Re: Il Signoraggio e la truffa delle banche

Inviato da  a_mensa il 18/7/2009 8:16:01
vediamo se con questo riesco a far levare una ondata di insulti, come ormai sono abituato a ricevere.

Carina e interessante la storia di Bankestein, che però, essendo una metafora, contiene un errore logico.
L’errore logico che induce a credere, è che, essendo lui l’unico emittente del denaro, e richiedendo dopo un anno una quantità maggiore di denaro rispetto a quella fornita, finisce di indebitare tutti all’infinito.
D’altra parte, si sostiene che il denaro emesso da Bankestein serve per facilitare gli scambi, quindi pecore contro denaro, denaro contro galline, ecc…. in una equivalenza di valore tra una certa quantità di denaro e ogni tipo di bene.
Ora, visto che è ammessa una equivalenza tra gallina e una certa quantità di denaro, perché non pagare il famoso 5% di interesse in “galline” ?
Bankestein dovrà pur mangiare, coprirsi, scaldarsi, ecc… , pertanto è sufficiente che, il resto della popolazione, accortosi della condizione di indebitamento indotta, gli faccia pagare quanto gli serve per vivere, quanto basta per compensare i famosi 5%, e magari anche qualcosa in più, in tal modo Banchestein tenderà ad impoverirsi anziché arricchirsi.
Fuori di metafora, tornando al sistema bancario, se è vero che non posso andare in banca a pagare il mio debito con una mucca, è altrettanto vero che:
1) nel caso di mancato pagamento del debito esiste il pignoramento e messa all’asta dei beni pignorati, e quindi una conversione di beni in denaro.
2) La banca paga dipendenti, servizi esterni,dividendi, ecc… e tutti coloro che vengono pagati a loro volta convertono il denaro ricevuto in beni (cibo, vestiario, ecc..), pertanto non è difficile immaginare questo passaggio come messo tra parentesi, e vedere quindi come gli interessi vengano pagati in cibo, vestiario, ecc…
Cade così quel falso presupposto per cui, l’interesse, qualsiasi percentuale sia, tende a impoverire la popolazione indebitandola sempre più.
Esso, presupposto, diventa valido solo se tale percentuale sulla quantità di prestiti fatta, supera tutte le spese che la banca sostiene per la sua esistenza.
Occorrerebbe sempre ricordare che la creazione di ricchezza, non è funzione della creazione del denaro, ma la creazione dei beni o dei servizi.
Un’altra considerazione che emerge in questa discussione è sul signoraggio.
Fintanto che l’uso del denaro fisico è stata una realtà irrinunciabile, il signoraggio ha rappresentato una “tassa occulta” a favore dell’emittente del denaro. E fino a qui sono d’accordo.
Ma oggi non è così difficile immaginare un mondo in cui il denaro fisico non venga più usato. Basta immaginare, ad esempio, bonifici fatti mediante il cellulare. Compro il giornale, ed anziché pagare con denaro, digito importo e destinatario tramite cellulare.
Già una massa enorme di pagamenti non avviene più mediante denaro fisico (bonifici, carte di credito, assegni, ecc…), e quindi essi rappresentano tutto denaro che ritorna all’emittente, annullando il debito contratto per averlo, e quindi anche sia il signoraggio che l’interesse per l’uso di tale denaro.
Il signoraggio è un vantaggio che l’emittente ha ricavato nel momento in cui il denaro stampato o coniato, veniva prestato e quindi entrava in circolazione. Nel momento in cui non servisse più, per cui venisse restituito all’emittente, tale vantaggio scomparirebbe.
Esso, signoraggio, non è quindi un’appropriazione definitiva, ma provvisoria finché resteranno in uso quei titoli di credito chiamati denaro.

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