Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  doktorenko il 21/6/2015 11:23:24
Devarim (deut.) 32 traduzione di Shadal:

Citazione:

1 Porgete orecchio, cieli, e parlerò: ed ascolti la terra i detti della mia bocca.
2 Stillerà (benefico) come la pioggia il mio eloquio, colerà come la rugiada la mia parola; qual nembo sull’erbetta, e qual copiosa pioggia sugli erbaggi.
3 Il nome [gli attributi] del Signore io sono per promulgare, fate dunque (cielo e terra) onore al nostro Iddio [cioè porgete attenzione alle mie parole, dirette a celebrare le lodi di Lui].
4 Il Forte [letteralmente: la rupe] ...immacolato è il suo operare, poiché tutte le sue vie sono giustizia. È Dio di lealtà, né in lui è fallacia: giusto e retto egli è.
5 È (voi dite) difetto di Lui [è colpa sua], non de’ figli suoi, il difetto loro [cioè: nell’esilio moverete ingiuste lagnanze contro al Signore, dicendo essere le vostre prevaricazioni l’effetto, anziché la causa, della cessazione dei miracoli]. Oh generazione storta e perversa!

6 Al Signore dunque rendete voi tale retribuzione? Oh popolo indegno ed insensato! Non è Egli il tuo padre, il quale ti fe’ suo [liberandoti dall’egizia schiavitù]? È egli che ti fece, e t’organizzò [cioè ti costituì una nazione bene organizzata].
7 Rammenta i tempi remoti, prendete in considerazione gli anni che furono già secoli e secoli: interroga tuo padre, e ti narrerà; i tuoi vecchi, e ti diranno.
8 Quando l’Altissimo assegnò il retaggio alle genti, quando divise i figli d’Adamo, stabilì i confini dei popoli giusta il numero dei figli d’Israel. [Ciò allude, secondo gli antichi, al numero 70, comune ai popoli registrati nel Genesi, Capo X, ed agl’individui componenti la famiglia di Giacobbe, quando questi passò in Egitto].
9 Perciocchè il patrimonio del Signore egli è il popol suo, Giacobbe è il suo podere ereditario.
10 Lo trovò in una terra deserta, in una solitudine, (in un luogo) d’urli (d’animali) selvaggi [cioè nella schiavitù egizia]: gli stette intorno, ne prese cura, lo custodì come la pupilla del suo occhio.

11 Come l’aquila veglia il proprio nido, e svolazza d’intorno a’ suoi pulcini; spande le ale, li riceve, li porta sui suoi vanni.
12 Il Signore lo collocò isolato, e non v’era presso di lui alcun dio straniero [cioè: collocò il suo popolo in un paese a se, ove poteva vivere separato dagl’idolatri, e tenersi lontano dai loro vizj].
13 Gli fece sormontare i siti più elevati [cioè espugnare le fortezze], e godere il prodotto dei campi: gli fe’ succhiar miele dal sasso, ed olio dal duro macigno.
14 Crema vaccina, e latte pecorino, e grasso d’agnelli, montoni del Basciàn e capri, e pingue midollo di frumento; e sangue d’uva, rosso vino bevesti.
15 Ma Jesciurùn [Israel], impinguato, calcitrò - divenisti crasso, grosso, ottuso - e lasciò il Dio che lo fece, ed oltraggiò il Forte ch’era la sua salvezza.

16 Lo provocarono a gelosia con (adorare dèi) stranieri, con atti abbominevoli irritaronlo.
17 Sacrificarono ai demonj, che non sono divinità; dèi, ad essi sconosciuti; nuovi, venuti di recente, non temuti dai padri vostri.
18 Il Forte che ti diede l’essere mettesti in obblìo, e dimenticasti il Dio che ti procreò.
19 Vide il Signore, e si sdegnò, pel dispetto che faceangli i figli suoi e le figlie sue.
20 E disse: Voglio nascondere ad essi la mia faccia, e vedere qual ne sarà l’avvenire [cioè: ritrarre da essi la mia provvidenza, e vedere con indifferenza le loro vicende]; perciocchè sono una generazione perversa, figli privi di lealtà.

21 Essi mi mossero a gelosia mediante ciò che non è Dio, mi crucciarono colle loro vanità [cogl’idoli]: ed io gl’ingelosirò mediante gente indegna del nome di nazione, li cruccerò col mezzo di gente spregevole.
22 Sì, acceso s’è un fuoco nell’ira mia [letteralmente: nelle mie nari], ed arde sino al baratro profondo; divora la terra e suoi prodotti, e mette in fiamme le fondamenta dei monti.
23 Voglio sovr’essi accumulare i mali, le mie saette consumare in loro.
24 Arsi (saranno) dalla fame, e consunti dalla febbre e dalla strage velenosa [la peste ]. Anche il dente delle bestie conciterò contro di essi, ed il veleno degli striscianti sul suolo.
25 Fuori ucciderà la spada, e nell’interne stanze il terrore, il giovine non men che la donzella, il poppante insieme all’uom canuto.

