Re: il capitalismo è nudo!

Inviato da  shevek il 11/10/2008 15:59:14
Salut y Libertad Pax!

Dici:Citazione:
A me sembra invece che l'uso di una parola al posto di un'altra sia importante. In questo caso, per esempio, appare evidente che incolpare il "capitalismo" o il "libero mercato" sia la tattica scelta dai fautori dell'attuale corporativismo – credo che questo sia il termine più corretto per definire il sistema vigente – per poter così invocare un maggior intervento statale nell'economia (...) Il capitalismo è (...) il risultato delle azioni umane in un contesto di libero scambio (qualcosa di cui abbiamo visto solo sprazzi nella storia recente), non è quindi un metodo "inventato" da qualcuno e poi imposto sugli altri quanto un sistema che si sviluppa spontaneamente e che è stato studiato a posteriori. In pratica si basa sui semplici concetti di produzione e risparmio, e sulla divisione del lavoro per ottenere maggiore efficienza. Lo scambio non è altro che un baratto, anche quando coinvolge la mediazione di una moneta, che infatti è anch'essa una merce. In questo momento quasi nulla di tutto ciò è presente nel sistema economico, di conseguenza perché insistere con il capitalismo e il libero mercato?


Lungi da me, lo sai, difendere l'economia statalista (non fosse altro perché la ritengo una semplice variante del capitalismo - come io intendo questo termine). Ti inviterei però a riflettere su alcune cose.

Innanzitutto proprio sul termine capitalismo, che, evidentemente, deriva da "capitale" - una gran somma di denaro sufficiente ad acquistare beni che vanno ben oltre le necessità basilari di un essere umano e della sua famiglia. Non esiste, in altri termini, "capitale" senza "capitalista": una persona fisica e/o giuridica che lo possiede e/o controlla (altrimenti è "bene comune"). Guarda poi un po', i capitalisti sono gli stessi che, a tempi alterni, difendono sia il "libero mercato" sia l'intervento statale nell'economia (a loro favore, of course). Il capitalismo, etimologicamente, dunque, non è altro da quello che tu chiamo "corporativismo": è la definizione, per quel che mi concerne, di una società in cui lo Stato delega - in maniera più o meno ampia secondo i momenti storici - ai possessori di capitale il dominio sulla forza lavoro nel processo della produzione.

Il tuo uso del termine è diverso: dici che il capitalismo è "il risultato delle azioni umane in un contesto di libero scambio (qualcosa di cui abbiamo visto solo sprazzi nella storia recente), non è quindi un metodo "inventato" da qualcuno e poi imposto sugli altri quanto un sistema che si sviluppa spontaneamente e che è stato studiato a posteriori". Come sai, per me "in un contesto di libero scambio" REALE (cioè senza lo Stato e, di conseguenza, la proprietà privata dei mezzi di produzione) si svilupperebbe spontaneamente il comunismo libertario proprio per "ottenere maggiore efficienza" - per questo politici e capitalisti lo osannano a parole ma si guardano bene di farlo sul serio. Ma questo è secondario: ora vorrei farti notare che nelle tue parole c'è una qualche contraddizione. Da un lato affermi che si tratta di un sistema "studiato a posteriori", dall'altro che di un tale sistema si sono visti solo "sprazzi", almeno nella storia recente. Uno sforzo in più e giungerai a capire che non si è visto affatto, né nella storia recente, né in quella passata.

Ammetterei, perciò, che in questo caso la mia idea del "libero mercato" come ideologia del capitalismo reale - se preferisci, del "corporativismo" - potrebbe non essere del tutto peregrina: io, in tutta onestà, di "libero mercato", nella storia, non ne vedo nemmeno l'ombra. Ma magari hai ragione tu e tutto dipende dalla mia ignoranza: sarò felice di andare a documentarmi su tutti i controesempi che mi potrai fare.


Shevek

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