Re: Considerazioni intorno a Dio e la Bibbia

Inviato da  sever il 4/9/2011 0:23:47
Visto che nessuno ha voluto dire la sua sulla frase dell’Ecclesiaste, faccio noto la mia originalissima idea. Torno a ribadire che, siccome Salomone regnò fino alla morte, qualunque cosa abbia scritto lo fece quando era in vita. L’Ecclesiaste quando era ancora re. Naturalmente le mie CONSIDERAZIONI sono rivolte a coloro che credono nella Bibbia. A coloro che credono che i fatti storici narrati siano autentici.

Se Salomone era in vita ed era re, perché parla al passato? Perchè dice ‘ero stato re’ quando, mentre scrive è vivo ed è ancora re? Secondo me è proprio questo che deve far meditare. Secondo me lui o chi per lui immagina di essere morto, di essere già nell’aldilà. Ripassando e riconsiderando la sua vita carnale, si rende conto che questa vita, nonostante tutta la sua sapienza, tutti i suoi godimenti, è nulla rispetto alla vita spirituale. Tutto gli appare come vanità, senza valore.

L’abisso fra un tipo di vita e l’altro gli appare così enorme da fargli sembrare la vita fisica quasi come inattività, come ignoranza totale, come “morte”. La vita, quella vera, è quella nell’aldilà, quella spirituale. Ed è a questo punto che lui immagina di rivolgersi a chi sta per incarnarsi con queste parole: “Tutto quello che ti occorre di fare, fallo mentre sei in vita, perché non ci sarà più né attività, né pensiero, né conoscenza, né sapienza giù nel soggiorno dei morti, dove stai per andare”. Ecclesiaste 9,10.

Cosa è veramente il “soggiorno dei morti”? Abbiamo già visto questi passi: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti” e “Beati i morti che muoiono nel Signore”. Da questi due passi si evince che per morti s’intende gli uomini viventi nella carne, gli incarnati.

Quindi, quando si legge in Ezec 31,14 queste parole, cosa si potrebbe dedurre? “Perché TUTTI sono destinati al trapasso nella regione sotterranea, IN MEZZO AI FIGLI DELL’UOMO, fra quelli GIA’ scesi nel SOGGIORNO DEI MORTI”.

Tenendo presente cosa si può intendere per “morti” in base ai primi due passi, si può dedurre che il soggiorno dei morti, la regione sotterranea, l’Ade, gli Inferi è il pianeta terra, dove viviamo noi uomini. Quindi il trapasso nella regione sotterranea è l’incarnazione che TUTTI sperimentiamo.

Quelli che s’incarnano trapassano, passano sulla terra, in mezzo ai figli dell’uomo, quelli che sono già nel soggiorno dei morti, cioè quelli già incarnati. Quindi, Salomone fa capire che la vita nella fisicità è simile a morte, cioè non conoscenza, non attività e consiglia a chi sta per incarnarsi di darsi da fare prima di prendere corpo, di venire nel soggiorno dei morti, cioè fra gli uomini. Bisogna ricordare che anche Gesù chiamava coloro che sentivano i suoi discorsi “morti”.

Confrontando le diverse frasi, sia del Vecchio sia del N.T., si può arguire quanto esposto, secondo me. Le altre frasi si trovano nel post 258.

Contrariamente a quanto affermano i TdG, dal passo dell’Ecclesiaste summenzionato si può dedurre, secondo me, che in Ecclesiaste o Koelet si afferma la sopravvivenza dello spirito, quindi della coscienza e che il mondo spirituale o Aldilà è incomparabilmente superiore a quello materiale. Nello stesso tempo si afferma la preesistenza dello spirito. Sempre secondo me.

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