moneta: il peccato e' nell'origine del gold standard?

Inviato da  Ashoka il 16/12/2005 23:37:09
MI SCUSO GIA’ DA ORA PER LA LUNGHEZZA DEL POST

Apro questo post, anche in maniera un po’ egoista, in seguito alla lettura, parziale, di un libro pubblicato da un collega di un mio amico (oddio che frase contorta).. sulla storia della moneta.

La moneta. Storia di un’istituzione mancata. Luca Fantacci

Dal momento che vi sono degli elementi interessanti sul come si e’ potuti arrivare alla situazione attuale, volevo commentarne le linee essenziali in modo da avere dei commenti informati da quelli di voi che conoscono la materia meglio di me.

Ma veniamo al punto e innanzitutto diamo una collocazione temporale: tardo medioevo, inizio storia moderna 1200 – 1600.

Carlo Magno aveva cercato di uniformare la moneta nel suo vasto impero introducendo il denaro, una moneta ricavata coniandone 240 a partire da 1 libbra di argento con titolo di 950/1000. Questa moneta valeva circa 1 dodicesimo del vecchio soldo romano (che circolava ancora) ed ovviamente 12 soldi equivalevano ad una libbra (o lira). Da notare che queste 2 monete (soldo e lira) NON venivano coniate ed avevano una funzione di “conto”.


Con la frammentazione dell’impero ed anche delle zecche (da imperiali a comunali o vescovili) il denaro perde via via la sua quantita’ di argento e si indebolisce (indebolimento: mutazione della quantita’ di metallo nella moneta tenendone fisso il valore nominale), soldo e lira non vengono coniati ma rimangono come moneta “immaginaria” e unita’ di conto.

Cinque secoli piu’ tardi, anche sulla spinta della rifioritura dei commerci internazionali, iniziano a venire battuti anche soldi e lire, a livello locale e si instaura un regime di “doppia moneta” (la sto facendo molto semplice).

Vi e’ una moneta cosiddetta “piccola” coniata in metallo poco pregiato, che serve per il commercio locale, il cui valore nominale e’ fissato dall’autorita’ del principe (res principis) mentre il contenuto metallico (pregiato) tende, nei secoli, a diminuire.

Vi e’ un’altro tipo di moneta, cosiddetta “grossa”, che vanta titolo metallico superiore ai 500 millesimi, che tende a mantenere invariata, nei secoli, il suo contenuto metallico e che viene utilizzata soprattutto per i commerci internazionali.

Vi e’ poi un’altro fenomeno, “le mutazioni”, criticato da gran parte degli economisti che proporranno il gold standard, che puo’ essere facilmente illustrato con un piccolo grafico (lo preparo e lo metto su spread-it se serve)

Mettiamo sull’asse delle ordinate la scala di conto derivata dalla moneta “immaginaria” (denaro/soldo/lira) di origine carolingia e sulle ascisse invece il contenuto di metallo pregiato (Argento). (ora i dati che daro’ sono puramente indicativi)

Supponiamo che alla partenza il denaro luogocomunese (moneta piccola) abbia contenuto metallico di 1 grammo d’argento ed il soldo luogocomunese (moneta grossa) di 12. Sul grafico li possiamo sistemare agevolmente nei punti (1,1) e (12,12).

Ora supponiamo che il principe Mazzucco decida di indebolire il denaro dimezzandone il contenuto di argento. Il valore nominale rimarra’ identico (rispetto alla moneta immaginaria) ma nel grafico il punto si spostera’ a sx (0.5 , 1 ) in quanto il contenuto di argento si e’ dimezzato.

Contemporaneamente, per mantenere la parita’ metallica di moneta, il soldo (che continuava ad avere i suoi 12 grammi di argento) subiva un’altra mutazione ( chiamata alzamento per cui mutava il suo valore nominale (rispetto all’unita’ di conto della “moneta immaginaria”) da 12 a 24 denari mantenendo la stessa quantita' di metallo

I due punti nella nuova situazione sono quindi: (0.5,1) x il denaro e (12, 24) per il soldo.

Questo sistema ha permesso che le monete cosiddette “grosse” si stabilizzassero come contenuto di argento/oro e venissero usate nei commerci internazionali mentre per x quello locale venisse utilizzata una moneta puramente “fiduciaria” (imposta dal principe) dal valore metallico intrinseco pressoché nullo ma che ben funzionava come unita’ di conto.

Questa lunga premessa perche’?

Perche’ ad un certo momento della storia (XVIII° secolo) vi sono state fortissime pressioni a livello mondiale x stabilire una parita’ metallica x tutte le monete (prima doppio standard argenteo/aureo, poi solo aureo) in modo da avere una moneta che fosse metallo ed un metallo che fosse moneta, invariante nella sua parita’ (1 lira = 1 libbra d’argento e viceversa). Questo per evitare l’odiosa pratica del signoraggio da parte dei principi e garantire uno standard che valesse universalmente.

Un’aspetto indiretto tutt’altro che irrilevante, e qui vengo finalmente al punto, e’ che se la moneta vale quanto l’oro (o l’argento) che la costituisce non serve la garanzia del principe per coniarla, e’ anzi una spesa aggiuntiva (non si tiene conto del lavoro x coniarla), quindi, diventa conveniente e perfettamente accettabile affidare la coniatura di monete a privati (banche).

L’oro di metallo diventa oro di carta, l’oro da convertire non c’e’ + e ci troviamo con una moneta totalmente fiduciaria, nelle mani dei privati che reintroducono dalla finestra cio’ che era stato allontanato dalla porta.

La mia domanda quindi e’: va ricercato in quel periodo, nei pensieri e nelle azioni di coloro che auspicarono con tanto vigore lo standard aureo (penso a Locke e Newton tra gli altri) , il peccato originale che ci ha portati alla situazione monetaria attuale? O i nostri amici di sempre sono stati lesti e furbi nel notare l’opportunita’ che si offriva loro e sfruttarla nel migliore (x loro) dei modi?

A voi i commenti e scusate la lunghezza

Ashoka

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