Re: Ucraina: Europa vs Russia, chi vince?

Inviato da  DaemonZC il 10/9/2014 20:53:47
Evito di aprire un altro thread, questo mi pare adatto per discutere dell'argomento Ucraina, anche se ora lo avrei intitolato:

UCRAINA: USA vs Russia, chi vince?

Bhe, di sicuro perde l'Europa, perchè in ogni caso ci ritroveremo con una Russia sicuramente indisposta nei confronti di un vicino che al primo sfrattone a stelle e strisce si mette a strillare contro i cosacchi. La pagheremo in termini di forniture, dazi e soprattutto immagine nei confronti di quello che è un mercato emergente di enormi proporzioni, Cina inclusa vista la sua vicinanza al gigante sovietico. Nemmeno lì i telegiornali ci andranno piano immagino con questa europa di mollaccioni.

In ogni caso la situazione Ucraina diventa sempre più complessa, e queste sono le mie impressioni fino ad ora:

Livelli infiniti di notizie si avvicendano tra loro creando uno spesso e quasi invalicabile muro di gomma tra noi e la verità. Putin, la Russia, i separatisti, gli USA. A sentire i media convenzionali, si direbbe che la faccenda sia molto semplice, e che tutto si riduca a un unico, crudele, folle dittatore: Vladimir Putin, un ex agente del KGB che tiene la sua nazione sotto il suo stretto e tirannico controllo. Il nostro malvagio Vlad avrebbe (sempre secondo i media occidentali, fari imperturbabili di libertà e di eguaglianza) invaso la Crimea e in seguito anche il Donbass con la cifra stratosferica di (addirittura) 1000 uomini per smania di potere, e per pura mania di protagonismo. Ma la realtà è più articolata, o quantomeno per sperare di avere un’opinione che si avvicini alla vera realtà, bisogna aggiungere altre informazioni che dal mainstream vengono criminalmente omesse.
La storia, infatti, è assai più interessante, ma come ogni vicenda si deve incominciare dall’inizio. L’Ucraina è un paese peculiare: E’ una pedina strategica da un punto di vista geopolitico con una grande composizione demografica (52 milioni di persone) multietnica a prevalenza russa nelle zone orientali, abbondanti risorse naturali e terra passaggio del gas russo verso l’Europa. Alla luce di queste considerazioni, in seguito alla caduta del muro di Berlino, fu firmato un trattato tra Russia e Usa di non interferenza in Ucraina. Sostanzialmente Kiev doveva rimanere neutrale.

A un certo punto, una ventina d’anni fa, una delle menti più raffinate dell’Amministrazione Usa, Zbigniew Brzezinski – ancora oggi molto influente – nel suo libro “La Grande Scacchiera” indicò nell’Ucraina un Paese fondamentale nei nuovi equilibri geostrategici; da sottrarre alla Russia e portare nella sfera di influenza della Nato e dell’America. Lo spazio post-sovietico costituito dalle ex repubbliche dell’URSS, tra cui anche l’Ucraina, rappresenta infatti secondo Z.Brzenziski, dai tempi della presidenza Carter e dell’intervento in Afghanistan del ’79, un’area fondamentale per gli interessi statunitensi. Per impedire alla Russia di riottenere il controllo diretto sulla quella enorme distesa territoriale, costituita oggi da diversi paesi che collaborano in modo attivo attraverso cooperazioni energetiche economiche e militari con il presidente Vladimir Putin, le diverse amministrazioni Usa, da Bush a Obama, hanno pianificato attraverso la supervisione di diversi consiglieri per la sicurezza nazionale tra cui Z.Brzenziski, una serie di interventi volti a stabilizzare le regioni chiave di quella zona, con l’obiettivo di contenere la spinta russa per la creazione di un multipolarismo eurasiatico, e favorire un dominio atlantico unipolare a guida nord-americana.
Da allora iniziò una grande partita a scacchi tra Washington e Mosca. Anzi, una lunga guerra, combattuta con armi non convenzionali, una guerra che ha visto con gli eventi di Euromajdan dello scorso febbraio svolgersi una battaglia decisiva e destabilizzatrice. Viktor Janukovyč, l’allora premier legittimamente eletto

