Re: Disastro o cospirazione? Discussione sulla crisi economica in corso

Inviato da  benitoche il 27/2/2012 11:23:06
crisi 3000

Per noi ragazzini del dopoguerra i fumetti furono senza dubbio una grande consolazione, e in particolare lo
fu la produzione disneyana. Grazie ad una di queste storielline il sottoscritto, allora dodicenne, ebbe occasione
di venir iniziato ai segreti dell’economia globalizzata. Ne rispolvero la memoria perché oggi il quadro generale
di “Economia & Finanze” me lo impone d’urgenza.




Quel vecchio taccagno dello Zio Paperone, non pago delle fortune accumulate,
viene a sapere che anche con la numismatica c’è da guadagnar bene;
in pratica basta diventare possessori di una moneta o banconota unica al
mondo, e si diventa di colpo miliardari. L’astuto papero razziò dunque il
mercato, comperando al doppio del loro valore tutti i quarti di dollaro
esistenti, ne conservò uno solo, e sprofondò i rimanenti nel mezzo dell’oceano
(mi accorgo che, a raccontarla cosí, la cosa pone serie problematiche sulle
modalità d’attuazione, ma quella volta vi assicuro, non stavo lí a cavillare).
Dopodiché andò difilato nel piú grande centro numismatico mondiale, esibí il
suo “gioiello”, e chiese: «Quanto vale adesso questa moneta?». I funzionari
rimasero a bocca aperta, e ammisero che il valore raggiunto era esprimibile
solo a quotazione stratosferica, vale a dire un “fantastiliardo di dollari”: un
milione di volte il tesoro di Alí Babà, dollaro piú dollaro meno. «Molto bene
– disse trionfante Paperone – Ecco qua! Io vi do la moneta e voi firmatemi uno chèque per un fantastiliardo!».
Gli esperti si misero educatamente a ridere: «Ma lei scherza! – risposero appena recuperato l’aplomb – E chi
vuole che sia in grado di pagare una simile somma? Ci sarebbe sí, un tale; ma è soltanto un vecchio pazzo, un
maniaco pieno di soldi che si chiama, mi pare, Paperone, o qualcosa cosí…».
Fu il mio primo impatto col mondo dei soldi e le sue complicatissime regole; non fu l’ultimo, quello deve
ancora venire, anche se, devo ammettere, stiamo facendo di tutto per affrettarne l’arrivo.
Se ho capito bene, l’entropia deriva dal secondo principio della Termodinamica. Il primo sostiene che, in
un sistema chiuso, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. Il secondo, o dell’entropia, ribalta tutto,
affermando che, in un sistema chiuso, ogni trasformazione implica un consumo di energia, e che una parte di
questa viene dispersa senza possibilità di recupero.

Mentre nel primo caso uno si sente tranquillo perché sta nel massimo protezionismo conservativo, ossia nel
“cambiare sí, ma solo affinché tutto resti uguale”, nel secondo si specifica, papale papale, che non si può vivere
di rendita, che ogni organismo è biodeperibile, e da un certo sviluppo in poi, o trova altre fonti extrasistemiche,
oppure è… sistemato. Equilibrare tra loro i due enunciati non è facile; ricorda da vicino la regola trappista:
“Agisci come se fossi eterno, ma ricordati che devi morire”.
Per chi legge non è nemmeno facile, capisco, accostare Zio Paperone ai frati trappisti, ma alla base di tutto
c’è un motivo serio, col quale tento di spiegarmi i perché e i percome di questa recessiva mondiale; la peggiore,
dicono gli analisti, dopo quella del ’29 (e potrebbero sbagliare…).
Per qualche ragione misteriosa, negli ultimi secoli gli addetti responsabili delle finanze pubbliche e della
gestione delle risorse di massa hanno pensato, e hanno indotto molti innocenti a pensarlo, che la circolazione
monetaria delle valute nelle loro varie divise nazionali costituisse anch’essa un sistema, non si sa se entropico
o meno, ma comunque un sistema molto simile a quello degli organismi intelligenti, dotato di vita propria, e
con due leggi in piú: una antica e l’altra fresca di giornata. La legge antica è anglosassone e dice: “Time is
money”. Credo non sia necessaria la traduzione. L’altra, recentissima e specificatamente scientifica, è la
parificazione dell’economia ad un sistema “olistico”.

continua....FONTE

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