Re: Euroinflazione, Petroldollari e amenità varie

Inviato da  nike il 9/5/2006 19:10:54

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Ecco un articolo che ho trovato abbastanza interessante:



Segnalo anch'io altri articoli, spero interessanti anche per voi, che mi è capitato di leggere.

Ho trovato curioso vedere che anche il buon Turani che scrive su Repubblica,
da qualche tempo diciamo da un paio di mesetti scriva in modo più trasparente, o meglio coerente; molto strano che stia andando controcorrente, o l’ hanno fatto bere perché dica qualche cosa di più di quel che dice sempre,

o la minaccia di una guerra in Iran metterebbe in crisi l’ economia più di quello che a prima vista potrebbe sembrare,

o si vuole fare propaganda di terrore?

Nel suo articolo che ho segnalato più sotto ne deduco tra le righe che stia consigliando molto velatamente di “comprarsi un ombrello” (possibilmente d’oro dato che le commodities stanno spopolando) sempre per il concetto : “ è in arrivo uno tsunami di letame”.

Strano molto strano che il mainstream consigli di vendere, mentre Wall Street sta facendo i fuochi artificiali.
La guerra è già iniziata o è iniziato lo spolpamento “ al ribasso”?


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WALL STREET A UN PASSO DAL RECORD STORICO

di Vittoria Puledda


La distanza rispetto allo scoppio della bolla è solo dell´1%. Ma Buffett mette in guardia: insidie nel rally delle commodity, nei prezzi degli immobili e nello spaventoso debito delle partite correnti Usa, che «minaccia di provocare danni a catena».

8 Maggio 2006 7:23 MILANO

Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.


(WSI) – Chissà se la manciata di mesi di ritardo con cui la maggior parte delle Borse mondiali ha raggiunto i rispettivi massimi storici - grosso modo tutte insieme tra marzo e aprile del 2000 - basterà per recuperare il terreno perduto nei confronti del Dow Jones, che ormai ha archiviato la bolla speculativa e il relativo sboom tornando finalmente al punto di partenza.

Dopo sei anni e quattro mesi, infatti, Wall Street sta per archiviare il lungo purgatorio, riconquistando i livelli da cui era cominciata la discesa, dal punto più alto cui era stata fissata l´asticella:

quota 11.722,98 punti, segnati il 14 gennaio del 2000 e mai più rivisti. Venerdì scorso lo stesso indice si è fermato a 11.577,74 punti; dunque, un misero rialzo dell´1,23% separa ormai le quotazioni da quei valori di riferimento, toccati all´inizio del secolo.


[…]



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La 'diplomazia del dollaro'
e la corsa del prezzo dell'oro



Il potere assoluto della valuta americana non durerà all'infinto e questo spiega il boom del metallo giallo.

di F. ARCUCCI

Da Affari & Finanza, La Repubblica,
di lunedì 8 maggio 2006


MILANO - Cento anni fa si parlava di “diplomazia del dollaro”: una politica iniziata dal Presidente Taft e dal suo segretario di stato Philander C. Knox (dal cui nome deriva il famoso deposito di oro di Fort Knox).

Poi, con la guerra contro la Spagna del 1898 con cui si applicava fino alle estreme conseguenze la dottrina di Monroe del 1821 (“l’America agli americani”), Teddy Roosvelt di fatto stabiliva il principio che anche un intervento armato era giustificato, allorché uno Stato americano era soggetto al potenziale controllo di Paesi europei.

Ma in generale l’uso della forza non era necessario: bastava utilizzare il dollaro per assicurare l’influenza diplomatica e politica degli Stati Uniti.

[….]


Questa diplomazia del dollaro continuò nei decenni, ma fu solo a partire dalla fine della seconda guerra mondiale che si trasformò in “supremazia del dollaro”: con
la creazione del sistema monetario internazionale di Bretton Woods.

Esso prevedeva rapporti fissi fra oro, dollaro e monete degli altri principali Paesi, le cosiddette monete convertibili: il rapporto oro/dollaro in particolare era fissato a 35 dollari ogni 30,10 grammi di metallo giallo (un’oncia).


[…]


Ma questa volta, appunto, lo squilibrio è ben maggiore per cui ben più sensibile dovrà essere la rivalutazione del metallo giallo. Occorrerebbe portare il valore dell’oro a 3500, forse a 5000 dollari l’oncia.

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È questa la prospettiva in cui si muovono i più avveduti investitori internazionali ed è per questo, e non per banali considerazioni legate all’inflazione, che il prezzo dell’oro sale.

Se ciò costituisce l’inevitabile punto di arrivo, non aspettiamoci però che gli Stati Uniti accettino tutto questo senza combattere:

la posta in gioco (mantenere il signoraggio oppure perdere questo privilegio e avere gli stessi vincoli esterni degli altri Paesi) è talmente alta che essi faranno
sforzi immani per contrastare il rialzo del prezzo dell’oro

e per cercare di dimostrare che anche l’oro, e non soltanto il dollaro, non si presta ad essere la base del sistema monetario internazionale.



