Re: Vaticano SpA, un macigno sulla democrazia

Inviato da  Pispax il 11/9/2011 17:31:20
Notturno


Citazione:
non l'ha capita....

Pare anche a me...







Citazione:
PRIMA di fare questo passaggio, carissimo amico mio, io ne sto facendo un altro: perché prevedere l'esenzione a beneficio della Chiesa?

Qual è il motivo, il principio, la ratio legis?

Come si fa a concedere soldi a qualcuno di cui nemmeno puoi controllare e verificare l'attività?


A me questo discorso sta benissimo. Solo che è un discorso un po' diverso da quello che facevamo prima.
Comunque provo a seguirlo.


Personalmente non ho grandi ostacoli ad accettare il fatto che lo Stato in qualche modo sovvenzioni le istituzioni religiose. E' una cosa piuttosto inevitabile, per più motivi. Indiscutibilmente c'è una spinta umana alla spiritualità che ha comunque un grosso rilievo, e di questa cosa tocca tenerne di conto.
(Io - per dire - questo bisogno di spiritualità non ce l'ho. Ma questo dipende solo dal fatto che sono notoriamente un disturbato mentale.)


Rispetto alla visione democratica liberale il discorso può chiudersi qui, con buona pace di tutti.
Visto che per moltissime persone quello religioso è quasi un bisogno primario, allora è giusto proprio da un punto di vista etico che lo Stato sovvenzioni le religioni.

Ed è giusto sempre da un punto di vista etico che lo Stato faccia in modo che la spinta religiosa non venga strumentalizzata per fini diversi.
Per quanta antipatia io possa nutrire per la Chiesa cattolica, non mi sognerei mai di dire che la Chiesa cattolica può essere messa sullo stesso piano di Mamma Ebe o di Scientology.


Anche questa medaglia ovviamente ha il suo rovescio.
Se guardiamo la cosa dal punto di vista delle dinamiche di potere allora ci si può spingere un po' più avanti rispetto alla sola visione etica, sottolineando anche altre cose.
Per esempio si può notare come questa spinta alla spiritualità viene incanalata e addomesticata dalle grandi religioni. Le grandi religioni ne fanno uno strumento di controllo sociale e vanno a proporre l'affare allo Stato.
Lo Stato accetta volentieri l'affare e utilizza le religioni come strumento di controllo sociale utilizzando le varie Chiese come tramite.
Le Chiese vengono lautamente pagate per il loro lavoro.



Tutto questo funziona bene fino a quando lo Stato è ragionevolmente forte. Tutti i principi sulla laicità dello Stato iniziano da qui: se lo Stato è forte a sufficienza, allora si riesce a mantenere questa dinamica entro confini ragionevoli.

I problemi iniziano quando lo Stato si indebolisce, e di conseguenza inizia ad aver bisogno della Chiesa per mantenere il suo potere.
La Chiesa continua a portare avanti le proprie dinamiche di controllo della popolazione: solo che da quel momento in poi diventano uno strumento contrattuale.
"Certo, i MIEI fedeli continueranno a votarti(*). I MIEI preti continueranno a farti propaganda elettorale. Però ora tu senza di me non riesci a andare avanti, quindi tanto per cominciare il prezzo del mio servizio è decuplicato".


Quindi il problema non è il principio di per sé. Come principio, se mi permetti il gioco di parole, lo trovo sacrosanto.
Il problema è COME questo principio viene applicato. Tradotto, si tratta solo di verificare QUANTO denaro viene trasferito alla Chiesa per ricompensarla dei suoi servigi.


In Italia stiamo vivendo un momento di questo tipo.
Se ci hai fatto caso, ogni volta che Berlusconi veniva sorpreso a scopare con una minorenne o a fare un'orgia in Sardegna i vari giornali della CEI tutto sommato se ne stavano abbastanza zitti.
Una roba piuttosto singolare, se pensi che quello che abbiamo adesso è il Papa Moralizzatore.

Se poi quella leggina sul finanziamento alle scuole cattoliche o sull'ICI per la Chiesa tardava a passare, allora veniva data una scrollatina al pero con qualche editoriale appena appena un po' indignato.
Ed ecco che partivano a valanga gli emendamenti e le ratifiche favorevoli alla Chiesa cattolica.


Quindi: un conto è il principio, altro conto è la sua applicazione.
Mettere in discussione il principio significa aprire la porta a tutta una serie di conseguenze non particolarmente belle per lo Stato e per la società.
(Non sto parlando delle dinamiche di potere, sia chiaro. Mi sto solo chiedendo che tipo di Stato e/o di organizzazione sociale potrebbe uscir fuori da questo mutamento, e le possibili risposte non mi piacciono).

Verificare che i denari che tutti noi invece versiamo alla Chiesa sono oggettivamente TROPPI, fa riflettere sul fatto che al potere in Italia non c'è il Parlamento: c'è il Papa.



E quindi, vaffanculo.
Al momento che vorrò vivere in una teocrazia sarà mia premura farvelo sapere.
Nel frattempo torniamo in fretta a uno Stato laico, che al bisogno possa finanziare le varie religioni ma che non ne sia tenuto sotto ricatto.







(*) Per semplicità m'immagino la dinamica all'interno di un sistema democratico. Ma funziona esattamente allo stesso modo in un sistema dittatoriale. Le Chiese - e quella cattolica non fa certo eccezione - sono decisamente favorevoli ai regimi totalitari, a condizione che:

1) proteggano i beni della Chiesa, cioè mantengano un buon livello di ordine pubblico
2) facciano politiche gradite alla Chiesa, cioè politiche che ne rafforzino ulteriormente il potere
3) paghino bene.

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