanno difeso il proprio territorio dai VELENI del POTERE, ovunque GENTE COMUNE DI OGNI ETA' ED ESTRAZIONE SOCIALE ha denunciato illegalità e soprusi, e mostrato determinazione e conoscenza di come stiano realmente le cose (con l’accusa di “disfattismo” nonostante si siano avanzate valide proposte alternative) i manganelli dello "stato democratico" si sono abbattuti violentemente su donne, anziani, e perfino bambini, INERMI.

Sono le loro, quelle facce. Che Bertolaso non ha PIU' il coraggio di affrontare personalmente, come a Serre e a Savignano, da dove fu letteralmente CACCIATO.
Ora siede nel palazzo, è da lì che, con i poteri conferitogli dal "cavaliere", dà i suoi ORDINI.

Come ogni sera, alle 18 era prevista un'assemblea del comitato per discutere il da farsi, mentre si aspettavano notizie del decreto firmato in serata dal "presidente napolitano". Noi si era a Napoli, in via di iniziare una riunione, e prima di iniziare ci sono arrivate le notizie delle cariche.

Siamo partiti subito.

Per arrivare sul posto, dal momento che l'arteria principale proveniente dal centro città era bloccata da numerosissimi mezzi blindati della polizia, bisognava fare a piedi la strada che costeggia i presidi alla cava vera e propria, un percorso tra campagne di pruni e ciliegi... Come potrebbe essere bella e rigogliosa, questa zona...!

Giungendo al presidio, molta gente che tornava indietro dopo le cariche ha raccontato di una violenza gratuita ed immotivata; andando avanti, lo scenario che si è aperto ai nostri occhi è stato quello di Genova e di Napoli del 2001: un enorme cordone di agenti in tenuta antisommossa che fronteggiava cittadini a mani alzate, ed un autobus messo di traverso, affiancato alle barricate, ad impedire l’avanzata delle forze ARMATE verso le cave.

Di fronte a quelle centinaia di “divise”, vi assicuro, non si sa mai bene dove comincia la rabbia e dove finisce la paura. Ma si resiste. Il coraggio ti viene dalla consapevolezza che la “vita” non è lì, tra il fumo dei lacrimogeni e le menzogne di una politica che falsifica ed infetta ogni attimo delle nostre esistenze;
ma nelle storie, una ad una, di persone che si è imparato a conoscere e ad amare.

La cronaca raccolta (per quanto confusamente) parla di una carica del tutto gratuita, iniziata con il rafforzamento delle barricate quando ci si è visti piombare in strada centinaia di poliziotti e mezzi blindati che avanzavano (e vorrei vedere se questo è contestabile o meno…)
Molti contusi tra la popolazione, 6 arresti, ed alcune persone portate in ospedale per malore.

La notizia del giornalista di Rai3, Romolo Sticchi, aggredito dalla polizia ed al quale è stata sottratta la telecamera, sembra aver creato casino ai “vertici” a Roma. La polizia ha arretrato, mentre altre centinaia di persone arrivavano al presidio.

"Napoli, 23 mag. (Apcom) - Manganellate e sottrazione di telecamera. Questo è quanto denuncia l'inviato del Tg3 Romolo Sticchi che stava realizzando un servizio giornalistico a Chiaiano. Quartiere a nord di Napoli nel quale, in serata, si sono registrati momenti di forte tensione tra forze dell'ordine e manifestanti che si oppongono alla realizzazione di una discarica nelle cave di tufo. Versione diversa quella rilasciata dalla Polizia che parla di una telecamera caduta durante la ressa. "Un agente mi ha chiesto di non riprendere quello che stava accadendo poi mi ha dato una manganellata dietro la nuca e sulle mani - dice ad Apcom Sticchi - dopo mi hanno sottratto la telecamera che ancora non ho riavuto. Spero che non sia danneggiata e soprattutto che non mi sia sottratto quello che abbiamo ripreso perché sarebbe davvero inaccettabile". Da fonti della Questura si apprende, invece, che si sono verificati degli spintoni tra manifestanti e agenti e che c'è stata una carica di alleggerimento, ma che non sono mai stati usati manganelli."

