Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  Rickard il 22/6/2015 12:08:08
Decalagon
Citazione:
Rickard, quando dici queste cose dovresti anche aggiungere: "secondo me", perché la bibbia rimane comunque un insieme di libri che contengono delle parole a cui è stato dato un significato letterale, prima dell'allegoria.

Tanti altri nel topic avrebbero dovuto aggiungere tonnellate di secondo me, invece di esibire una sicumera quasi sorprendente.

Nessuno saprà mai con assoluta certezza cosa intendessero le molte persone che, in secoli diversi, hanno scritto i libri della Bibbia, è per questo che qualunque lavoro di esegesi su quei testi è una interpretazione.

Tradurre non significa buttare tutto su Google Translate e vedere il risultato. Chi lo fa di lavoro si chiama interprete.

Citazione:
Leggendola "così com'è" infatti si scopre che la bibbia non è un libro sacro, non è un libro di religione, il "dio" lì descritto è raffigurato come un dittatore sanguinario che amava respirare certi tipi di odori e che dava precisi ordini ai suoi per poterglieli procurare; che doveva mandare i suoi a combattere per conquistare materialmente dei territori (se era quel "dio" onnipotente bastava che se li autoassegnasse come aveva fatto con la famiglia di Giacobbe) e che quando li occupava sterminava fisicamente ogni essere vivente per insidiare la sua gente.
E, cosa più importante, non era il solo e non era nemmeno il più importante: Yahweh era colui che governava un popolo, mentre ogni altro aveva il proprio "elohim" di riferimento.

Punto.

Sbagliato.

Tu stai usando delle Petitio Principi, cioè metti la conclusione nella premessa per meglio dimostrarla.

Il risultato che tu esponi è frutto di una interpretazione perché la Bibbia, anche letta “così com’è” (cosa vorrebbe dire poi? Usare le traduzioni di Biglino? I testi masoretici? Versioni diverse? Boh) non dice inequivocabilmente ciò che dichiari tu.

Quello che dici è frutto di una interpretazione legittima, ma che non è l’unica e in realtà non ha alcun elementi addizionale rispetto ad altre per essere oggettivamente preferita. Sei tu che compi la scelta di prediligerla (perché a te torna di più, perché ti piace di più ecc.), ma non c’è un motivo vero per cui quel tipo di lettura sarebbe da preferire.

Anche la pretesa che quella lettura abbia maggior senso o verosimiglianza è insensata per il semplice motivo che dipende da quale punto di vista scegli di inquadrare l’intera faccenda.

Stiamo parlando di fatti reali e avvenuti?

Stiamo parlando di mitologia?

Stiamo parlando di religione?

È un po’ paraculistico ostentare tutta questa sicurezza e attaccare pesantemente gli altri per poi “cavarsela” spesso e volentieri con formule “assolutorie” come magari è tutto inventato, Biglino non vuole dimostrare niente ed espressioni simili, che sembrano voler ovviare al problema della totale mancanza di tracce osservabili di tutto questo (una volta compiuta la scelta di prendere questa interpretazione come reale e storica).

Citazione:
Questa non è interpretazione fantasiosa o metaforica, è quello che c'è scritto (o almeno, quello che i sapienti hanno tradotto dal codice masoretico di leningrado da cui derivano le bibbie che abbiamo adesso) leggendola "così com'è".
Non si scampa.

Mi spiace ma non è così.

È un altro esempio del farla troppo semplice e di quella forma mentis che nega in toto il dibattito. Questa non è un’interpretazione, è la realtà. PUNTO. Vabbé… Che discussione vuoi che ci sia, quando non si è disposti ad ammettere l’esistenza di alternative? Perché se la tua non è interpretazione ma è la realtà (con il PUNTO! Come rafforzativo) allora non c’è niente di cui parlare, ma solo da prenderne atto.

Onestamente, non capisco come si fa ad accusare “gli altri” (sono sempre “gli altri” di essere chiusi mentalmente e di “non voler vedere”.

Quando si discute ma non si è disposti a mettersi in discussione non si sta dialogando, si sta facendo proselitismo. Vale per qualunque cosa.

MarcoEL
Citazione:
anche qui abbiamo poco da interpretare: si parla di un vento cattivo che si solleva, in qualche modo oscura il sole, e quando cala la notte aumentano i venti.

Infatti interpretare non significa chiedersi quali siano le parole di un testo, ma cosa significhino quelle parole, in quel contesto, contando anche il background storico e culturale, visto che si tratta di testi antichissimi.

In Inglese, la parola “Back” vuol dire “Indietro” o “Schiena”? Di base può voler dire entrambe, lo capisci dal contesto della frase, interpretando e quindi dando un senso a ciò che leggi.

Leggere è interpretare, non è una fredda e vuota operazione meccanica.

Tu stesso, nelle frasi successive a quella citata, vai ad effettuare una interpretazione delle frasi della Bibbia che avevi analizzato.

Citazione:
Uno può pure chiedersi cosa sia il vento malvagio (e in un altro punto del testo ci viene detto che questo vento causava schiuma nei polmoni e bava alla bocca, oltre che sciogliere i corpi come grasso al sole: "Its corpses, like fat left in the sun, melted away of themselves."); uno può chiedersi cosa può oscurare il sole e far aumentare i venti la notte. Ma non si tratta di interpretazioni... come tu dici indicandolo come sbagliato: è tutto li. 3500 anni fa qualcuno ha fatto una cronaca di un fenomeno che possiamo non aver identificato con chiarezza, ma che non possiamo interpretare.

Questo pezzo è la tua interpretazione.

L’elemento “debole” (secondo me) è il seguente: in base a cosa, a parte una propria scelta, si considera che quelle parole siano una cronaca (cioè un resoconto di fatti accaduti)? Perché non un racconto mitologico o allegorico?

Perché se è una cronaca, allora non ci si può accontentare di parole su vecchi libri, si dovrebbero cercare le tracce empiriche e osservabili di tali cronache.

Se invece “non si vuole dimostrare niente” e “magari è tutto inventato” allora sarebbe meglio non esporre tanta sicumera e assolutismo nel dichiarare che l’unica interpretazione possibile sia quella che proponi.

Citazione:
A sto punto, ognuno dia la sua spiegazione del fenomeno. A me tutto questo ricorda l' effetto di un bombardamento che produce calore, fallout, alza cenere al cielo oscurando l' aria, e producendo venti quando l' aria raffredda.
Se mi avessero detto "questo testo viene da un articolo di giornale del 1950" avrei subito pensato che qualcuno stesse descrivendo il bombardamento di Hiroshima...

Fenomeno? Un fenomeno è uno più eventi. Di quali eventi si parla? Frasi scritte su testi antiche sono “fenomeni” da dover spiegare? Frasi oltretutto interpretabili.

A te ricorda un bombardamento atomico perché scegli di (guarda un po’) interpretare quel testo leggendolo attraverso lo spirito del nostro tempo, cioè usi categorie del mondo moderno per spiegare le immagini evocate da quel passaggio. È così che le colonne di fuoco e i venti di distruzioni divengono esplosioni atomiche con relativo fallout.

Un’interpretazione che vale esattamente quanto quella allegorica, con però una debolezza in più: se si vedono esplosioni atomiche nei testi antichi e si crede che si tratti di cose avvenute, occorre portare qualcosa di più che testi e interpretazioni che si sceglie di preferire ad altre.

Se invece “non si vuole dimostrare niente” allora quella interpretazione ha lo stesso valore delle altre e quindi è inutile pretendere di ottenere qualcosa da esse.

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