Re: La moneta: che cos'è, come nasce, a cosa serve?

Inviato da  Ashoka il 4/6/2006 15:59:18
Ciao piero,

Citazione:
Scusa per la lunghezza del post...


Sono l'ultima persona su questo forum a poterti dire qualcosa a riguardo...

Citazione:
Comunque devo dire che mi è molto utile, perché mi sta aiutando
a inquadrare la questione monetaria (a livello storico, sociale, ma soprattutto terminologico...).
Il fatto è che abbiamo perso, o comunque io l'ho perso, il senso di cosa sia la moneta.
Avere bene in mente cos'è lo scambio diretto, lo scambio indiretto,
perché si è arrivati a scegliere un determinato bene come mezzo generale di scambio,
che un bene rimane sempre un bene con un valore intrinseco
quand'anche fosse scelto come "moneta" di scambio...
sono nozioni che bisognerebbe aver chiare prima di affrontare qualsiasi altra questione.


Verissimo. Pensa che Mises si era trovato di fronte, nel redigere la sua “teoria della moneta e del credito”, al cosiddetto “dilemma austriaco”.
Cito da qui
Applicando l’utilità marginale alla moneta, Mises doveva risolvere la questione del cosiddetto “Dilemma Austriaco” ritenuta, da quasi tutti gli economisti, irrisolvibile. Gli economisti riuscivano a spiegarsi che il prezzo delle uova, dei cavalli o del pane era determinato dalle rispettive utilità marginali degli stessi; tuttavia, a differenza dei beni che sono richiesti per essere consumati, il denaro è richiesto e mantenuto in contanti per comprare altri beni. Nessuno, quindi, può richiedere moneta (e avere una utilità marginale per la stessa) a meno che essa non esista già, ed eserciti un prezzo e un potere d’acquisto sul mercato. Ma allora come si può spiegare il prezzo della moneta in termini di utilità marginale se la moneta, al fine di essere richiesta, ha bisogno di un valore preesistente? Mises con il suo “Teorema della Regressione” risolse il “DIlemma Austriaco” in uno dei suoi più importanti successi teorici: egli dimostrò che si poteva logicamente ritrovare il significato della domanda di moneta nei tempi antichi in cui essa non era moneta ma una materia prima comodamente utilizzata per il baratto; in breve, cioè, nei tempi in cui la moneta-materia prima (per esempio oro o argento) veniva domandata esclusivamente per le sue qualità di materia prima sia consumabile che utilizzabile nel baratto. Non solo Mises portò a termine la spiegazione logica del prezzo del potere d’acquisto della moneta, le sue scoperte ebbero anche altre importanti implicazioni. Prima fra tutte il fatto che la moneta potesse solo trovare origine in una maniera: grazie alla diretta domanda nel libero mercato come una utile materia prima. Ciò voleva dire che la moneta non aveva avuto origine per opera del governo, che dichiarava qualcosa avere valore di moneta, né era riconducibile a qualche particolare contratto sociale; essa si era potuta sviluppare a partire da una materia prima generalmente utile e preziosa.

1) l'astrazione di cui parli avviene anche perché piano piano i governi hanno cercato di scindere il nome della moneta (es. il dollaro) dal suo equivalente in oro.
Se un dollaro moneta contiene 1/20 di oncia d'oro allora il nome “dollaro” indica solo un peso, ma la moneta è l'oro. Lo stesso si può dire per la sterlina, il franco, la lira, etc. Ne consegue che per definizione la moneta è unica, l'oro, in pesi differenti, e le monete nazionali sono soltanto denominazioni di peso. Questa moneta non è né di debito, né di credito (che cosa sarà poi una moneta di credito poi...) ma semplicemente una merce.

2)oggi, venendo meno l'obbligo di emettere denaro in base alla riserva d'oro,
non abbiamo una moneta: si è perso il valore intrinseco della moneta,
il valore del denaro è puramente nominale ma di per sè la banconota è un pezzo di carta.


C'è questa frase “apocrifa” di Mises che dice “I governi sono l'unico ente capace di prendere un onesto pezzo di carta, stamparci sopra il proprio simbolo e farlo valere di meno

Pascucci denuncia giustamente la situazione del nostro sistema monetario,
ma in termini pratici non capisco come si potrebbe passare dalla moneta debito
alla moneta credito di cui parla lui.


Gran parte dei cosiddetti “riformatori”ha idea che la storia della moneta sia una evoluzione e che questa fantomatica “moneta di credito” ne costituisca il prossimo passo. La moneta di credito nella sua formulazione “standard” prevede che essa perda con il tempo il suo valore e che venga emessa gratuitamente dal governo.

In pratica il governo paga per beni e servizi stampando moneta gratuitamente la quale, una volta introdotta in circolazione, perde progressivamente di valore nominale. Praticamente questo equivale ad una nuova Repubblica di Weimar versione 1923 con una variante. Nella germania post prima guerra mondiale per comprare un panetto di burro ti ci voleva una cariola di banconote ma se non volevi il burro potevi almeno usare la carta per scaldarti!! Con la moneta elettronica datata no!

Oddio ho letto l'articolo di Larouche.. mi vengono i brividi...

Ti segnalo questo articolo, sempre di Rothbard, che analizza una via per tornare (negli Usa) al gold dollar (è sempre in inglese... vabbe.. è un incentivo a rinfrescare la materia..)

ciaociao

Ashoka

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