Re: se Grillo io fossi....

Inviato da  toussaint il 8/11/2012 15:03:50
Questo passo di Bagnai è meraviglioso:

Del resto, e qui chiudo, il dato è semplice, e si può riassumere con un noto proverbio: col culo degli altri son tutti finocchi, ovvero: col mercato degli altri son tutti liberisti. Basta vedere come Smith descrive il meccanismo della mano invisibile. Aspetta, lo traduco qui per i non senzienti, quelli che vogliono fare la rivoluzione senza parlare la lingua degli padroni. Parlando dell’individuo, Smith dice:


“Nel preferire il sostegno dell’industria nazionale rispetto a quella estera, egli ha in mente la propria sicurezza; e nell’indirizzare questa industria in modo tale che il suo prodotto abbia il massimo valore, egli ha in mente solo il proprio guadagno personale; e in questo, come in tanti altri casi, una mano invisibile lo guida a promuovere un risultato che non rientrava nelle sue intenzioni [N.d.t.: astenersi complottisti, evidentemente!]. Ma il fatto che la sua azione non sia intenzionale non è sempre un male per la società. Nel perseguire i propri interessi egli spesso promuove l’interesse della società in modo più efficace che se realmente si proponesse di promuoverlo. Non ho mai riscontrato grandi benefici fatti da chi ostentava di commerciare nell’interesse pubblico. Questa ostentazione, in effetti, non è molto diffusa fra i mercanti, e bastano pochissime parole per dissuaderli da essa”.

(è una chicca, vero... Dite la verità, che non la conoscevate? Ma i miei studenti sì, anche se non sanno apprezzarla).

Ora è più chiaro? Smith considera assolutamente naturale che gli agenti economici promuovano politiche protezionistiche (incidentalmente, Smith insiste sul fatto che non tutte le ciambelle riescono col buco: l’agire individuale spesso, cioè non sempre, arreca benessere collettivo. E leggiamoli, i classici!). Andatelo a dire allo scialbo presidente della società Adamo Smitte! O all’economista Oscar Giannino! (titolare, credo, della Lord Brummel chair in Common Sense Economics alla Conventional Wisdom University di Chattanooga). Vedrete: loro non lo sanno (ma noi non sappiamo chi sono loro, quindi pari e patta). E perché Smith era a favore del protezionismo? Ma è semplice: perché quando lui scriveva l’Inghilterra doveva ancora affermarsi compiutamente come potenza egemone. Quando poi Ricardo (che aveva 4 anni quando queste parole furono pubblicate), quarantacinque anni dopo fa il suo bell’elogio del libero scambio (lui sì che lo fa) le cose erano un po’ cambiate: l’Inghilterra ormai era in cima all’albero dello sviluppo, ne stava cogliendo i frutti (grazie anche a un sapiente protezionismo) e quindi poteva “dare un calcio alla scala”, come dice l’amico Tony Thirlwall, per lasciare gli altri di sotto a “magnasse li torzoli”...

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Capito? Il liberoscambista Smith in realtà nasce protezionista e rimane protezionista finchè conviene all'Inghillterra. E vogliamo parlare di cosa dice del libero mercato: in sintesi dice, "a volte la mano invisibile produce un risultato buono per tutti, ma solo a volte".
E chi glielo dice ai profeti del mercato?

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