Re: se Grillo io fossi....

Inviato da  ivan il 8/12/2012 7:28:40
Citazione:

Spiderman ha scritto:


No ivan, qua di apparente non c'è nulla. Quando veniamo informati su determinati argomenti, sta poi a noi decidere se approfondire ed eventualmente cambiare modo di agire o meno. Quando Grillo ci parla di vaccini, cannabis o sostenibilità di un certo modello di vita (per dirne alcuni) è li che entra in gioco la responsabilità delle nostre azioni. Non ho mai sentito nessun politico trattare certi argomenti, anzi, a mio modo di vedere se ne guardano bene perchè asserviti alle potenti lobby che li manovrano. Non dico che Grillo sia la panacea di tutti i mali, però il metodo di informare sperando che poi ognuno faccia la propria scelta consapevole, stuzzica.

In soldoni, una chance la merita.


Leggiamo qui:
link Pubblico giornale

Citazione:

Nel mondo nuovo di “Gaia” che Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio stanno preparando per tutti noi, come sarà l’informazione? La domanda non è più oziosa, da addetti ai lavori. È invece una questione cruciale che riguarda la democrazia del nostro Paese e la libertà dei giornalisti.

Non si pensa di svelare un segreto se si dice qua che tutti i cronisti che si occupano del Movimento Cinque Stelle (anche, ci risulta, quelli meno distanti da posizioni grilline), il problema se lo sono posto. Non solo per gli attacchi che quotidianamente piovono dal blog più letto d’Italia – nonchè organo ufficiale del probabile secondo partito italiano. Ma anche perché, sulla Rete, così come in alcuni appuntamenti pubblici, da parte di una minoranza di facinorosi del movimento si assiste ad un atteggiamento ormai intimidatorio nei confronti della stampa.

Sul web, per esempio, è scientifica l’opera di insulto contro chiunque si azzardi ad approfondire regole e programmi messi in piedi dal capo dei 5Stelle. I commenti puntualmente accusano chi scrive di «essere pagato per dire queste cose» e regolarmente arriva l’avvertimento: «Quando arriveremo noi le cose cambieranno». È il classico linguaggio da troll, gli spacciatori di cattiveria digitale che, con sapienza, colpiscono su un piano emotivo piuttosto che razionale.

Ma se a queste bagatelle è facile fare il callo, sempre più tetra si fa l’aria quando, dal vivo, i media vogliono raccontare il “movimento”. L’ordine l’ha dato Grillo in persona lo scorso settembre. Scottato da un suo comizio a Parma (descritto come un flop da ogni testata – e in effetti le immagini parlavano da sole), è arrivato un post ad hoc per dare istruzioni ai fedayn pentastelluti. «Intervistiamo i giornalisti» intima il guru. «Intervistiamo i giornalisti che si presentano agli incontri pubblici e alle manifestazioni e pubblichiamo i video su Youtube».

Male non fare paura non avere, pensa qualsiasi giornalista onesto. Ma nella realtà, in cosa si traduce questa disposizione? Vi raccontiamo la nostra esperienza dello scorso mercoledì, all’assemblea 5Stelle di Bologna (per tanti versi, come raccontato ieri, una bella prova di civismo democratico). All’entrata, alcuni ragazzi in telecamera squadrano chi arriva con un taccuino o un microfono. Quindi lo fermano e, a tutti, pongono la stessa domanda: «Perché non raccontate mai le cose belle del movimento e vi interessano solo le polemiche?».

Il quesito, se ci pensate, è altamente fazioso: quale partito, quale esponente politico, non vorrebbe che solo “il bel lavoro” svolto finisse sui giornali? A ben guardare è precisa- mente quello che Silvio Berlusconi ha sempre rimproverato alla stampa. Nel caso specifico bolognese, però, c’è un di più. Un militante locale, utilizza la sua telecamera come uno scudo per nascondere la sua faccia che vomita insulti indiscriminati. «Fate schifo», «Siete vergognosi», «Che siete venuti a fare?» continuava ad sbraitare questo, detto Nick Il Nero.

Urla e riprende. Riprende e urla. Sicuramente spinto dal motto che in campagna elettorale ha utilizzato su poster e volantini: «Se un uomo con la telecamera incontra un uomo senza telecamera, l’uomo senza telecamera è un uomo morto» minacciava citando Sergio Leone. Ma perchè un uomo senza telecamera dovrebbe essere un “uomo morto” davanti ad un obiettivo? Chi scrive ha provato a chiederglielo senza infingimenti né remore: la maleducazione non è giustificata neanche se a 5Stelle.

Il nostro, non ha risposto. E, cosa ancora più curiosa, di quel video (del quale chi scrive aveva ben raccomandato la pubblicazione integrale) su YouTube non si è vista traccia. Cosa rimane allora? Una tentata intimidazione? Tra l’altro non diversa dalle bordate che quotidianamente spara beppegrillo.it contro i «pennivendoli» «servi e venduti».

La domanda, infine, ritorna. Quale sarebbe il giornalismo alternativo che la nuova era grillina vorrebbe? Solo microfoni tenuti in mano davanti al leader? Tale e quale al Tg1 con i vari Casaleggio al posto del solito Schifani? La stampa, insegnano i mostri sacri della professione, «o è libera o non è».

A Beppe Grillo questo non piace, non fa il suo gioco. Ma se i giornalisti non possono fare le domande, rimane solo propaganda e manipolazione. Forse è questa il giornalismo che, dall’Italia di Emilio Fede, ci porteremo dietro anche nel mondo nuovo di Gaia.




Da stracciarsi le vesti.

Cosa manca in tutte queste storie? Semplice, il lieto fine, ossia il comunicato stampa in cui si prende le distanze e si esprime il dispiacere per appunto lo spiacevole episodio frutto di un fraintendimento .

Ma se manca il lieto fine è finita.

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