Re: Cronaca di un inciucio annunciato

Inviato da  Pispax il 3/4/2014 19:49:45
Vabbe', dai.
Voglio risparmiare tutti questi soldi da destinare in caffè.
Siete troppo VISPI.


Quindi riscrivo l'articolo di Travaglio come l'avrebbe scritto una persona che ha come scopo quello di fare informazione e non propaganda.
Cioè, un giornalista serio.
Ops.



Tralascio la prima parte.
Quelle sono le OPINIONI di Travaglio, cioè il modo in cui Travaglio legge gli avvenimenti.
Le mie sono diverse dalle sue, e non ho difficoltà nel vedere tutte le distorsioni che porta, ma non ha senso parlarne.

Veniamo invece all'"analisi", dove si parla - nel senso che si DOVREBBE parlare - dei fatti.
In grassetto le correzioni.




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"Eppure pretende di arrivare a fine legislatura e financo di cambiare la Costituzione: ma con quale mandato popolare, visto che nel 2013 nessun partito della maggioranza aveva nel programma elettorale queste “riforme”?
Chiedo scusa: dimenticavo che Renzi appartiene al PD, e persino nel programma del PD di Bersani, quello portato alle elezioni, venivano descritte proprio le riforme che si stanno vedendo adesso


Su un punto il premier ha ragione: la gente vuole cambiare. Ma cosa? E per fare cosa? Davvero Renzi incontra per strada milioni di persone ansiose di trasformare il Senato nell’ennesimo ente inutile, un dopolavoro per consiglieri regionali e sindaci (perlopiù inquisiti, anche se è vero che gli appartenenti al Senato delle Autonomie non godranno di nessuna delle tutele giuridiche destinate ai vecchi senatori))? Davvero la “gente” gli chiede a gran voce di sostituire il Porcellum con l’Italicum, che consentirà ai partiti di continuare a nominarsi i parlamentari come prima? Se la “gente” sapesse cosa c’è nelle “riforme”, le passerebbe la voglia di cambiare. Va anche detto comunque che non è che queste riforme sono tenute segrete, anzi. Non si fa altro che parlarne sia in tv che nei giornali, a iniziare da me. Quindi probabilmente la gente lo sa.


Prendiamo l’Italicum, approvato a Montecitorio e già rinnegato dai partiti che l’hanno votato (peraltro solo per la Camera). Pare scritto da uno squilibrato. A parte le liste bloccate, le variopinte soglie di accesso (4,5, 8 e 12%), e i candidati presentabili in 8 collegi, c’è il delirio del premio di maggioranza: chi vince al primo turno col 37% dei voti prende 340 deputati; chi vince al ballottaggio col 51% o più, ne prende solo 327 e governa con uno scarto di 6 voti. Cioè non governa. Ma levàtegli il vino.
Detto in altre parole, se il partito vincitore è la PRIMA SCELTA, in tutto il panorama politico, di oltre il 37% degli elettori, allora ha una maggioranza utile per governare. Altrimenti se è a livelli più bassi e si rivela essere la SECONDA SCELTA degli elettori che vanno a votare al secondo turno, allora magari è legittimo che, per governare, su molti temi debba fare accordi con le opposizioni.
Chiaro che se il problema è quello allora lo si risolverebbe facilmente AUMENTANDO anche il premio di maggioranza per il vincitore del ballottaggio, ma non posso dirlo perché finora ho detto che il premio di maggioranza non va bene. Rendetemi il vino, per favore
.


Prendiamo il nuovo “Senato delle autonomie”. Sarà composto da 148 membri non elettivi e non pagati: i presidenti di regione, i sindaci dei capoluoghi di regione, due consiglieri regionali e due sindaci per regione.
Ovvero sarà composto per 127 dei 148 membri da membri ELETTI dal popolo, anche se non sono stati eletti come senatori ma sono stati eletti alle amministrative, più 21 personaggi nominati dal Quirinale.
Senza distinzioni fra Val d’Aosta e Lombardia, Molise ed Emilia Romagna, regioni ordinarie e a statuto speciale, ma forse questa non è un problema importante, visto che in un Paese federale con 5 volte più abitanti del nostro, cioè gli USA, tutti gli Stati hanno diritto agli stessi due senatori. Ha diritto a due senatori la California, con i suoi quasi 38 milioni di abitanti, e ha diritto a due senatori il Vermont, i cui abitanti sono 0.7 milioni. Gli USA hanno 50 Stati, e il Senato degli USA ha 100 senatori. La cosa non sembra essere un problema.


