Re: Perchè è nato il concetto di Dio?

Inviato da  Santaruina il 9/1/2006 14:38:56


Il discorso per analogia e' alla base della formazione del linguaggio umano, si puo' dire che senza analogia non esisterebbe nemmeno il processo deduttivo-induttivo, o in altri termini il processo deduttivo-induttivo ne e' una sua diretta conseguenza.

Ad esempio, supponiamo che il primo uomo delle caverne veda un albero... egli potrebbe chiamare quel particolare oggetto che ha davanti ai suoi occhi con la parola "albero".
Quando tornera' al villaggio e cerchera' di spiegare la sua scoperta, egli dovra' fare un ragionamento per analogia, la sua parola "albero" non sara' piu' indicativa del primo albero che ha visto ( la quercia nana con 3 rami a 35 gradi... ) ma diventera' un concetto per analogia riferito ad un piu' generale concetto "albero" del tipo :"un coso alto, con dei rami, magari ha delle foglie, di legno o non solo, ecc "


Ciao Ziomao

questa tua spiegazione del processo di sviluppo del pensiero ha molti punti interessanti.
Io mi sentirei di fare un’obiezione: il tuo discorso è valido se ammettiamo che l’associazione dei pensieri degli antichi fosse simile alla nostra.
Ovviamente non abbiamo elementi per affermare con certezza che così non è stato, ma io credo che nell’antichità alla vista di un albero il “primitivo” facesse associazioni del tipo “dalla terra verso il cielo, sale verso le stelle, asse celeste…” piuttosto che “legno, foglie, tronco…”.

E’ solo una ipotesi, ma è questo che si intende per linguaggio “analogico”, lo stesso che portava le culture arcaiche nel credere nell’aldilà semplicemente osservando la natura (il chicco di grano muore e una volta sepolto rinasce sotto forma diversa, la luna cala e scompare e poi rinasce, il sole tramonta ma dopo la notte ritorna sempre, per analogia gli uomini muoiono e rinascono in nuova vita, come ogni aspetto del creato).

E’ una visione del mondo che si potrebbe definire “olistica”, la stessa che stanno riprendendo degli scienziati “eretici”, com Fondi, Sermonti o il citato Chauvin, che recupera quella tradizione “ermetica” che sotto forme spesso corrotte ha attraversato l’Occidente e che è ben riassumibile nel detto attribuito ad Ermete Trimegisto “Ciò che è in alto è come ciò che è in basso”. (che anche Bianca dimostra di apprezzare )

Il paragone del mito della caverna di Platone proposto da Nero è molto pertinente, e vorrei tornarci.

Blessed be

p.s.: Bianca: L'uomo che guarda solo le stelle,talvolta, rischia di inciampare.

-dal link di Nero:
Per quel che riguarda il fatto che l'uomo tornato nella caverna non riesca più a cogliere le realtà sensibili,possiamo portare ad esempio la vicenda del filosofo Talete,che guardando le stelle cadeva nei pozzi e veniva deriso per il fatto che voleva vedere le stelle lui che non vedeva neppure cosa c'era per terra.

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