Re: Ateismo di "default"

Inviato da  mpi il 6/5/2007 3:57:30
Ciao Sentiero condivido quello che hai scritto però ti ricordo che il problema va affrontato in un' altra maniera:

Si osserva che la società odierna si stà avvicinando a quello stato di universalità che molti pensatori avevano già studiato.La stessa critica marxista parte dalla considerazione che il capitalismo avrebbe avuto come principale effetto per l' umanità l' abbattimento delle distanze e dei vecchi schemi sociali.

Il conflitto che si viene a stabilire fra le varie nazioni, del quale possiamo avanzare dei paralleli storici con le grandi rivoluzioni che hanno caratterizzato la storia dell' umanità, è caratterizzato dal una situazione di incertezza nelle varie società.

Ora questo discorso si riallaccia alla questione della religione. L' insieme dei valori su cui si fonda il diritto di uno stato viene messo a dura prova ogni qual volta avvengano questi mutamenti con conseguenti attriti tra le forze conservatrici e quelle progressiste.

Storicamente quindi si abbandonano i canoni etici obsoleti a favore di quelli più "funzionali" ai nuovi tempi, ammesso naturalmente che si percorra la strada del progresso cosa che non avviene automaticamente.

Il concetto di giustizia quindi varia e varierà sempre col susseguirsi degli eventi umani e le religioni rivelate che ora ci appaiono eterne ed universali semplicemente non sono cosi'.

Per svilupparsi la società umana ha bisogno di solidarietà e partecipazione tra gli individui che la compongono altrimenti l' uomo finisce per tornare allo stato naturale e a formare gruppi elitari che combattendosi tra di loro alla lunga distruggono la società stessa ( vedi mafie e gruppi di potere legali o illegali occulti o palesi).

E qui va fatta una scelta che è al di là dei concetti di bene o di male:

1) Vogliamo un sistema regolato dalla natura
2) Vogliamo un sistema regolato dal diritto

Ora a me che sono occidentale figlio della cultura romana-cristiana-illuminista-socialista e che quindi ho nella mia mente i concetti di "universalità" e di "comunità" appare ovvia la seconda scelta, ma non è cosi' per tutti ed è un errore pensare che lo debba essere.

Gesù come pensatore ci ha lasciato tanti bei principi morali universali , eppure storicamente quei principi non hanno impedito la schiavitù e l' oscurantismo.

Probabilmente siamo arrivati al punto in cui saremo finalmente costretti a fare una scelta senza compromessi pena l' estinzione della specie.

Ma allora appare ovvio , come diceva giustamente nasissimo,che vada ricercato quell' insieme di valori veramente condivisibile e sostenibile da tutta l' umanità, valori che non abbiano bisogno di principi ultraterreni; questo perchè la religione è portatrice di verità assolute che non ammettono contraddizzioni e quindi sempre esposte al principio di esclusione in luogo del principio di aggregazione.

Se affermiamo che il "giusto" vada ricercato nella bibbia verranno prima o poi considerati "sbagliati" anche coloro i quali pur osservando i precetti biblici trovano dei fondamenti morali in qualcos'altro contestando di fatto la verità religiosa e ciò prima o poi si trasforma in un vero conflitto.
(Se io non uccido e cosi' facendo rispetto i principi del cristianesimo potrei comunque non riconoscermi nel cristo e quindi entrerei in conflitto con quel diritto).

Questo a mio modo di vedere è il punto da cui bisogna partire.
La religione esclude se vogliamo sostenere una società allargata a tutta l' umanità dobbiamo superare il concetto universalista dell' imperialismo e affermare la centralità dell' individuo e delle sue libere scelte.

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