(https://www.youtube.com/watch?v=ptUSo6u_NE0#t=94)

venne costretto alle dimissioni, ad esso subentrò poi un governo filo occidentale, che ha rotto una volta per tutte i delicati equilibri della terra definita da Halfrod Mackinder come Heartland, la cui importanza viene ben resa dall’assioma dello stesso Mackinder “Chi controlla l’est Europa controlla l’Heartland, chi controlla l’Heartland comanda l’isola-mondo, chi comanda l’isola-mondo, comanda il mondo”. Infatti, la destituzione di Janukovyč ha lasciato il potere nelle mani di rivoluzionari filooccidentali. Rivoluzionari sostanzialmente guidati dalla leader di estrema destra Julija Tymošenko che da anni cercano di andare al governo tramite elezioni tramite le famose “rivoluzioni arancioni”. Evento, non occorre ripeterlo, sollecitato dagli stessi USA.

Ricordate Julija Tymošenko? La pupilla dei media occidentali? Ebbene pare che la Julia tentava la scalata al potere fin dagli anni del blocco sovietico, e che dopo la caduta dell’URSS, fece affari d’oro dirigendo svariate compagnie d’energia e acquisendo un considerevole patrimonio economico tra il 1990 e il 1998, entrando a pieno titolo tra gli oligarchi Ucraini. Presiedette nello stesso periodo la Compagnia Generale di Energia, un azienda privata che prese ad importare gas metano dalla Russia. Venne soprannominata la “principessa del gas” per accuse di stoccaggio illecito e di speculazione sul prezzo del gas. La ragione per cui la Julija finì in galera infatti non erano politiche, come i nostri cari media vorrebbero farci credere, ma riconducibili a reati finanziari. Infatti la nostra eroina si macchiò di corruzione poiché i suoi accordi con i Russi erano sfavorevoli all’Ucraina (ma favorevoli a lei). Si era sostanzialmente fatta gli affari suoi con la Gazprom. Mentre era un'economista stabilì relazioni d'affari con molti uomini importanti, oligarchi, banchieri e grandi industriali dell'Ucraina, soprattutto della sua città natale: Pavlo Lazarenko, Viktor Pinčuk, Ihor Kolomoyskyj, Rinat Akhmetov e Leonid Kučma, che sarebbe poi divenuto presidente. Berlusconi in confronto, è un ladro di caramelle. Ma i media hanno fatto dimettere Berlusconi qui da noi, e invece di diffondere queste notizie sulla Tymošenko, parlavano dei suoi bei capelli fatati, lanciando all'istante la moda del ricciolo d’oro in mezzo occidente, simbolo della dinamicità di una donna “onesta” che combatte per la “libertà”. In questi casi può salvarci solo il sarcasmo.

