Re: Cronaca di un inciucio annunciato

Inviato da  Sertes il 5/4/2013 18:14:38
L’espresso 4/04/2013 Marco Travaglio

Le quinte colonne dell’Ineleggibile (Marco Travaglio)

Sono 19 anni che Berlusconi sta in Parlamento dove non sarebbe mai dovuto entrare secondo una legge del 1957. A salvarlo l’opposizione ha contribuito spesso in modo decisivo. Ma ora Bersani promette una nuova legge. Stringente..
I 250mila cittadini che hanno firmato l’appello di MicroMega e le migliaia di persone che sabato hanno affollato piazza Santi Apostoli a Roma hanno voluto ricordare al presidente della Repubblica e al Parlamento ciò che dal 1994 tutti i presidenti della Repubblica e i Parlamenti hanno preferito dimenticare: e cioè che la legge 361 del 1957, varata quando Silvio Berlusconi andava all’uni- versità e dunque difficilmente accusabile di pregiudizio antiberlusconiano, stabilisce all’art. 10 l’ineleggibilità dei beneficiari di concessioni pubbliche. Quindi degli azioni- sti di controllo di televisioni. Quindi di Berlusconi. Il quale siede abusivamente in Parlamento dal ’94 grazie alla sistematica violazione della legge da parte della Giunta per le elezioni della Camera, che per cinque volte consecutive ha dichiarato eleggibile il Cavaliere e ineleggibile Con- falonieri, peraltro mai eletto né candidato. Tre volte con maggioranza di centro- destra, due volte di centrosinistra. Il che spiega perché le tardive, trafelate, patetiche conversioni di Bersani alla legalità, e dunque all’antiberlusconi- smo, non abbiano convinto milioni di elettori delusi. Siccome però, come viene spesso ripetuto, «non sono tutti uguali», va ricordato che fin dal ’94 c’è chi si è battuto per il rispetto della legge. Per esempio “l’Espresso”, diretto allora da Claudio Rinaldi, e un gruppo di intellettuali che 19 anni fa presentarono i primi ricorsi per l’ineleggibilità del Caimano. Risultato: destra, centro e sinistra (tranne il verde Saraceni) liquidarono la faccenda in pochi minuti («Il deputato Elio Vito sottolinea che il comitato all’unanimità ha convenuto per l’infondatezza»). Nel 1996 vince l’Ulivo, ma anche Berlusconi: «L’art.10 del testo unico non è applicabile all’interessato in quanto l’inciso “in proprio” deve intendersi “in nome proprio” e quindi non applicabile all’on. Berlusconi, atteso che questi non è titolare di concessioni radiotelevisive in nome proprio», ma a nome di Mediaset. Un cavillo da Azzeccagarbugli subito approvato dai centrosinistri Massa, Carazzi e Rossiello. Seguono le scuse pueri- li dei leader (per Fassino e D’Alema occorreva impedire al Cavaliere di «fare la vittima») e poi le lacrime di coccodrillo: il 15 settembre 2000 D’Alema riconosce candidamente che «Berlusconi era ed è ineleggibile» e il 5 febbraio 2001 ammet- te che dichiararlo eleggibile fu «una finzione giuridica». Troppo tardi: nel 2001 l’Ineleggibile risorge. Alla vigilia delle elezioni, Giustizia e Libertà torna alla carica con tre esposti alla giunta della Camera. Che si riunisce, con comodo, il 18 aprile 2002 sotto la presidenza di Antonello Soro (Margherita). Ma anche stavolta i “progressisti” Franceschini, Finocchiaro, Benvenuto, Rossiello, Belillo e Cento votano con i berluscones per l’archiviazione, con una memorabile supercàzzola affidata al Ds Salvatore Adduce: «In conclusione, dichiara voto favorevole sulla proposta del Comitato, illustrata dal Presidente, non essendovi elementi che possano far sostenere l’ineleggibilità del deputato Berlusconi», anche perché «la questione del conflitto d’interessi e quella dell’ineleggibilità sono distinte» e richiedono «una sistemazione normativa della materia» (naturalmente mai neppure tentata). la triste sceNa si ripete nel 2006 e nel 2008. Intanto quelli che “il conflitto d’interessi non c’entra” sono stati tutti promossi: la Finocchiaro capogruppo Pd al Senato, Franceschini segretario e poi capogruppo Pd alla Camera, Adduce sindaco Pd di Matera, Soro Garante della Privacy. Ora il nuovo capogruppo al Senato, Luigi Zanda, firma l’appello di MicroMega e annuncia che voterà per l’ineleggibilità. Siccome il collega di 5 Stelle Vito Crimi dice che i suoi faranno altrettanto, la maggioranza è bell’e fatta. Ma ecco l’astuta mossa di Bersani, che annuncia «una nuova legge sull’ineleggi- bilità», ovviamente «stringente»: come dire che la 361 del 1957 non vale più, dunque Berlusconi è eleggibile anche stavolta. Casomai se ne riparla nella prossima legislatura. Però in maniera «stringene

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