Qui

Tornati a Napoli, ci siamo recati sotto la questura, dove si è tentato un blocco stradale per protestare contro gli arresti di 6 o 7 persone, ma ci hanno caricati anche lì.
Confermo l’interessamento di un’avvocatessa, ma il risultato, in questura, è palesemente condizionato dal “segnale politico” che si intende lanciare: nessuno si permetti più di protestare.

Ma il decreto è scattato solo dopo la mezzanotte di oggi, per cui gli unici reati contestati sono “resistenza e lesioni a pubblico ufficiale”: qualche giovane “agente” bardato di tutto punto, armato di manganello e lacrimogeni, protetto da casco e corredo da robocop, spintonato da un uomo di 60 anni e dal figlio.
Tre ragazzi, ed un attivista dei centri sociali.

Per il governo Berlusconi, con il plauso dei suoi predecessori per l’efficace decreto, si tratta di comuni delinquenti.
Secondo il linguaggio della politica di dominio “globale”, terroristi.

Arrestati, portati in questura, un processo per direttissima per tre di loro, domani mattina.
Per il momento, Chiaiano rappresenta lo zoccolo duro della “resistenza”, la strategia è quella di colpire lì per scoraggiare altrove altre barricate ed altri presidi.

Quello che colpisce, è (dal punto di vista del “sistema”, che alla "costituzione" sembra ricorrere volentieri, quando gli fa comodo) l’assoluta INCOSTITUZIONALITA’ ed arbitrarietà della carica: se il decreto scattava alla mezzanotte di oggi, quell’aggressione si conforma unicamente come segnale politico, quindi, del tutto scollegata dalle norme e dai tempi del decreto.

Inoltre, considerando che un’altra grande strada che conduce alle cave era completamente sguarnita da mezzi della polizia, tutto lascerebbe supporre che l’intento non fosse affatto quello di preparare il terreno all’arrivo dell’esercito. Si confermerebbe, quindi, l’azione delle forze dell’ordine dietro ordini dall’alto come puramente dimostrativa: discarica o non discarica, qui la comandiamo noi.
Noi siamo lo “stato”, ed il popolo è SOVRANO solo quando deve darci il “mandato”.

Naturalmente, i giornali danno già informazioni distorte, e non perchè parziali, come quella secondo cui le cariche sarebbero iniziate dopo le sassaiole: dovrebbero altrimenti giustificare i motivi del rafforzamento delle barricate.

Anche Berlusconi, in qualche modo, aveva avvertito: “Dobbiamo arrivare prima noi”.

«Sappiamo - dice Berlusconi - di poter contare sulla parte sana della popolazione campana». Quella meno sana dovrà vedersela con le nuove norme.
Il provvedimento prevede, infatti, che chiunque si renderà promotore di disordini contro la realizzazione di discariche in Campania rischia fino a 5 anni di carcere. Chi invece tenterà di impedire la realizzazione delle discariche, o le violerà, rischia da tre mesi a un anno di detenzione. Per garantire la sicurezza dei siti di stoccaggio, i nomi dei luoghi individuati sono stati secretati: «Saranno conosciuti - spiega il Cavaliere - quando il decreto sarà pubblico in Gazzetta ufficiale, per garantirci la possibilità di operare, cioè arrivare prima di occupazioni di questi luoghi: con le occupazioni i problemi non saranno risolti».


Chiunque si illudesse che la lealtà di rispettare i tempi dello stato possa portare a qualcosa di buono, per la società civile, da questa ennesima esperienza DEVE trarre un ulteriore insegnamento: lo stato non aspetta. E’ compatto. Con questo sfoggio di forza tenta di frammentare le lotte di quanti ne denunciano arroganza ed incapacità.

SIAMO IN UNO STATO DI POLIZIA, CON RELATIVE SOSPENSIONI DEGLI SPAZI DEMOCRATICI (per quello che questa parola può significare...)

Appeso ad un balcone c'era un grande striscione con questa scritta: "OGGI LO STATO HA FALLITO".

Molti di noi si sono pienamente resi conto che è questa, la sua vera faccia.

Proseguo con le notizie sul "livello di informazione" in Home, e relativo commento.


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