voto o non voto?

Inviato da  edo il 24/3/2008 10:47:59
PER CHI HA DECISO DI DARE UN SENSO AL PROPRIO NON VOTO… MA ATTENZIONE! L’INTENZIONE POTREBBE NON OTTENERE IL RISULTATO VOLUTO.

‘Parliamo della politica della depressione. La depressione come atto politico. Lei ed io subiamo quotidianamente la pulsione irrefrenabile a comprare e spendere e vivere in fretta…La depressione è l’unico modo per mettere un freno a tutto questo. La depressione economica così come quella psicologica. Per cui, provi a supporre che la sua depressione e la mia siano atti politici di ribellione. Provi a supporre che la psiche stia dicendo NO. Non voglio questa accelerazione. Non voglio comprare niente. Le mie gambe non si vogliono muovere. Non mi interessa...’ (J.Hillman)

Impalato e impotente di fronte all'ennesimo rito elettorale, un gioco sempre più truccato ed insensato a cui molti continuano ad aderire per motivi che comprendo ma non condivido, cerco di entrare in contatto con le emozioni, con quelle che per economia definisco 'mie', e con quelle degli altri che incontro...
E sento, girando per l'Italia, che -per la prima volta- lo scontento e l'inquietudine sono tali che non basta più il richiamo alla paura di un ritorno del 'mostro' (o più semplicemente del 'nostro') a motivare le persone al voto. L'esperimento di Prodi l'hanno già fatto ed è colato a picco, già molto prima e al di là della sua caduta.
Quindi, rispetto a due anni fa, mi sento meno solo nell'invito ad astenersi e a farlo attivamente.
Un atto di non collaborazione attiva, pubblico, politico, nonviolento.

Chiedo anche questa volta a Carta e ai suoi lettori, quindi, di esprimersi su questa proposta, che peraltro già gira in rete da tempo e su cui varie persone mi chiedono di divenire portavoce in tutte le sedi possibili e utili.

Un' ottima alternativa all'andare o non andare a votare, può essere quella di andare al seggio e rifiutare la scheda.
Se votiamo scheda bianca o nulla favoriremo il partito con più voti: infatti anche i voti bianchi o nulli entrano nel calcolo del premio di maggioranza.
Se vogliamo rendere veramente nullo il vostro voto e compiere un azione diretta nonviolenta:
1) ANDIAMO A VOTARE E FACCIAMOCI VIDIMARE LA SCHEDA
2) ESERCITIAMO POI IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA dichiarando, ad esempio: "Rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che ciò sia verbalizzato"
3) PRETENDIAMO CHE SIA VERBALIZZATO IL RIFIUTO DELLA SCHEDA.
IL D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 - Art. 104 - Par. 5 recita:
Il segretario dell' Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o
di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a
tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000.
4) ESERCITIAMO INFINE IL NOSTRO DIRITTO A METTERE A VERBALE UN COMMENTO CHE GIUSTIFICHI IL RIFIUTO (ad esempio "Nessuno dei politici inseriti nelle liste mi rappresenta").

Chiedo al nostro giornale di aprire una consultazione sull'astensionismo attivo, che coinvolga sia coloro che non andranno a votare (ma non vogliono farlo clandestinamente), sia coloro che andranno e, come spero, rifiuteranno la scheda e non si limiteranno a lasciarla bianca o ad annullarla con pur apprezzabile goliardia...
E naturalmente anche tutti coloro che, obtorto collo e naso turato, andranno comunque a votare.

ma attenzione!

La premessa contenuta in questi messaggi di esorto al "rifiuto della scheda" risulta giuridicamente erronea. Si sostiene, infatti, che le schede bianche e quelle nulle vengano fatte rientrare all'interno dei calcoli per l'assegnazione del premio di maggioranza: prima inesattezza.
L'attuale legge elettorale (c.d. "Porcellum?" L. 270/2005 che modifica il D.P.R. 361/1957), prevede che i calcoli per l'assegnazione dei seggi (e quindi anche del premio di maggioranza) vengano effettuati sulla base dei "voti validi espressi" (vedi art.1 comma 12 della legge stessa). Risulta pertanto palese che con tale termine il legislatore si riferisce ai soli voti validi, ritenendo le schede nulle e bianche insignificanti ai fini dei conteggi. In secondo luogo, il nostro ordinamento in merito alla possibilità di "rifiuto del voto", non prevede alcuna fattispecie di tal genere. Si potrebbe, per analogia, far rientrare questo tipo di "rifiuto" all'interno dei casi di voto fuori dalla cabina? (vedi art.62 D.P.R. 361/1957) e di artificioso indugio nell'espressione di voto? (vedi art.46 del T.U. n.570 del 1960 ovvero art. 44 D.P.R. 361/1957): in entrambi i casi, comunque, si tratterebbe di voto nullo. Ulteriore conferma è il fatto che queste schede, insieme con quelle deteriorate, verranno inserite dal presidente del seggio in un apposito plico, parificandole così alle schede nulle. Infine, in merito alla richiesta di inserimento in calce al verbale di seggio, di un commento dell'elettore "rifiutante", è bene non creare confusione: se da una parte vi sono norme che regolano le modalità di espletamento del voto, ve ne sono delle altre che regolano il "buon funzionamento del seggio". L'art.104 del D.P.R. 361/1957, unico riferimento giuridico a cui rimandano i sostenitori di questa proposta, rientra in quest'ultima categoria: prevede la possibilità, per l'elettore, di ottenere dal segretario di seggio la verbalizzazione di proteste o reclami relativi esclusivamente alle modalità di espletamento delle votazioni.

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