Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  incredulo il 5/6/2015 20:52:59
Ghilgamesh

Citazione:
Lui dice che SE si entrasse in quel tipo di discorsi ci si metterebbe anni in discussioni sterili ... QUINDI usa un altro approccio, dando modo a chiunque di verificare da solo con la bibbia di casa.


Va beh io ci provo, almeno una volta.

Scusa Ghilgamesh, ragioniamo.

Biglino fa un gioco di prestigio evidente nel video di cui parli, perchè la stessa parola in ebraico non significa sempre la stessa cosa, perchè il senso di quella parola cambia a secondo del contesto, ma lui ti rimanda ad altri versetti usando sempre la stessa traduzione per quella parola, ovvero la traduzione che gli viene contestata dagli esperti di lingua ebraica.

Ti sta ingannando e lui dovrebbe saperlo se conosce perfettamente la lingua.

Non puoi applicare pedissequamente la stessa regola in ebraico in tutte le parole uguali fra loro, ma interpretare di volta in volta a seconda del contesto.

Per questo che non hanno senso i versetti tradotti in quel modo, modo in cui lui ti conduce forzatamente usando sempre la stessa traduzione pedissequamente.

E gli esperti di lingua ebraica avranno sempre qualcosa da dirgli, altrochè non avranno niente da dirgli, perchè usando pedissequamente la stessa traduzione in ogni versetto come fa lui nel video, non compie una vera traduzione.

Tu non puoi usare sempre "Legislatore supremo" per definire Elohim, perchè non è sempre il suo significato, ma cambia a seconda del contesto e delle forme grammaticali in cui è espresso.

Spero che questo discorso ti sia comprensibile, perchè, se non lo capisci, non ritornerò oltre su questo.

Per ampliare questo ragionamento ti consiglio questa spiegazione di un esegeta ebraico, sempre nel forum di C.E..

Un utente fa una domanda:

Da quello che ho capito in ebraico è presente una struttura logica di tipo "complemento di modo" che in italiano non ha nessuna corrispondenza?
E la stessa lingua italiana non può essere considerata attendibile per una traduzione dell' ebraico?
Ho capito bene?


Questa è la risposta:

Certo che vi può essere una corrispondenza.
Ma il problema è che vi sono espressioni, parole, modi di dire, costruzioni che non possono essere tradotte fedelmente.
Quindi si ha la tendenza a voler trovare un corrispettivo grammaticale e sintattico a ciò che si traduce, perché si è abituati al latino, al greco, alle lingue moderne, ma con l'ebraico questo sistema non funziona.
E' una lingua totalmente a parte: non è vocalizzata, ha delle forme verbali (binianim) che non hanno nulla a che vedere con i modi e i tempi che conosciamo nelle lingue europee antiche o moderne.
Vi è passato presente e futuro non esistono indicativo, congiuntivo, condizionale ecc ma modalità come semplice, intensivo, causativo, riflessivo, passivo (piel, paal, igil, ufal, hitpael, nifal, pual).
Inoltre il linguaggio biblico, abbraccia, nella sua stesura centinaia di anni e varia da libro a libro: ad esempio l'ebraico della Genesi (Bereshit) è molto antico e poetico, con vari punti oscuri, mentre l'ebraico di Esodo e Levitico è molto più compresibile in maniera immediata e ricorda di più l'ebraico a noi più familiare che è quello medievale.
Le traduzioni sono attendibili solo in parte perché, essendo la lingua ebraica non vocalizzata, ogni parola può essere letta in vari modi e la traduzione deve obbligatoriamente scegliere un solo modo di leggerla e quindi solo una possibile interpretazione.
Generalmente si traduce il testo masoretico, cioè quel testo che i Masoreti hanno punteggiato affinchè la lettura fosse uguale per tutti e, sopratutto che i non ebrei leggessero nel modo che ewssi volevano che si leggesse e si capisse.
Questo spiega le infinite (e risibili) interpretazioni da parte di chi non conosce l'ebraico o lo conosce tramite qualche corso di ebraico biblico (che più che qualche rudimento non dà).
Non è possibile comprendere realmente senza la letteratura ebraica especialmente senza il Talmud (altro problema in quanto è scritto in parte iun ebraico, in parte in aramaico ed in parte in una lingua mista di ebraico e aramaico).
Quindi, in linea di massima, la traduzione rende la storia, il fatto, cioè il significato più immediato ed elementare del racconto biblico, ma la vera comprensione precisa e profonda è solo in ebraico (e molto spesso difficile anche in quella lingua).
Nessuna lingua può pienamente rendere corretta una traduzione ed infatti "tradurre", viene dalla stessa radice di "tradire".
Per questo cerco di far capire che lanciarsi in congetture, ipotesi, interpretazioni, esegesi, senza davvero dominare l'ebraico, fa sorridere chi questa lingua la conosce e la parla, poichè anche per chi la usa quotidianamente sia per studio che per la vita comune, resta molto difficile


In una situazione del genere, uno esperto come Biglino fa delle castronerie, figurati le persone normali che pensano che ogni lingua funzioni come la sua lingua madre.

Quella che tu indichi come la "pistola fumante" incontestabile è una pistola a salve.

Ma per accettare questo ragionamento dovresti fare un cambiamento troppo radicale, vista la tua assoluta convinzione che quel video sia da considerare come una prova incontrovertibile alla "The new Pearl Harbor", capibile anche dai bambini.

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