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Sell in may



Si deteriora il rapporto tra rischio e rendimento. Anticipare le vacanze non danneggerà molto i portafogli.

di A. FUGNOLI (Strategist Abaxbank)

da il Rosso e il Nero (Settimanale di Strategia)


MILANO – Quelli che la vita è una cosa meravigliosa…. hanno la seguente teoria sulla relazione tra tassi e borse. Quando i tassi salgono è perché l’economia va bene, anzi benissimo, come è stato del resto in questi due anni passati, allietati da 15 rialzi da parte della Fed.

Ovvio che, con un’economia florida, le azioni non possano che salire. Quando i tassi smettono di salire, o stanno per smettere di salire, le borse stappano lo champagne migliore. Non c’è più da camminare in salita, si va in piano, si può andare più spediti. Le azioni non possono che apprezzarsi.


Quando i tassi scendono vuol dire che le condizioni dell’economia stanno per migliorare. La Fed strizza l’occhio agli investitori reali e finanziari e li incoraggia a gettarsi nella mischia con i loro spiriti animali. Presto o tardi sarà boom.

Le azioni, in ogni caso, è meglio comprarle subito, perché non potranno che salire.

Nel paese di Bengodi, dunque, la borsa sale con i tassi in salita, fermi o in discesa.
Negli Stati Uniti, al contrario, l’ultima volta che i tassi hanno smesso di salire la borsa è scesa per 26 mesi di seguito e alla fine si è ritrovata dimezzata di valore.

[…]

Lo stesso vale per il petrolio e per le materie prime in generale. Se salgono per shock da domanda è un segno di salute, al contrario dei rialzi per shock da offerta, assai malsani (l’ultimo rialzo del greggio, a proposito, è metà da domanda e metà da offerta ed è quindi meno sano dei precedenti degli ultimi due anni).


[…]


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Per contro bilanciare invece…..


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Roach (Morgan Stanley): 'Il mondo sta correggendo gli squilibri'


Anche il più pessimista dei guru di Wall Street si è convertito: "per la prima volta da molti anni mi sento più fiducioso sull'economia globale", scrive oggi il capo economista della banca americana.

MILANO - Anche Stephen Roach, il più pessimista dei guru di Wall Street, si è convertito: "per la prima volta da molti anni mi sento più fiducioso sull'economia globale", scrive oggi in una nota il capo economista di Morgan Stanley.


L'economia globale, osserva Roach, sta correggendo gli squilibri che in passato avevano contribuito a rendere l'economista così pessimsita sul futuro. Quattro in particolare le tendenze in atto che fanno propendere l'economista per una visione più serena del futuro (anche se non priva di rischi).


1) La globalizzazione sta mantenendo bassa l'inflazione: a questo riguardo, i più recenti dati americani sul mercato del lavoro sono particolarmente incoraggianti;

2) le maggiori banche mondiali hanno capito la necessità di normalizzare la politica monetaria: di recente si sono mosse in questa direzione anche Cina e Giappone unendosi nella tendenza generale di rialzo dei tassi;

3) i rappresentanti della globalizzazione - in
particolare il G-7 e il Fondo monetario internazionale - stanno finalmente affrontando, come un imperativo, l'obbligo di imporre riforme strutturali;

4) l'Asia - e specialmente la Cina - sta riconoscendo l'insostenibilità di un modello di crescita sostenuto dall'export e sta muovendo verso una crescita guidata dai consumi interni.

Tutto questo dovrebbe contribuire a riequilibrare gli squilibri che fino ad ora avevano minacciato una crescita sana dell'economia globale.

I rischi però restano: petrolio, tensioni geopolitiche e protezionismo sono le principali minacce che secondo Roach pongono ancora pericoli di un mondo economicamente sbilanciato.

Il problema Iran e le revendicazioni di Washington sulla Cina sono al momento le situazioni più problematiche.



(02 maggio 2006)


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Altri invece come Benetazzo più esplicitamente consigliano di andare su ebay e acquistare “mutande d’ acciaio” prima che vadano in esaurimento scorte…



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TUTTI A PECORA
Martedì, 02 maggio


DI EUGENIO BENETAZZO



La festa è finita. Vi siete divertiti, vi siete strafogati, avete cantato e ballato fino all’inverosimilie e vi siete indebitati.

Adesso è il momento che cominciate ad aprire gli occhi ed a svegliarvi dal torpore innocente del tanto qualcuno ci penserà. Ma soprattutto è il caso che cambiate. Che vi cambiate. A cominciare proprio dalle mutande.

Un copioso stock di mutande d’acciaio è il miglior investimento che potete fare per il vostro benessere e per la consistenza del vostro portafoglio nei mesi ed anni a venire.


