Re: Eterno ritorno dell

Inviato da  Ippia il 25/1/2013 0:10:50
Allora ti dico subito che taglio i pezzi che non sono in grado di commentare per manifestà impotenza. E tra l'altro rosico, perché come già detto l'altra mia grande passione era proprio la fisica delle particelle.. Filosofia e Fisica si compenetrano e sono figlie l'una dell'altra. Quindi se mai dovessi prendere una seconda laurea seguirei il tuo percorso. Detto questo:

Citazione:

Lord9600XT ha scritto:

Per quanto ne sappiamo, i costituenti ultimi della materia osservabile sulla Terra sono:

- 6 quark (up, down, charme, strange, top, bottom);
- 6 leptoni (elettrone, muone, tauone, neutrini corrispondenti);
- 4 bosoni mediatori (fotone, gluone, W, Z);
- bosone di Higgs;
- relative antiparticelle.

Secondo le nostre conoscenze attuali questi sono i mattoni costituenti della materia terrestre (anzi, a voler essere pignoli potremmo sfoltire molto la lista, e limitarci ai quark up e down, agli elettroni, ai neutrini elettronici e ai bosoni mediatori) e tutto si può ricondurre a queste particelle.

Per quanto riguarda i quark la faccenda è complicata, visto che per quanto ne sappiamo non è possibile osservare un quark da solo (ma nemmeno in coppia o in quartetti: solo in terzetti, oppure in coppia di quark e anti-quark...), però è stato tuttavia possibile determinare molte (se non tutte) proprietà dei quark.

Quest'ultima affermazione già ci dice una cosa importante che avevo scritto qualche post sopra e che ribadisco: la materia tende ad aggregarsi secondo regole stabili. Giusto, lord?
Citazione:

In fisica, quando si parla di particella puntiforme si intende che essa si comporta a livello di interazione con le altre particelle in tutto e per tutto come se fosse puntiforme. Un esempio è dato dall'elettrone: dagli attuali esperimenti l'elettrone va considerato come puntiforme, ovvero quando si fanno esperimenti di interazione elettromagnetica con altre particelle, questo si comporta come se tutta la sua carica elettrica fosse concentrata in punto. Questo vuol dire che o è veramente puntiforme da un punto di vista elettromagnetico (il che esclude che la sua distribuzione di massa sia anch'essa puntiforme) o le sue dimensioni sono inferiori a 10^(-15) m.

Quindi, quando si parla di particella "puntiforme" si intende che si comporta in tutto e per tutto come se lo fosse. Poi, se non lo è sono affari suoi.

Puntiforme=adimensionale? Azzarderei di no. Quindi abbiam già un puntiforme che per il punto ente geometrico vale adimensionale mentre per l'elettrone vale come "è simile al punto" ma nel senso che è concentrato in uno spazio infimamente piccolo (piccolo ma non "inesistente", giusto?)
Citazione:

Tuttavia, nulla vieta a dei costituenti anche teoricamente "puntiformi" di formare un qualcosa di finitamente esteso e non più puntiforme: ad esempio, 3 quark (2 up e 1 down) formano un protone, il quale non è sicuramente puntiforme (se ne può misurare sperimentalmente, per esempio, il raggio medio della sua distribuzione della carica elettrica).

Quindi (come vedo hai già sottolineato) non è un problema di principio supporre che vi siano dei costituenti basilari puntiformi, visto che i costituenti possono benissimo avere dimensioni finite non-nulle (questo perché, grossolanamente, non bisogna tener conto solo dei costituenti, ma anche delle interazioni che li legano tra di loro).

Ok stai dicendo che non è importante se quark e bosoni di Higgs sono privi di massa perché tanto vanno a formare composti dotati di massa e in "natura" essi non se ne stanno da soli come dei pali a farsi i fatti loro, ma interagiscono! Right?

