Re: Considerazioni intorno a Dio e la Bibbia

Inviato da  sever il 20/8/2011 16:45:49
Fra le tante, anche apparenti, contraddizioni della Bibbia, c’è anche questa. Dio disse che se avessero mangiato dell’albero della conoscenza del bene e del male, di certo sarebbero morti. Quelli mangiarono e non morirono. Furono soltanto scacciati dall’Eden.

Dio non mantenne la minaccia o quel “morrete” ha un significato spirituale e non materiale? Se Dio è coerente, e per me lo è, vuol dire che è possibile che ci sia un significato spirituale in quella minaccia. Io penso di sì ed espongo il mio punto di vista, il quale rovescerebbe il significato di un altro dogma, e non solo delle chiese cristiane.

Cosa fa Dio dopo la trasgressione di Adamo e Eva? Si limita a scacciarli dal paradiso. Dio, quindi, non fu coerente? Ma è davvero così? Se si chiede ad un qualunque prete di spiegare questo, risponderà che sono i “misteri della fede”. Con ciò vogliono dire che non si deve pensare, non si deve indagare, non si deve fare domande.

Se quel “morrete” ha, invece, un significato spirituale, la “morte” che Dio minaccia risulta essere proprio la cacciata dall’Eden. Infatti è esattamente ciò che Dio attua. Ma, se ci chiediamo cosa può simboleggiare questa “cacciata”, possiamo avanzare un’ ipotesi, che troverebbe conferma in altri passi. La cacciata, a mio avviso, simboleggia l’inizio dell’evoluzione dell’uomo nella materia. Infatti, dopo l’uomo guadagnerà il pane col sudore della fronte, cosa che prima non avveniva. Il sudore può simboleggiare la fatica dell’ascesa evolutiva.

L’uomo trasgredisce, cioè vuole fare la conoscenza del bene e del male e ciò può avvenire con l’incarnazione dello spirito nella materia. La “morte” è l’abbandono del mondo spirituale, simboleggiato dalla cacciata. Ogni qualvolta lo spirito umano abbandona il mondo spirituale, cioè s’incarna, “muore” al mondo spirituale, perché vi è assente.

Dal punto di vista di Dio, dal lato spirituale, la sua minaccia non riguardava la morte fisica, ma la “morte” spirituale, ovverossia l’inizio dell’evoluzione con la conseguente incarnazione e reincarnazione. Quando lo spirito di colui che abbandona il corpo fisico ritorna nella sua vera patria, il mondo spirituale, gli spiriti lo accolgono come uno che è “risorto” perché era momentaneamente andato via. Riassumendo il mio punto di vista: chi si incarna “muore” per coloro che abitano nel mondo spirituale; chi ritorna nel mondo spirituale dopo la morte fisica è come se “risorgesse” per coloro che l’hanno visto andare via.

Tenendo presente questa prospettiva, chi sono veramente i “morti” spesso nominati nella Bibbia? Lo possiamo arguire, tenendo presente quanto esposto prima, da questo passo in Giov 5,23: “In verità, in verità vi dico: viene l’ora, ED E’ QUESTA, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e coloro che l’avranno ascoltata, vivranno”.

L’ora di cui parla Gesù è quella in cui sta parlando, perché è già presente –ed è questa-. Chi sono i “morti” che stanno udendo la sua voce? Chiaramente sono gli uomini viventi nella carne che odono i suoi discorsi, i suoi insegnamenti. E chi sono, allora, coloro che vivranno, “risorgeranno”? Coloro che avranno ascoltato la sua parola, i suoi insegnamenti, cioè messo in pratica. Quante volte diciamo: ascoltami! col significato di dammi retta? Ascoltami! col significato di segui i miei consigli?

Coloro che ascoltavano Gesù, morti alla Verità, ai valori spirituali, sarebbero “risorti” ascoltando, mettendo in pratica gli insegnamenti del Cristo. Quindi, per risurrezione dei morti si deve intendere risveglio spirituale, conversione all’amore di Dio e del prossimo. Il dogma della riformazione dei cadaveri ormai dissolti anche da millenni risulta, se questa interpretazione può essere accettabile, priva di ogni fondamento, quindi aberrante e anche allucinante.

Si dovrebbe immaginare, come sostiene questo dogma, la riformazione di miliardi e miliardi ci corpi di uomini vissuti sulla terra fin dai primordi! Ad ogni spirito trapassato Dio dovrebbe riplasmare dei corpi nuovi identici a quelli che avevano posseduto e far rientrare il loro spirito in quei corpi. Compito immane anche per un Dio onnipotente. E il compito diviene ancora più gravoso se fosse vero quanto sostengono i Testimoni di Geova. Non solo Dio dovrebbe riformare i corpi, ricordando le sembianze del corpo del trapassato, come sostengono i cattolici, ma dobrebbe ricreare anche gli spiriti dei trapassati, perché secondo loro non resta nulla di quelli che muoiono, perché il loro spirito si dissolve in Dio.

Se, invece, si accetta la reincarnazione, gli uomini vissuti nel passato si reincarnano nel corso del tempo e, quindi, saranno viventi in un nuovo corpo al ritorno del Signore. Questo viene confermato in Apocalisse 1,7: “Ecco che Egli viene fra le nubi! Ogni occhio lo vedrà, ANCHE COLORO CHE LO TRAFISSERO”. Se sono già presenti in altri corpi fisici, quale necessità avrebbe Dio di ricostruire corpi già polverizzati?

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