Re: Considerazioni intorno a Dio e la Bibbia

Inviato da  Red_Knight il 14/1/2012 16:08:28
@DjGiostra

Di solito mi tengo lontano da questo thread, ma do alla lingua una grande importanza per cui mi sento di intervenire off-topic sulla sola questione linguistica.

Citazione:
e' chiaro che non tutto puo' essere tradotto letteralmente ma buona parte si.


Non è affatto vero.

Il Latino non ha gli articoli. Se traduci qualcosa dal Latino sei obbligato a introdurli arbitrariamente determinativi o indeterminativi, aggiungendo una seppur piccola sfumatura di significato che lo scrivente latinofono originale non poteva nemmeno concepire. Se traduci in Latino, la determinatezza o indeterminatezza del sostantivo, per quanto poco importante possa essere, è persa irrimediabilmente. Può essere parzialmente recuperata con aggettivi o perifrasi che prima non c'erano e che, per quanto neutrali siano, risultano arbitrari e sfasano la struttura originale anche solo a livello posizionale. E sono cazzi se il significato preciso di certi aggettivi circostanti dipendeva dalla posizione predicativa o attributiva. Puoi ancora salvare con buona precisione il salvabile, ma solo eliminando o aggiungendo arbitrariamente altri piccoli pezzi di informazione, contenuti fuori dal significato immediato del vocabolo in sé.

E questo casino solo con dei miseri articoli.
Pensa all'aoristo in Greco antico. Agli imperativi non-presenti che ci sono in tante lingue. All'uso che si fa in Inglese del participo presente e dell'aggettivazione dei sostantivi, all'assenza del gerundio in Francese, alla possibilità o impossibilità di sottointendere il soggetto in alcune lingue, alla variabilità del numero di preposizioni a seconda della lingua... solo per citare i problemi più facili da risolvere in una traduzione.

In altre parole non esistono né traduzioni lossless né totalmente oggettive da una lingua all'altra, perché a parte forse "the cat is on the table" e pochi altri casi simili, se ce ne sono, è impossibile salvare contemporaneamente:
a) il significato immediato del vocabolo (che è una fetta grossa ma minoritaria del totale delle informazioni);
b) le informazioni dettate dalla declinazione grammaticale;
c) quelle dettate dalla posizione nella frase;
d) quelle deducibili dal contesto;
e) l'aspetto "estetico" della parola;
f) e la sua sfumatura filologica.

Il traduttore è obbligato a privilegiare sempre qualcuno di questi aspetti, che esclude inevitabilmente buona parte degli altri, e compensare aggiungendo informazioni arbitrarie che rispecchiano la sua personale - e quindi non oggettiva - interpretazione. È questo che "traduzione è interpretazione" o "tradurre è un po' tradire" vogliono dire.

Se non ci credi, mettiti a tradurre "fedelmente" i Simpson o i Monty Python, senza interpretare.

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