Re: La scuola austriaca e le banche centrali

Inviato da  a_mensa il 18/5/2010 20:57:46
@ infosauro

ti riporto qui il "pezzo" ch eho scritto a proposito del mistero del giorno.....

Il mistero dell’inflazione che non c’è.

Da almeno due anni sentiamo parlare di forti immissioni di denaro, da parte delle banche centrali, ma,contrariamente a cosa ci si aspetta, secondo tutte le scuole economiche, di inflazione non ne appare all’orizzonte manco l’ombra, o al massimo compare qualche timido accenno, che subito si azzera il trimestre successivo.
Avete sentito qualche economista, premio nobel, o presidente di banca o di governo accennare ad un qualche tentativo di spiegazione relativamente a questo fatto ? no ? neanche io.
Ed allora rompo il tabù e azzardo una spiegazione io coi miei pochi dati ed il mio pallottoliere, ma con tanto spirito di osservazione.
Innanzitutto un chiarimento. Ciò di cui voglio parlare è della perdita di potere d’acquisto del denaro, chiamato volgarmente inflazione, anche se gli “austriaci” con tale termine intendono solo l’aumento della massa monetaria, NORMALMENTE, e anche se questa volta non succede, seguita da una perdita di valore del denaro stesso.
Ed allora do anche una definizione, o meglio una relazione causa/effetto a tale fenomeno.
Perdita di valore della moneta si ha quando vi sono più soldi destinati a comprare i beni di più ampio e comune uso e consumo, di quanto valore di tali beni sia disponibile sul mercato.
Se il prezzo degli yacht sale del 10% ben difficilmente la società nel suo complesso se ne accorgerà, e difficilmente tale aumento si propagherà ad altri beni, mentre se aumenta il prezzo del carburante dell’1%, immediatamente si avrà la sensazione di “aumento dei prezzi”, anche perché tale aumento si ripercuoterà sul trasporto di tutti i beni, quindi anche quelli di ampio e comune consumo.
I sacerdoti del rito che porta alla svalutazione del denaro, sono i dettaglianti, coloro che mettono sul mercato tali beni.
È proprio grazie alla loro sensibilità che rilevano un eventuale aumento di disponibilità, proprio per uno spostamento della richiesta verso prodotti di migliore qualità e maggior prezzo.
Quello è l’indicatore di una maggiore disponibilità che permetterà loro di aumentare gradatamente i prezzi, fino a riportare la domanda sugli stessi prodotti di prima, facendoli però pagare di più.
Il loro maggiore costo segnalerà a tutta la filiera, tale maggiore disponibilità, ed il più forte in tale filiera si aggiudicherà la fetta più consistente dell’aumento.
Aumenti possono anche partire dalla produzione o da stadi intermedi , ma se il prezzo finale sarà troppo alto rispetto alle disponibilità totali del mercato, una diminuzione delle quantità vendute segnalerà che tale aumento deve essere o compensato dalla filiera, o recuperato dalla produzione con al limite una diminuzione di quantità o di qualità.
Lo stabilire cosa e come si crea la “sensazione” di perdita di valore del denaro, è importante per capire tutto il resto.
Per procedere vi chiedo di immaginare la società, il mercato economico, suddiviso in strati.
Nel primo strato, quello più popolato, ed anche a livello inferiore, diciamo che l’unità di misura del denaro è l’euro.
In questo mercato pieno di prodotti da ½, 1, 2 euro, anche i centesimi sono importanti, e se pur ci sono acquisti straordinari di valori superiori, la normalità ruota attorno a quell’ordine di grandezza.
Questo strato è quello che comprende la maggior parte dei beni che hanno un rapporto dialettico con il valore del denaro, ovvero comprende quei beni di diffuso e comune consumo che principalmente partecipano a creare la sensazione di “inflazione” nella grande maggioranza delle persone.
È in questo strato che si formano la maggior parte dei prezzi, i quali tendono a raggiungere l’equilibrio con le disponibilità verso i beni indispensabili alla sussistenza, e che quindi hanno la priorità nelle scelte sul come destinare le risorse disponibili.
Il secondo strato è formato dai libretti postali, libretti di risparmio, quello che è il piccolo risparmio.
La sua unità di misura è il 100 euro. Difficilmente si fanno depositi o prelievi di cifre inferiori, mentre i totali accumulati possono arrivare a 100, 1000 volte tale unità.
Passaggio di denaro dallo strato inferiore a questo, e viceversa, sono frequenti, in quanto questo rappresenta il primo livello di ricchezza per una persona, il primo gradino verso il risparmio, la riserva per gli “imprevisti”.
Il terzo strato è quello del mercato dei titoli di stato e della borsa.
L’unità di misura è il 1000 euro, e difficilmente si fanno movimenti per cifre inferiori.
Anche in questo strato si fanno anche movimenti, seppur meno frequenti alche di 100, 1000 volte tale unità.
Anche qui è facile uno scambio con il livello inferiore, quando cioè viene raggiunta una certa cifra sul libretto di risparmio si punta ad investimenti migliori, che rendano un po’ di più , pur conservando una buona liquidità in caso di bisogno.
Difficilmente da questo strato, si alimenta il primo. Ovvero difficilmente si vendono BOT per compèrare il pane. Possono invece avvenire per spese grosse, come il sostituire l’automobile, ma appunto sono movimenti relativamente rari.
Il quarto strato è quello dell’immobiliare.
Qui l’ordine di grandezza sono i 100.000 euro.
Anche qui è abbastanza normale accedere a risparmi dei livelli inferiori per vendere un immobile ed acquistarne uno più grande o di maggior pregio, o al limite il movimento inverso quando i figli siano andati e le spese per un immobile grande non siano più giustificati.
Notare come al salire di livello, diventa sempre più difficile immaginare una influenza di tale livello con il primo, benché sia il primo che stabilisce il valore del denaro.
Ultimo livello è quello della finanza dove l’ordine di grandezza è il 1.000.000 di euro.
Per entrare in un hedge found da straccione, occorre metterne almeno 500.000,dedicati, di cui non se ne ha bisogno, eventualmente da perdere senza grossi problemi.
Ecco allora la chiave di lettura del fenomeno enunciato.
Se il denaro immesso dalle banche centrali, o dai governi, va ad alimentare gli strati superiori, si avrà una esplosione della finanza, o delle borse, o dell’immobiliare, ma se non si creerà una carenza nei beni di sussistenza, nulla di tale denaro migrerà verso il primo livello, mentre se aumenterà la disponibilità della gran parte della popolazione, ad esempio con aumenti degli stipendi o delle pensioni, immediatamente i prezzi di tali beni essenziali saliranno dando l’avvio alla spirale inflattiva.
Ecco spiegato come possano aumentare le borse, come possano rendersi disponibili dei capitali speculativi enormi, e non esserci inflazione.
Se poi si considera anche che i frequentatori dei diversi livelli, sono persone diverse, di diversa ricchezza complessiva, di diversa disponibilità, allora il quadro dovrebbe risultare non solo chiaro, ma limpido.

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