Re: Le limitazioni del Proprio Io

Inviato da  Timor il 27/10/2007 17:48:44
Citazione:
Ho qualche dubbio sull'assolutezza di cio' che pretendi di descrivere come Realta'.


Non ho mai preteso di poter descrivere la Realtà. Come potrei descrivere qualcosa che è fuori da ogni logica e ogni concetto? Qualcosa che sfugge continuamente al tempo?
Ho invero suggerito delle mitologie che potessero stimolare un cambio di prospettiva e magari un ampliamento delle credenze precedenti.
Dove porti questo cambio di prospettiva non ne ho la benchè minima idea in senso assoluto.
Ma so che è feconda anche se potenzialmente diversa per ciascuno.
Molto più feconda dell'accettazione incondizionata di una certa realtà di consenso per come io stesso l'ho vissuta e ancora ne sono sedotto. Feconda perchè l'inaspettato (chamialo estasi, fenomeni paranormali, sincronicità) viene lasciato libero di accadere e di presentarsi alle coscienze.

Citazione:
Ah no? Pero' sembra che ci sia un modo assoluto di "esplorarsi fino in fondo" visto che dai per scontato che io, nel corso delle mie esperienze, mi sia negato questa pratica. E sembra che ci sia solo una conclusione plausibile alla fine, che guarda caso, sarebbe coincidente con la tua descrizione della realta'


Non far finta di non capire; che pratica è quella che ti dice di mettere in dubbio tutto, anche le tue stesse percezioni, il tuo corpo, i tuoi pensieri,le tue emozioni, le tue credenze?
Il che implica non solo il pensare: " ma certo tutto è possibile, lo so già" e poi continuare a percepirsi come prima. Implica sorprendersi a tal punto che l'unica parola o pensiero che si riesce ad emettere è Bho o Mha o Wow. Perchè hai internalizzato la morte di qualsiasi credenza fino a permanere nel Nulla che è sempre nuovo e miracoloso.
Può una simile pratica negativa avere un modello descrittivo di una benchè minima realtà?
Qualsiasi considerazione positiva al riguardo è solamente un tentativo di portare alla rottura col vecchio (conosciuto e sterile) e favorire punti di vista alternativi che stordendo la mente la rendano silente per favorire l'avvento dell'Inesprimibile che attende appena dietro alle identificazioni corporee-emozionali-mentali.

Citazione:
innanzitutto la fusione di mente e corpo in una unica entita' universale... questo mi sembra relativamente forzato


Vuoi credere che la mente sia un prodotto di una sua percezione di una parte del corpo che chiama cervello? Liberissimo di limitarti, libero di credere di essere così e così e così. Definisciti, dov'è la novità? Chi non lo fa nel mondo che hai conosciuto?

Citazione:
Poi, perori la certezza che sia la mente a cambiare la realta', la materia, l'universo... insomma tutto dipende dalla mente. Inoltre, la liberta' che scaturisce dallo studio del linguaggio della "mistica".


Non hai capito, la mente crea non cambia. Crea il mondo dandogli forma (è solo un Demiurgo o le regole interne di un programma informatico si potrebbe dire) ma non è in grado di cambiarlo. L'identità silente che Tu sei e che è oltre la mente può cambiare le realtà percepite o meglio può modificare la capacità della mente di codificare realtà fuori dal Vuoto.
Tu mi dici che questa è una certezza che pongo e che preferisci credere a un Quid esterno al Sè che esiste indipendentemente anche se di rendi conto che la mente dà forma.
Ma quel Quid esterno è insondabile perchè già filtrato a priori dalla mente. Il Quid in cui vuoi credere è inafferrabile. Ma il Quid non esisterebbe se tu non ci fossi a testimoniarlo e a dargli forma e quindi non può essere indipendente almeno per te soggetto. Al di là della mente, la dualità soggetto-oggetto non esiste, ma tu permani al di là degli opposti.
Non credi di permanere al di là della mente? Provaci almeno, vedi cosa succede uccidendo la mente.

Citazione:
La consapevolezza che ti concedi grazie alle tue esperienze, ha forgiato la tua coscienza in maniera definitiva (mi pare che sia una tua ammissione...) : se non e' avere certezze, questo?!?


Ho detto che non posso farci niente se alcuni concetti sono diventati evidenti quanto le mani che vedo battere sulla tastiera. Questo implica che entrambi sono ancora illusioni (se si può chiamare illusione l'Essere, che in effetti è meno ogirinario del Non Essere...vedasi anche teorizzazioni di fisica quantistica....le particelle nascono dal vuoto). Entrambe rimangono contradditorie e parziali (perchè finite e spazio-temporalizzate) espressioni delle codifiche mentali.

Citazione:
L'ho gia' detto e lo ribadisco: mi pare che il vero "limite del proprio io" sia il non porsi limiti conoscitivi. Questo, si, mi pare illusorio.


I limiti della mente sono già noti da Kant in poi e mi pare siano evidenti ad entrambi. La conoscenza è limitata dalle sue stesse regole....si chiamano categorie a priori; i filtri ci sono nessuno li nega e sono facilmente messi in evidenza.
Ma prima dell'apparire dei fenomeni dov'eri?
Indaga su questo, indaga sulla totale assenza di conoscenza, indaga su chi si nasconde e che pure mantiene il tutto.
Non accontentarti di nessuna risposta, ma non dimenticare mai secondo dopo secondo le domande.

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