Re: Ateismo di "default"

Inviato da  mc il 9/5/2007 18:25:50
Citazione:
Caro Mc, nonostante per la maggior parte del thread, sia stato in accordo con le opinioni che esprimevi stavolta devo dissentire.

Perche' dissentire?

Quello che insinuo (perche' null'altro possiamo fare tutti) e' che la "sostanza" e' anch'essa una interpretazione nel proprio cervello, nel momento in cui la percepiamo, che e' una mediazione tra linguaggio, quello che si conosce, quello che si immagina, cio' che si prova e si e' provato (le infinite prospettive).

Citazione:
Come soggetto percettore ( direbbe Don Juan) o individualità cosciente posso aggrapparmi a un solo elemento di realtà: il mio percepire e il mio "fare esperienza".

Un "elemento di realta'" un po' troppo soggettivo, infatti.

Citazione:
Se qualcuno ti dice che ha sperimentato un diverso modo di essere qui e adesso e l'ha chiamato arbitrariamente Dio, per te è ininfluente perchè è e rimane solo un racconto finchè non lo sperimenti a tuo modo.

Non e' ininfluente se stiamo parlando di "come e' nato l'Universo (o meglio il "TUTTO"). E' quello che dico anch'io:
Dio e', e rimarrebbe, una proiezione mentale del mio conscio-inconscio (non importa), e questo e' sufficiente per escluderlo dalla lista delle teorie plausibili, perche' con essa dovrei accettare anche un altro miliardino di opinioni-esperienze-prospettive individuali, o meno, che siano.

Citazione:
Ma infiniti sono i racconti che ti sono stati raccontati Mc fin dalla nascita, infiniti, sulla natura di quello che credi di essere e sui limiti che ti sono/ ti sei imposto.

Gia'. Cio' che si sperimenta personalmente ha poco a che fare con cio' che non conosciamo, ma "tutto a che fare" con cio' che conosciamo.
Ma non conosciamo niente di quello che c'e' al di fuori di noi stessi (sia esternamente, sia internamente a noi stessi, ovvio...).....!!!
E anche se ci fosse qualche legame, leggero o profondo, tra quello che percepiamo e quello che non conosciamo, sarebbe impossibile, per prima cosa riconoscerlo, o capirlo per analizzarlo, e figuriamoci, poi, spiegarlo ad altri...
Strano che, soprattutto, i credenti ci riescano, vero?... Usano concetti non proprio originali... ehehhe...
C'e' anche da dire che i non credenti si astengono dal cercare di farlo perche' un internamento sarebbe l'unico destino che li attenderebbe, semmai ci provassero!!!.
Inoltre, potrebbe trattarsi gia' di una proiezione della propria conoscenza, confusa con qualcosa di mai "provato", mentre e' solo recondita e lontana nella propria memoria...

Capisco e concordo che la meditazione apra alcune porte che mai potrebbero spalancarsi (o semplicemente socchiudersi appena) altrimenti, ma non ritengo possano essere prese come significative esplicazioni o semplici accenni per "verita'" assolute. Le vedrei come significative per se stessi:
ovvero raggiungere alcuni limiti della propria esistenza, ma riferibili solo a se stessi... al massimo, a se stessi nel mondo...

***

Inoltre, io non so quello che sono, e non credo di essere qualcuno o qualcosa di limitato perche' intuisco che i miei limiti non potranno mai essere superati tutti ,nel corso di una sola vita:
ovvero come trasformare una vita limitata, in una vita senza limiti (e viceversa... ovviamente...come fa la religione :
Dio e' un limite ad una vita illimitata di possibilita' di pensarsi... )

Un numero sempre maggiore di limiti fanno in modo che il superarli tutti diventi un qualcosa di impossibile per l'uomo, e speculare su questo e' molto allettante per "ministri mistici" e "predicatori di verita' assolute".
Meglio aggirare il problema con un entita' finita e definita a cui attribuire tutto, successi e fallimenti conoscitivi.

Dissenti ancora?

mc

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