QUINDI: Lungi da accettare la perdita di Kiev, quantificata in svariati miliardi di dollari, nella perdita dello sbocco sul Mar Nero del porto di Sebastopoli, nella riduzione dell’influenza Russa e nel conseguente avvicinamento delle installazioni militari NATO sul proprio confine, Putin ha scatenato la propria reazione che ha messo le tecnocrazie occidentali in difficoltà. Non vanno forse lette anche in quest’ottica le rivoluzioni colorate del 2003 in Georgia e del 2004 proprio in Ucraina? Queste rivolte dipendono forse da una visione geopolitica che gli Stati Uniti, da Kissinger fino a Z.Brzezinsky stanno cercando di portare avanti per impedire in tutti i modi il controllo della Russia su uno spazio di vitale importanza per gli equilibri geopolitici internazionali.
Ma perché proprio ora? Perché, ci chiediamo, i tecnici e i consiglieri USA hanno scelto di spingere sull’Ucraina proprio quest’anno, e non l’anno scorso, o magari nel 2015. Una valida risposta la troviamo analizzando la situazione da una prospettiva più ampia. Nel lontano 2 marzo 2007, il Generale Wesley Clark, alla televisione americana dichiarava: “Nel 2001, l’amministrazione Bush aveva già i piani per distruggere 7 paesi nei successivi 5 anni. Cominciando dall’Iraq, la Siria, il Libano, la Libia, il Sudan, la Somalia, per finire con l’Iran. Gli USA lavorano per creare un contesto che gli darà la copertura diplomatica per fare quello che hanno già deciso di fare”.
Come il lettore accorto noterà, la lista del Generale si è quasi portata a compimento. Libano, Libia, Sudan, Somalia. All’appello mancano tuttavia ancora 2 nazioni. Siria ed Iran sono però unite da trattati di reciproco aiuto e protette diplomaticamente dalle potenze orientali, Russia e Cina. Ricordiamo tutti come a periodi intervallati, l’opinione pubblica occidentale viene bombardata da informazioni “terrificanti” sui “regimi” siriani e iraniani, detentori di chissà quali tipi di armi batteriologiche e nucleari con potenziali distruttivi senza pari, a cui fanno seguito avvertimenti su fantomatiche linee rosse obamiane e minacce di sanzioni. Il primo passo per iniziare una guerra infatti, è convincere la popolazione della “bontà” di tale intervendo. Per prendere l’Iran, tuttavia, si deve passare sul cadavere della Siria, e gli USA infatti, come in Ucraina, cercarono di sradicare Assad tramite l’incitamento alle rivolte popolari, sostegno militare ed economico a “ribelli” e mercenari provenienti da tutto il medio oriente. L’Occidente si è macchiato dell’ignobile crimine di sostenere dei tagliatori di gole pur di rovesciare una nazione non allineata. Attenzione non stiamo parlando di una nazione criminale, ma semplicemente una nazione che non accetta, tout court, il dominio USA.

Il conflitto siriano è iniziato il 15 marzo 2011 con le prime dimostrazioni pubbliche, si è sviluppato in rivolte su scala nazionale, per poi divenire guerra civile nel 2012. Verso la fine dello stesso anno l’invasione della Siria da parte dell’Occidente sembrava imminente, non fosse stato per l’opposizione delle potenze BRICS emergenti, Russia e Cina, che opposero nel consiglio direttivo dell’ONU ad una risoluzione armata. Finì che il fronte ribelle si ruppe tra luglio 2013 e l’agosto 2013 a seguito delle vittorie strategiche conseguite dall’esercito regolare siriano, ponendo fine al conflitto e imponendo lo stop all’agenda americana in medio oriente.
Secondo voi il governo USA si è arreso? Certo che no. Certi piani sono imprescindibili, e da loro dipendono la natura stessa del potere e del dominio di una certa classe dirigente. Cosicché viene subito messo in atto il piano-B, prendersi l’Ucraina, e usarla come merce di scambio per la Siria. Ecco perché proprio ora l’Ucraina.

E’ evidente che il nemico principale di questa amministrazione USA è la Russia, una Russia forte del suo nuovo, giovane e imponente alleato cinese, perciò le azioni vengono pianificate in funzione di questa nuova alleanza. E’ quindi probabile che per ora gli Stati Uniti considerano congelato lo scontro in Siria (essendoci rimbalzati contro) e preferiscono attaccare la Russia da un altro versante, in modo da poter ricominciare con la Siria dopo, cosicché da spingere la Russia a "sacrificare" la Siria e "tenersi" la loro parte di Ucraina. Mossa che ha il sapore del "tentativo estremo" per il compimento della famosa agenda USA, dato che non ci vuole l'esperto di geopolitica per rendersi conto che l'eventuale caduta della Siria è il viatico per arrivare all'Iran, luogo in cui convergono interessi russi e cinesi e che per tale motivo non sarà ceduto facilmente. Quello che gli analisti del pentagono non si aspettavano però, è che Il colpo di stato organizzato dagli Stati Uniti in Ucraina, attraverso l'uso spregiudicato dei nazisti ucraini e dopo la ventennale opera di edificazione della russofobia portata avanti dai quattro presidenti della storia dell'Ucraina indipendente post sovietica e dai media filoccidentali, accendesse nei russi di Crimea una fiamma che era stata spenta trent'anni prima e che nessuno pensava sarebbe tornata a brillare. Putin si sarebbe preso la sua parte di Ucraina senza perdere nemmeno un soldato, e senza passare per i piazzisti di Washington. Una mossa che ha messo ancora una volta in crisi i piani USA sullo scacchiere internazionale, facendoli ripartire punto e da capo.
La Russia si è limitata quindi a sostenere politicamente e materialmente, attraverso l’invio di consiglieri militari e politici, le regioni Ucraine a maggioranza russa che si sono autoproclamate indipendenti, e che hanno poi chiesto di unirsi alla Russia attraverso un referendum popolare. Le notizie di un invasione Russa sul suolo Ucraino sono del tutto infondate, per prima cosa perché i media occidentali parlano di un solo migliaio di soldati Russi che hanno attraversato il confine, e qualsiasi persona con un minimo di buon senso potrà capire da se che una nazione non si conquista con 1000 uomini, e in secondo luogo perché la Russia non ha alcun bisogno di tenere con la forza delle regioni densamente popolate da russi, madrelingua, che non hanno nessuna intenzione di rinnegare le proprie origini. Le notizie di un invasione Russa dell’Ucraina sono quindi sostanzialmente false