Citazione:

Veniamo ai modi della materia. La domanda non è molto ben posta (anche perché non ho mai sentito nessuno porsi una domanda simile), visto che non ho ben compreso cosa tu intenda per "modi".
[cut perché non c'ho capito niente qui, mi dispiace]
Ti ho detto questo perché, in meccanica quantistica, si considera proprio questo spazio quantizzato per calcolare le proprietà di un dato sistema (ad esempio, un sistema termodinamico formato da un gas di particelle). Quindi, se intendi questo per modi, la risposta sarebbe: numero finito di modi.

Io intendo dire: se domani si ricreasse un universo nuovo, soggetto alle stesse leggi della fisica che regolano la nostra dimensione, è corretto dire che è molto probabile (se non certo) che la materia si aggregherà in maniera del tutto simile al nostro? E questo detto in altro modo sarebbe: è corretto dire che oltre ad un certo numero finito di configurazioni la materia non può assumerne altre nuove, inventate, create?
Ancora in un altro modo: è possibile che domani o dopo esca fuori dal cilindro l'atomo 115 (per dirne uno) stabile al di fuori di un laboratorio? e il giorno dopo compaia stabilmente anche il 116 e cosi via all'infinito? non è affatto plausibile, dico bene? quindi i modi in cui la materia si attua sono finiti!
Citazione:

Tuttavia, devi considerare l'impulso delle particelle (ossia, la loro velocità) per dare una descrizione corretta del sistema. Una particella può avere un impulso qualsiasi che vada da 0 a infinito. Quindi, vedi un po' te.

C'è anche da dire che il fatto che l'impulso vada da 0 a infinito, nei calcoli, non da particolari problemi, visto che calcolando integrali di funzioni su un dominio infinito si può benissimo avere come risultato un numero finito.

Tuttavia (sì, la faccenda è complicata) bisogna anche tener conto delle interazioni. Per esempio, risolvendo l'equazione di Schrodinger di un atomo di idrogeno (avente idealmente nucleo puntiforme: in tal caso, prendiamo un parente instabile dell'idrogeno, ossia il positronio, stato legato di elettrone e positrone) si scopre che questo ammette un numero infinito di stati legati, ossia un numero infinito di livelli energetici in cui infilare gli elettroni attorno al nucleo. Nella pratica non si osservano infiniti livelli energetici, anzi, però la teoria "ortodossa" ci dice questo.

Boh se non ho capito male tu stai dando validità scientifica alla mia teoria
I modi in cui la materia si presenta sono finiti quindi in un universo il cui divenire è assunto infinito essi si ripeterrano un'infinità di volte in maniera anche del tutto uguale.
Citazione:

Quindi, ribadisco il "vedi un po' te".
Ah, dimenticavo: sono un quasi laureato in fisica (laurea triennale). Ho finito gli esami e mi laureo il 27 febbraio. E proseguirò con la laurea magistrale con fisica delle interazioni fondamentali.

Congratulazioni e alla tua!

Due domande OT facoltative ma belle, sull'ermeneutica fisica (chissà se esiste.. se no, dovrebbero inventarla)

1-Le leggi della fisica che governano il nostro universo, secondo te, e occhio che è una domanda tosta, sono necessarie o contingenti? Cioè, in un universo parallello potrebbero esserci tranquillamente altre leggi strane che magari negano i principi della nostra fisica oppure le nostre leggi, in quanto necessarie, saranno per necessità anche quelle degli altri universi possibili? e nel caso siano necessarie, perché lo sono? (oh non mi devi rispondere per forza )
2-Dato che parliamo di enti incorporei, addirittura privi di massa e puramente energetici, è possibile che l'osservatore influisca (come nel caso dell'elettrone) maggiormente che in tutti gli altri esperimenti della fisica classica e che quindi tutti gli esperimenti di fisica quantistica risultino ineluttabilmente falsati dagli scienziati che li effettuano? (in modo involontario, ovvio, per il semplice fatto di osservarli intendo)

Ps. grazie per lo sbattito che ti sei preso

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