Re: Disastro o cospirazione? Discussione sulla crisi economica in corso

Inviato da  Paxtibi il 7/10/2008 20:23:32
Lui dice che il valore è soggettivo e che il denaro è solo un mezzo di scambio.

Lo hanno ripetuto anche altri fornendo abbondanza di argomentazioni. Sarebbe stato utile se le avessi riportate e confutate prima di ripetere le tue convinzioni, ma tant'è.

Io invece dico che il denaro è una misura di valore, il valore di una merce che è, inteso alla Marx, la quantità sociale media di tempo di lavoro necessario a produrre un bene in un ben determinato contesto produttivo (valore che non è misurabile in ogni istante con metro e cronometro ma solo dal "mercato" -- ci torno dopo).

Semmai quello che dici tu fa parte del costo di una merce, e ne è solo una parte, tra l'altro. Ma il valore del denaro, qual è?

se il valore fosse qualcosa di solamente soggettivo con una campagna pubblicitaria ad hoc si potrebbero risolvere tutte le crisi convincendo la gente di certi valori di certe merci!

In un certo senso è proprio ciò che accade in ogni bolla: la gente compra oggetti pagandoli molto di più di quanto sarebbe sensato spendere proprio perché convinta che si tratti di un buon affare.

Il denaro, secondo quanto cerco di dire, è una merce che viene scambiata come misura del valore delle altre merci: si può benissimo immaginare che il denaro sia sostituito da un'altra merce, ad es. il sale o il petrolio oppure, com'è sempre stato, dall'oro. In questo senso è una "misura" (cosa che qui alcuni sembrano non capire) e il fatto difficile da comprendere è che la misurazione dei valori non viene fatta a priori con un metro o una bilancia ma attraverso quel meccanismo che definiscono "mercato" e che sta dinanzi e "sopra" di noi, nel senso che ognuno di noi singolarmente non può prevederne a priori i risultati, cioè le valutazioni precise (un po' come per la metereologia) se non le tendenze -- e spesso male anche quelle.

Ed è qua che ti contraddici: se il denaro è una merce, qual è il suo valore? Con cosa lo misuri?

Certo, se una cosa la vendi per tot soldi, o per tot grammi di oro, puoi dire che il suo valore è quello, e quindi l'hai "misurato". Ma quella misura vale solo in quel momento e in quella transazione. Infatti i prezzi, pur non essendo misure, fungono benissimo come indicatori. Ed è la distorsione dei prezzi dovuta ai soldi facili che ha reso inutile l'indicatore del prezzo causando il patatrac.

il prezzo può essere qualcosa di soggettivo, cioè di scelto da un individuo (inteso anche come azienda) ma la cui oscillazione definisce, alla fine, il valore come una sorta di media in un lasso di tempo o, che è lo stesso, una "tendenza" verso un valore attorno cui si può oscillare anche senza toccarlo se non per momenti

Considerando il mercato nel suo assieme, è ovvio che del prezzi si considera la media. Ma la media è comunque il risultato della totalità delle scelte individuali d'acquisto.

Sono naturalmente queste oscillazioni il sale del capitalismo e l'origine delle crisi.

Assolutamente no, visto che tu stesso hai appena detto che il meccanismo del mercato tende a riportare tutte le oscillazioni alla media più corretta. Gli squilibri ciclici che chiamiamo crisi o depressione sono possibili solo laddove la moneta-merce è sostituita da una moneta fiat a corso legale, che può essere cioè prodotta a volontà: è questa creazione, i soldi facili, che rendono impossibile usare i prezzi come valido indicatore. È come accendere un falò sugli scogli, mentre una nave si avvicina al porto.

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