https://www.youtube.com/watch?v=NbsebzQM7nY&index=7&list=UUW4b9qhEQPI8XD9z_i4WAPw

E i media italiani, da La Repubblica al Corriere della Sera stanno solamente diffondendo il panico.
Le uniche azioni più consistenti sono state portate avanti al porto di Sebastopoli, sede storica di attracco di 900 navi da guerra della Marina Russa, e punto nevralgico dell’intera Flotta del Mar Nero dove i Russi hanno bloccato la piccola Flotta Ucraina in Porto, affondando una vecchia nave destinata alla demolizione (ovviamente senza equipaggio) proprio all’imbocco della darsena.
L’Ucraina è attualmente divisa in due quindi. Da una parte il governo Ucraino filo occidentale posto al potere da un colpo di stato, e dall’altra i separatisti, il Donbass e la Crimea, i cui civili, a maggioranza Russa, hanno scelto la separazione da un Ucraina che non li rappresenta più. Per tutta risposta, il governo Ucraino filo americano, sta spargendo sangue di civili innocenti in tutte le regioni separatiste.

https://www.youtube.com/watch?v=WPeaCa0Vxyg

Questo è quello che stiamo sostenendo. Questo è quello che i media occidentali, criminalmente, stanno omettendo. Nel sangue, nei cervelli sparsi sulle strade, nei corpi martoriati, negli innocenti senza vita, è in questo che l’occidente deve specchiarsi per vedere quello che è diventato, è questo è quello che siamo.

Le voci di una terza guerra mondiale si fanno lentamente più insistenti, e mentre questo accade ci si chiede come mai osare così tanto e rischiare uno scontro bellico per assicurarsi l’Iran, e il controllo futuro su Russia e Cina? Non dovrebbe essere interesse di tutta l’umanità mantenere la pace? Pace significa un Ucraina libera e indipendente, ricca terra di confine tra due mondi che commerciano pacificamente, ma è come se gli USA avessero l’obiettivo finale di assicurarsi un controllo a livello mondiale, una pseudonazione mondiale a guida nord americana, realizzando quello che sempre più spesso viene definito dai politici di tutto il mondo (anche italiani) come un Nuovo Ordine Mondiale. Il concetto di NWO, di un mondo unipolare, di un'unica grande nazione planetaria non è del tutto errato in realtà, il problema poi semmai sarebbe chi è che guiderà un mondo del genere, e che succederebbe se una nazione simile subisse una deriva totalitaria, chi potrebbe mai fermarla. Fatto garantito da quello che stiamo vedendo in questi anni con la crisi economica. Condizioni di austerità insensate da un punto di vista del benessere popolare, imposte da istituti finanziari e grandi poteri bancari. Sarebbero questi ultimi a salire al potere una volta creata la Pangea Politica ambita dall’NWO, e il futuro che si andrebbe a delineare poi non sarebbe così diverso dall’Oceania Orwelliana.

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