Re: Ateismo e Fede

Inviato da  PikeBishop il 12/9/2006 12:16:25
Citazione:
Sulla "paura": Davide e Pike, mi dispiacema su questo argomento un "credente" si dà la zappa sui piedi.

E evidente che (come al solito) non ho spiegato bene la mia posizione. Un paio di punti fermi:

1. Non sono un credente, nel significato che non ho"fede" e non mi fido di niente, ma non escludo niente a priori e non ho bisogno di patetiche "prove sensoriali" per cercare di immaginare come la realta' sia organizzata.
2. Non credo nella immortalita' dell'anima. Bisogna prima procurarsela, un'anima, e sebbene quando se ne ha una essa possa per i nostri paramentri sembrare a noi immortale non e' detto che lo sia veramente.
3. Sono decisamente convinto che tutto e' naturale che tutto e' materiale che, a pensarci bene e lo stesso che dire che tutto e' soprannaturale e spirituale. Se si elimina la dicotomia queste categorie non hanno piu' senso.

Essendomi chiarito su questi punti (lo so, i punti stessi sarebbero da chiarire, ma non mi basterebbe qualche anno e voi non volete un megapost, nevvero?) posso spiegare meglio cosa volevo dire a proposito della paura e della paura della morte.
C'e' del vero in quel che dice Kirbmark:Citazione:
un credente non "accetta" la morte, la fine, e presuppone una "vita ulteriore",in un certo senso per superare la paura della grande fine
E' parte della descrizione tipica del baciapile, uno di quegli individui che va in chiesa nei momenti di panico a mettere ceri, consulta Otelma e generalmente e' spaventato da tutto, compresi gatti neri e esiti delle analisi del sangue.

Dall'altra parte pero' abbiamo una tipologia similare, quelli che negano qualsiasi cosa che non rientri nei dettami fondamentali di un materialismo che ormai e' datato, di stampo ottocentesco. Tenendo il mondo sotto controllo, sostenendo ossessivamente che non esiste niente aldila' dei sensi, che l'universo e' formato da pietre e che quello che non sappiamo ancora lo sapremo in futuro, evita ogni inquietudine dovuta al fatto di rendersi conto del fatto che esistono cose misteriose per la loro stessa natura e che non saranno mai capite. Ci vive letteralmente affondato, in mezzo alle cose misteriose ma le ha rimosse completamente, la sua mente non e' piu' neanche capace di riconoscerle (una cosa analoga alla rimozione dei ricordi troppo negativi). In questo modo sconfigge anche la paura della morte in due maniere: la prima, quella popolare dell'ignorarla, un vezzo moderno che fa si che non si possano avere neanche piu' bare in vetrina per legge - il trasformare tutte le cose inquietanti in tabu'.
La seconda e' l'argomentazione piuttosto antica, ma che fa sempre presa, del fatto che quando si e' morti i sensi non funzionino piu', ergo quando c'e' la morte non ci siamo piu' noi e percio' non c'e' ragione di avere paura. Questo trucco e' un po' meno efficace e va ripetuto come una litania perche' possa avere qualche effetto. Provate (io l'ho fatto) ad appoggiare la volata di un revolver sulla testa di uno dei fenomeni che sostengono queste idee e vedrete un repentino collasso nella fiducia per le stesse.

Percio' i cosiddetti atei materialisti non sono in genere meglio dei baciapile, dal punto di vista della paura.

Personalmente ammetterei di avere paura, come tutte le cose dopo un po' vi ci si abitua.

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