Re: Approccio alla Bibbia. chiavi di lettura

Inviato da  zeppelin il 14/9/2015 20:00:13
Una citazione dal sito di Mauro Biglino:
"Bisogna sapere che:

l’ebraico è nato come lingua scritta sostanzialmente nel X sec a. C.;
era scritto con il solo utilizzo delle consonanti;
nessuno al mondo sa come fossero vocalizzate le parole nel momento in cui vennero scritti i libri dell’Antico Testamento;
la vocalizzazione è iniziata solo nei secoli dopo Cristo;
i greci che hanno tradotto l’Antico testamento nel III sec a.C. disponevano forse di versioni diverse da quelle che abbiamo noi;
l’Antico Testamento che possediamo è stato vocalizzato nella sua versione definitiva intorno ai secoli VIII e IX d.C. (all’epoca dei merovingi e dei carolingi, tanto per intenderci);
i masoreti di Tiberiade che hanno messo le vocali sul testo consonantico hanno proceduto senza porsi domande sulla struttura linguistica ma operando esclusivamente in funzione del loro pensiero teologico;
la vocalizzazione delle lingue sillabiche come il sumero e l’accadico viene fatta dagli studiosi moderni partendo sostanzialmente dagli schemi delle lingue semitiche consonantiche.

Insomma, si comprende facilmente che più si retrocede nel tempo più bisogna imparare a convivere con l’incertezza e dunque bisogna essere moto cauti nel definire le verità cui le persone dovrebbero aderire."

___________________________________
invece nel forum CONSULENZA EBRAICA (che nell'ultimo post della pagina precedente consigliavo a tutti coloro che sono interessati a Biglino di leggere interamente, che sono poi una ventina di pagine, meno dei deliri della Terra Piatta!) dicono:

"Tra l'altro la sua traduzione è basata sul codice masoretico di Leningrado, il che significa che il prof non è in grado di leggere e capire l'ebraico non vocalizzato e che quindi traduce quello che i masoreti hanno voluto che il traduttore traducesse."

"Altrimenti si capisce solo ciò che i masoreti hanno voluto che i gentili sprovveduti comprendessero. e tra questi troneggiano Biglino e Valla"

"Un esperto di lingua ebraica non può dire una cosa del genere perché vuol dire che sa leggere solo l'ebraico punteggiato dai Masoreti che è l'interpretazione che i masoreti hanno voluto dare.
La Torah letta senza punteggiatura e soprattutto alla luce della Torah orale apre un mondo infinito di interpretazioni.
Questo professore conosce un ebraico molto elementare e Abramo me lo ha confermato.
Se si afferma che il senso della Torah è solo quello letterale vuol dire che non ha capito nulla e che sa molto poco di cose ebraiche"

"L'inghippo ed il limite stanno proprio qui.
Il linguaggio biblico è ermetico in maniera tale che il vero significato non sia comprendsibile dalla traduzione letterale e da chi non sia ebreo.
[...]
masoreti hanno poi dato una vocalizzazione che facesse leggere così come essi volevano che fosse.
Quindi quando mi si dice un traduttore che vuol dare il significato del testo "originale" rispondo: ma di quale testo originale parliamo..."

"Il testo masoretico è in se stesso una espressione di questa tradizione, è la maniera secondo la quale i masoreti hanno voluto che i gentili leggessero. Il testo nudo e crudo, quello che si studia è invece quello sul quale tutte le interpretazioni sono ammesse. Presso gli ebrei la Torah può e deve essere discussa, perché il dogma non esiste. nè è accettato il principio cattolico del "magistero della chiesa", unica depositaria (secondo loro) della interpretazione.
Si dice che la parola ebraica ammetta decine interpretazioni e gli esempi possono essere migliaia.
La tradizione ebraica riporta le varie interpretazioni e non vi è una prediominanza di una rispetto ad un'altra. Vi sono interprtazioni di tale o tal'altro rabbi, più seguite e altre meno."

...e così via...

Messaggio orinale: https://old.luogocomune.net/site/newbb/viewtopic.php?forum=47&topic_id=7847&post_id=280228