[…]


- indebitamento statunitense ai massimi storici con livello di crescita senza alcun freno inibitorio e conseguente svalutazione del dollaro (ipotesi del cambio euro/dollaro a 1,5 molto verosimile);

- livello dei prezzi delle materie prime (commodities) senza paragoni con la storia (tanto per ridere una monetina da un centesimo di euro vale più del suo valore facciale in virtù del suo contenuto di rame);

- corsa silenziosa delle banche centrali all’aquisto di oro ed alla svendita di dollari;

- outlook inquitante sul prezzo del petrolio per i prossimi mesi/anni in conseguenza del raggiungimento del picco di produzione mandiale di greggio e all’ormai imminente conflitto iraniano;

- mercati borsistici ai massimi storici relativi degli ultimi anni (si è recuperato in tre anni quello che si è perduto in nove mesi);

- proiezione di un preoccupante rialzo dei tassi in eurolandia dopo il raggiungimento di uno storico minimo dell’EURIBOR a due punti percentuali;

- indebitamento di grandi multinazionali, banche, fondi e grandi speculatori in yen giapponesi in virtù del loro ridicolo tasso di sconto (meno dello 0,25 %);


Sono sette punti che meriterrebbero ognuno fior di pagine di esposizione e commento: messi assieme rappresentano in ottica congiunturale una vera e propria serie di ordigni esplosivi ad orologeria,

[…]


Il greggio sale ogni giorno sempre più e le borse che fanno ?

Salgono anch’esse, come a voler premiare il fatto che pagheremo tutto di più e pertanto questo comporterà maggiori utili e dividendi. Illusioni e fantasie da fantafinanza.



Non da meno il rialzo dei tassi provocherà una lenta ed inesorabile migrazione di liquidità dai mercati azionari a quelli obbligazionari in seguito ad un aumento dei rendimenti obbligazionari, rendendo gli strumenti obbligazionari molto più appetibili di oggi.


[…]


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Crollo del dollaro, l'Asia si prepara

Lunedì, 17 aprile




La Banca asiatica di sviluppo invita i paesi membri a creare una moneta comune sul modello dell'euro. I «deficit gemelli» spingono gli Usa a stampare moneta per pagare i debiti

[…]


I soci della Adb non sono dei privati con gli occhi a mandorla, ma 64 stati. I principali, con una quota del 15% a testa, sono Stati uniti e Giappone. Ma ne fanno parte anche Australia, Francia, Inghilterra, Svizzera, Italia e Germania, oltre che, naturalmente, Cina, India, Indonesia, Pakistan, ecc.


[…]


Perché il dollaro potrebbe crollare? Perché l'economia Usa è minata da due deficit enormi e crescenti: quello della bilancia commerciale e quello statale. Il primo indica che gli Usa importano (sempre di) più di quanto esportano;

il secondo che l'amministrazione Bush sta caricandosi oltremisura di debiti per finanziare, in primo luogo, la guerra in Iraq.

Come potranno ripagare i creditori se producono meno di quanto consumano? Stampando dollari,
secondo la pessima abitudine presa durante la guerra in Vietnam quando, nel 1971, sospesero il «gold standard» e la parità fissa tra dollaro e oro.

In parole semplici, la Adb teme che ancora una volta gli Usa si stiano preparando a scaricare sugli alleati e i partners i propri guai.

[…]

. La moneta Usa è l'unità dei pagamenti internazionali, soprattutto nel settore energetico. Qui sta cambiando molto. Il Venezuela ha appena ricomprato sui mercati americani i bond emessi da Pdvsa, la compagnia petrolifera nazionale, in modo da non dover più rendere pubblici i propri bilanci;

ma Chavez vuole anche cominciare a cambiare in euro e yuan i dollari introitati grazie al petrolio. L'Iran, dopo qualche timida smentita, ha ammesso di star lavorando alla creazione di una «borsa petrolifera» sull'isola di Kish, nel Golfo Persico; Agip e Total vi hanno già aperto propri uffici.


[…]


I paesi del Golfo, da parte loro, stanno lavorando per integrare le proprie economie e dotarsi di una moneta unica, sul modello dell'euro. La motivazione ufficiale è interessante:

sanno di non avere risorse infinite di petrolio e, quindi, invece di investire i surplus in infrastrutture per aumentare l'estrazione di greggio, preferiscono cercare occasioni di investimento all'estero.

Non si fidano più molto dei fondi comuni Usa (lo scherzo giocato alla Dubai Ports, esclusa dalla gara per acquisire le attività di sei porti della costa est degli Stati uniti, non è stato digerito), e quindi guardano all'Europa


[…]


Bella situazione, vero? Ci mancherebbe solo che qualcuno, alla Casa bianca, volesse provare a bombardare l'Iran...



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P.S. Chiedo scusa per il post lunghino.




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