Con quali poteri? Niente più fiducia ai governi né seconda lettura sulle leggi: il Senato però voterà ancora sulle leggi costituzionali, sul capo dello Stato, sui membri del Csm e della Consulta (ma con quale legittimità democratica, visto che non sarà eletto, fatto salvo l'85% dei suoi membri, che sono stati eletti alle elezioni amministrative?), ed esprimerà un parere non vincolante su ogni legge ordinaria votata dalla Camera. Ma come faranno i governatori, i sindaci e i consiglieri a fare il proprio lavoro nelle regioni e nelle città e contemporaneamente a esaminare a Roma ogni legge della Camera? Probabilmente il Senato delle Autonomie non sarà riunito tutti i giorni come accade al Senato di adesso.


Renzi racconta che la riforma farà risparmiare tempo e denaro. Mah. Sul tempo: le peggiori porcate, come il lodo Alfano, sono passate in meno di un mese. Ma quelli erano i tempi in cui l'UNICO partito in grado di ottenere una maggioranza consistente, cioè il PdL (il Porcellum fu inventato proprio a questo scopo) aveva in effetti una larghissima maggioranza sia alla Camera che al Senato.
E chi l’ha detto che all’Italia servono più leggi? Ne abbiamo almeno 350 mila, spesso pessime o in contraddizione fra loro. Andrebbero ridotte e accorpate, non aumentate. Ma già: dimenticavo per anche per abrogare una Legge bisogna fare una Legge di abrogazione. Lo stesso per accorparle. Insomma, se il problema sono troppe leggi pessime o in contraddizione fra loro, forse qualche legge nuova ci vuole, dopotutto.


Quanto al denaro, lo strombazzato risparmio di 1 miliardo all’anno in realtà non arriva a 100 milioni: la struttura resterà in piedi, anche se funzionerà solo quando il Senato sarà riunito, cioè sicuramente meno di oggi spariranno solo i 315 stipendi (ma bisognerà rimborsare le trasferte dei nuovi membri invece di pagare le trasferte dei suoi membri PIU' il soggiorno a Roma dei suoi membri per 12 mesi all'anno PIU' le spese di rappresentaza dei suoi membri PIU' il personale dei suoi membri). Perché non dimezzare il numero e le indennità dei parlamentari, conservando due Camere elettive con compiti diversi (tipo Usa) e con 315 deputati e 117 senatori pagati la metà, risparmiando più di 1 miliardo (vero)? Ma sia chiaro che sto solo esprimendo un'opinione personale, che solo casualmente ricalca perfettamente la posizione politica di un MoVimento di cui non faccio il nome. Io sono un giornalista serio, obiettivo e imparziale!
Da qualunque parte la si prenda, anche questa “riforma” non ha senso, se non quello di raccontare che “le cose cambiano”. Cavalcando il discredito delle istituzioni, Renzi ne approfitta per distruggerle definitivamente. Anzhe se a ben guardare quello che accade in quasi tutto il resto d'Europa, dove con sistemi Camerali simili a quello proposto dal Governo le istituzioni godono di ottima salute, verrebbe da pensare che il problema non è questo.
Forse era meglio giurare su Zagrebelsky e Rodotà, anziché su Berlusconi e Verdini: ma toccherebbe anche ricordare che fu proprio il PCI di Rodotà a proporre, nel 1985, una Legge costituzionale per introdurre l'abolizione del Senato e un conseguente sistema monocamerale. All'epoca l'ottimo Rodotà non ebbe niente da dire contro quella proposta. Avrà cambiato idea?


PS. Napolitano fa sapere di essere “da tempo contrario al bicameralismo paritario”. E quando, di grazia? Quando presiedeva la Camera? Quando fu nominato da Ciampi senatore a vita? Quando fu eletto e rieletto al Colle da Camera e Senato? O quando nominò 5 senatori a vita? Ci dica, ci dica.
Anzi no: non "ci dica" più niente. Ora ricordo: lo ha ripetuto fin dalla fine del 2012 in moltissime occasioni. Lo ha sottolineato persino nel suo discorso di insediamento al secondo mandato, al punto di suscitare le ire di Crimi e Lombardi.
Come diavolo ho fatto a dimenticarmene?

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