26 Io pensava finirne ogni avanzo, spegnerne di mezzo agli uomini ogni memoria.
27 Se non ch’io temo gl’insulti dell’inimico, poiché i loro avversarj misconoscerebbero (la cosa), e direbbero: E la nostra mano che vinse, e non è il Signore che tutto ciò abbia operato.
28 Imperciocchè quella è gente sconsigliata, priva di discernimento.
29 Se fossero assennati, rifletterebbero a ciò, penserebbero al proprio avvenire [comprenderebbero di non essere stati che lo stromento di cui Dio s’è servito per punire il suo popolo, e che in fine sarebbero anch’essi puniti].
30 Come mai avrebbe potuto uno di essi inseguir mille [Israeliti]; e due metter (ne) in fuga una miriade, quando il loro Forte non gli avesse ceduti, ed il Signore non (glie) li avesse dati in mano?

31 Perciocchè non è già pari al nostro Forte il loro, ed i nostri nemici stessi possono esserne i giudici.
32 Poiché le loro viti sembran quelle di Sodoma, o di quelle dei campi di Gomorra; le loro uve sono attossicate, hanno i grappoli amari [vale a dire: i nostri nemici abitano terre di gran lunga inferiori alla nostra, debbono quindi confessare l’inferiorità dei loro dèi al confronto del nostro Iddio].
33 Il loro vino è [cioè: paragonato al nostro, sembra] tossico di draghi, e crudele veleno d’aspidi.
34 Ma egli è riposto appo me, suggellato ne’ miei magazzini [il castigo dei nemici].
35 Allora quando il loro piede vacillerà, son io che fo vendetta e rendo la ricompensa. Sì, egli è vicino il giorno della loro ruina,ed affrettansi i destini che gli attendono.

36 Sì, il Signore farà giustizia al suo popolo, e cangerà pensiero intorno a’ suoi servi; vedendo venuto meno (in essi) ogni vigore, né più osservi detenuto e sciolto [cioè non v’esser più tra loro diversità di condizione, ma tutti egualmente soggiacere a straniera potestà].
37 Dirà (l’inimico): Ov’è il loro Dio, il Forte in cui confidavano,
38 Il quale mangiava l’adipe de’ loro sacrifizi, bevea il vino delle loro libazioni ? Si alzi e v’ajuti, vi porga difesa.
39 (Ebbene) vedrete ora ch’io, io sono (Iddio), né con me [oltre a me] havvi alcun Dio; io fo morire e fo rivivere, ferisco ed io stesso risano, né altri potrebbe dalla mia mano liberare altrui.
40 Sì, io alzo la mano verso il cielo, e dico: Io vivo eternamente,

41 Se aguzzerò la folgorante mia spada [cioè: non sono eterno se ciò non faccio], ed imbrandirò (le armi del) la giustizia; renderò (la dovuta) vendetta a’ miei contrarj, e i miei nemici pagherò.
42 Inebbrierò le mie saette di sangue, e la mia spada si pascerà di carne: del sangue degli uccisi e dei captivi, e delle teste rabbuffate dei nemici.
43 Giubilate, genti, [voi, Israeliti dispersi, che però siete] popolo suo; perciocchè il sangue de’ suoi servi sarà da lui vendicato. Egli farà pagare il fio a’ suoi avversarj, ed il suo popolo purgherà la sua terra [del sangue innocente che fu in essa versato, v. Numeri XXXV. 33].
44 Andò dunque Mosè, accompagnato da Hosèa figlio di Nun, e pronunziò tutte le parole di questo Cantico davanti a tutt’Israel.
45 E terminato ch’ebbe Mosè di pronunziare tutte queste parole a tutt’Israel,

46 Disse loro: Ponete mente a tutte le cose ch’io vi protesto oggi, per poi raccomandarle ai vostri figli, onde badino di eseguire tutte le parole di questa Legge.
47 Imperocchè questa non è per voi una cosa inane, ma è la vostra vita; e mediante questa cosa durerete lungamente su quella terra, alla cui conquista voi siete per passare il Giordano.
48 Nel medesimo giorno il Signore parlò a Mosè, con dire:
49 Sali su codesto monte (detto) degli Avarìm, (altrimenti) monte Nevò, situato nel paese di Moab, in faccia a Gerico, e vedi la terra di Canaan, ch’io son per dare in possessione ai figli d’Israel.
50 Indi morrai nel monte ove sarai salito, e ti raccoglierai alla tua gente; come morì Aronne tuo fratello nel monte Hor, e si raccolse alla sua gente.
51 A motivo dell’infedeltà che avete commessa verso di me, in mezzo ai figli d’Israel, nelle acque di Merivà, in Cadèsh, nel deserto di Ssin; perché non m’avete santificato in mezzo ai figli d’Israel [v. Num. XX. 12].
52 Perlochè vedrai il paese in distanza, ma colà non andrai, nel paese (cioè) ch’io son per dare ai figli d’Israel.

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